Perché del colore della pelle della Torcia Umana non dovrebbe fregarci niente
La prossima Torcia Umana cinematografica sarà di colore e non c'è assolutamente nulla di cui lamentarsi
Articolo a cura di Giovanni di Giamberardino
Michael B. Jordan è afroamericano.
In precedenza un caso simile è scoppiato con un altro adattamento di successo, il primo capitolo della saga The Hunger Games: molti spettatori/lettori hanno protestato perché i personaggi secondari di Cinna e Rue erano interpretati da attori afroamericani. La storia stavolta si ripete e si ingigantisce.
Su una questione seria come il colore della pelle è facile che gli animi si scaldino.
Di sicuro affrontare questa tematica con piglio paternalista non porta da nessuna parte e il rischio di sbrodolarsi in predicozzi poco utili è altissimo. Anche perché, parliamoci chiaro, battersi in difesa dell’equality non è certo l’imperativo di una multinazionale potente come la 20th Century Fox, che da questa vicenda è uscita doppiamente vincente. È difficile infatti che si discutesse del reboot di un titolo decaduto con lo stesso fervore e la stessa ansia anticipatoria, seppur negativa. Bene o male purché se ne parli, non si dice così? Di conseguenza il modo migliore per approcciare l’argomento è uno solo: limitarsi a spiegare le ragioni per cui del colore della pelle di Johnny Storm non dovrebbe fregarci niente. La questione è abbastanza semplice. L'etnia di Johnny Storm non è mai stata un tratto distintivo né del suo personaggio né del tema alla base del fumetto originale. Johnny ci viene presentato come il più giovane dei Fantastici Quattro, un ragazzetto irrequieto e irresponsabile, una testa calda e un playboy, allo stesso tempo dotato di una lealtà, di una schiettezza e sincerità anche brutale. Come è evidente, niente di tutto questo è legato alla razza. Esistono certo supereroi la cui provenienza, sociale o geografica, si caratterizza come componente essenziale. Thor, in quanto dio vichingo, non può che essere biondo.
La questione della provenienza si fa poi ancor più rilevante nel caso di supereroi di altre etnie. Prendiamo tre personaggi Marvel, di colore in questo caso: Pantera Nera è re dello stato africano di Wakanda, Tempesta è una mutante considerata una dea dagli abitanti del paese egiziano dove abitava, Luke Cage è un eroe che si è fatto le ossa nelle strade del ghetto newyorkese di Harlem. Ai tempi delle loro prime apparizioni (tra il 1966 di Pantera Nera e il 1975 di Tempesta) un colore diverso della pelle restava l’eccezione e l’eccezione andava collocata socialmente o geograficamente, quindi giustificata. Dopo cinquant’anni e con un presidente afroamericano alla guida degli Stati Uniti c’è ben poco da giustificare. E comunque questo non è mai stato il caso di Johnny Storm. Di questione razziale non vi è traccia nemmeno nel tema fondante il fumetto originale, ossia la famiglia: i Fantastici Quattro sono la più importante famiglia di supereroi del Marvel Universe. In questa famiglia Johnny e Sue Storm, la Donna Invisibile e la moglie di Mister Fantastic, sono fratelli. Nella pellicola di Josh Trank appartengono a due etnie diverse (Sue Storm è interpretata da Kate Mara). Nel 1961, quando uscì il primo albo di Fantastic Four, era impensabile ammettere l’esistenza di una famiglia multirazziale, considerando che in alcuni stati degli USA il matrimonio misto era ancora illegale. Nel 2014, il concetto di famiglia si è notevolmente allargato fino a comprendere realtà diverse e di pari dignità.
Non c’è nulla di assurdo oggi nel trovarsi di fronte a Sue e Johnny con un colore di pelle diverso. Chiaramente la nuova incarnazione del gruppo vuole presentare un modello di famiglia più aperto rispetto a quello comprensibilmente più rigido degli anni ‘60, e non c’è nulla di sbagliato. Il problema della razza di Johnny Storm è l’ultimo di cui bisognerebbe preoccuparsi nei rispetti di un film che, da quanto è stato annunciato, intende approcciare il genere supereroistico da un punto di vista nuovo. In un’epoca in cui ci si può imbattere in mille versioni della stessa storia, in cui Sherlock Holmes è sia Benedict Cumberbatch che Robert Downey Jr. che Jonny Lee Miller e John Watson può avere il volto di Lucy Liu, c’è ampio spazio per una Torcia Umana “abbrustolita”.
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Posted by Badtaste on Friday, October 24, 2014