Volevo nascondermi
Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo. “El Tudesc,” come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato, diventa il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari, stando sulla sponda del Po. Quella di Ligabue è una “favola” in cui emerge la ricchezza della diversità e le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività.
Recensioni
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Pensato intorno alla sua interpretazione e poco capace di farne qualcosa, Volevo Nascondermi è al tempo stesso molto preciso e poco incisivo
Gabriele Niola / 22 feb 2020
Contenuti
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Giorgio Diritti, regista di Volevo Nascondermi, ci parla di su Elio Germano: "Impossibile raccontare di un uomo rifiutato perchè repellente se poi l'attore è carino"
Gabriele Niola / 22 feb 2020