Speciale - Perché non abbiamo ancora recensito Dawnguard

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Fra coerenza editoriale e obiettività...

Aggiornamento: la patch è uscita ieri, dunque fra oggi e domani dovremmo essere in grado di pubblicare la recensione. Grazie a tutti per la pazienza.

Come tutti sanno benissimo, martedì scorso è uscito anche in Europa l'attesissimo DLC di Skyrim, intitolato Dawnguard e dedicato all'epica lotta fra Vampiri e Cacciatori.

L'add - on è già uscito da qualche settimana negli Stati Uniti e negli altri territori anglofoni, dunque i nostri cugini d'oltreoceano e d'oltremanica hanno già avuto modo di recensirlo in maniera abbastanza approfondita. Per quanto riguarda l'Italia, invece, la situazione è piuttosto complessa.

Come il resto della stampa, abbiamo ricevuto il codice per scaricare una copia di review del titolo e, la scorsa settimana, eravamo carichi al massimo per poter affrontare una nuova avventura fra le lande gelate di Skyrim.

Peccato però che, al posto di un DLC completo e funzionante, ci siamo resi subito conto che l'edizione nella nostra lingua di Dawnguard è talmente piena di bug da risultare pressoché ingiocabile. Nemici che spariscono, dialoghi che saltano, missioni che non vengono concluse. E potremo andare avanti ancora per molto.

Inutile nasconderlo: se fossimo davanti a un altro titolo gli avremmo già affibbiato un'insufficienza e, con un misto di sdegno e fastidio, ci saremmo dedicati ad altro. Tuttavia, nel caso di Skyrim e Bethesda abbiamo deciso di avere fiducia. Gli sviluppatori hanno promesso che a brevissimo arriverà una patch apposita per eliminare almeno i bug più critici e, dato il pedigree di Bethesda e la bellezza del titolo originale, vogliamo credere nell'impegno di Todd Howard e soci.

Per questo motivo attenderemo ancora qualche giorno prima di pubblicare la nostra recensione: se la patch arriverà saremo ben contenti di giocare Dawnguard così come gli sviluppatori l'avevano immaginato, in caso contrario metteremo per iscritto tutte le nostre perplessità.

Dopotutto, una seconda chance non si nega a nessuno, tantomeno a sviluppatori come quelli di Bethesda che, prima di essere artisti, sono dei veri appassionati di videogames e giochi di ruolo.

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