[E3 2012] Speciale - Uno sguardo di sbieco

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A fiera chiusa, un'analisi fuori dai denti dell'E3 2012, l'edizione più deludente degli ultimi anni...

Ogni giocatore che si rispetti attende l’E3 per due motivi: il primo è scoprire quali saranno i titoli più importanti da seguire nei prossimi mesi, il secondo - di gran lunga più amato - è poter iniziare a lamentarsi il prima possibile. Nemmeno quest’anno SEGA ha mostrato Shenmue III, la Playstation 4 non si è fatta vedere, Nintendo ha speso 45 minuti per spiegare come funziona la variante Mii di PSHome, Microsoft ha inventato l’iPad (o meglio, ha trovato un modo intelligente di sfruttare i tablet), giusto per citare alcune delle battute più in voga durante la kermesse. L’E3 2012 sarà ricordato, o meglio, non sarà ricordato, per la generale pochezza di contenuti e proposte che, fra publisher, produttori di hardware e sviluppatori, ci siamo trovati fra le mani.

  Microsoft continua a vivacchiare con l’ennesimo Gears of War, con Halo e con questo project glass di cui si sa pochissimo e che, uscendo a fine generazione, rischia di diventare l’ennesimo gadget inutile, creato solo per prolungare il coma terapeutico di una console che ha dato quello che poteva dare. Altre news da Redmond: ci siamo accorti che Kinect è una webcam da 150 euro, all’alba di giugno 2012 Internet Explorer arriverà su Xbox, abbiamo scoperto che il pubblico dalle console vuole “contenuti multimediali ed entertaiment”. Molto interessante, e pensare che noi eravamo rimasti ai vecchi videogiochi, è proprio vero che i tempi cambiano fin troppo velocemente.Risultato finale: possiamo accontentarci di due brand vecchi di dieci anni, per il resto nessuna prospettiva di nessun genere, né tecnologica né ludica. Sony, dal canto suo, non è stata da meno: PSVita è già considerata in fase di morte clinica, forse nel corso dell’anno arriverà un’edizione portable di Little Big Planet, poi Assassin’s Creed III e poi il buio, o forse, la pace terna. Sul versante casalingo, il mattatore dell’intero E3 è stato David Cage che, con Beyond, promette di accompagnarci in un’esperienza metafisica, a metà fra la narrazione classica e le sperimentazioni più azzardate. L’ultima volta che ci aveva detto una cosa del genere ci siamo ritrovati fra le mani un laser game con una bella grafica, un sacco di quick time events e una trama bucherellata come un lenzuolo ipercentrifugato. Vedremo se questa volta le cose andranno diversamente o se, anche in Beyond, passeremo le prime due ore di gioco a raderci la barba e a giocare con dei ragazzini.  A chiusura di questo poco edificante terzetto troviamo Nintendo. Il gigante di Kyoto era atteso a questo E3 un po’ come Balotelli all’Europeo 2012, il giocatore da cui ti aspetti molto e che, di norma, finisce o per deludere o per fare un fallo da codice penale e finire squalificato. Ecco, possiamo dire che Nintendo ha fatto entrambe le cose, la delusione è stata in una conferenza che, oltre all’ennesima piattaforma social per “condividere il divertimento”, ha mostrato una line up in cui Ubisoft si è presentata come il publisher più interessante su Wii U. Potremo fermarci a questa constatazione, tuttavia, per mero autolesionismo, può essere interessante citare anche lo splendido video con cui Iwata ha anticipato i temi della conference: sfondo di parquet, un ideogramma giapponese incorniciato, giacca da Partito del Lavoro della Corea del Nord, capelli bituminosi, il “Caro Leader” di Nintendo ha tentato di spiegarci perché, nei prossimi due anni, potremo fare a meno di Samus Aran, Zelda e Mario, dato che saremo impegnati a farci spiegare da un vecchio in girello, incontrato sul bellissimo social network di Wii U, come battere l’ultimo boss di NintendoLand. Per quanto riguarda le terze parti, EA ha deciso di navigare a vista, proponendo le solite quattro IP con un nuovo numero a lato o, addirittura, senza numero, dato che ormai siamo prossimi alla terza cifra. Need For Speed Wanted (2, 3, 4?), Medal of Honor (15?), Dead Space 3, FIFA 13 (qui c’è il trucco, dato che indica l’annata), contenuti premium per Battlefield e poco altro. Tutte cose di alta qualità, ci mancherebbe, però, dalla più importante fiera mondiale dedicata al gaming, ci saremmo aspettati qualcosa di più. Certo, i dirigenti di RedWood sostengono che “a breve arriveranno grandi sorprese”, e noi possiamo pure crederci, ma, allora, qual’è il senso di manifestazioni come l’E3 se vengono mostrati solo prodotti su cui si rumoreggiava da mesi? Activision, invece, ha tenuto botta. Call of Duty ormai è una messa cantata, segue la sua propria liturgia e, come tutte le fedi, se ne frega di cosa pensano i laici. Il gioco è lo stesso da dieci anni, con qualche variazione sul tema, ma, per rimanere nel paragone, anche le cerimonie ogni tanto cambiano, ma mai abbastanza per poter dire che sono diverse. Il nuovo gioco dedicato a Star Wars sembra interessante anche se, dopo l’esperienza con Force Unleashed, anche fan più accaniti andranno molto cauti con questo action dedicato ai bassifondi di Coruscant. Se proprio dobbiamo trovare un vincitore (non da Champions League, intendiamoci, qui siamo a livello da Intertoto), la nostra scelta ricade su Ubisoft. Il publisher francese, nonostante la conference condotta dalla donna più tamarra della storia occidentale, ha mostrato alcune vere perle - su tutte il sequel di Rayman Origins - insieme a progetti furbi ma interessanti. Ovvio, Zombie U è palesemente una tech demo e il gioco, almeno per ora, non esiste, lo stesso discorso si può fare per Watchdog ma, quantomeno, Gulliemot e soci hanno deciso di scomettere su qualcosa che, se non proprio nuovo, quantomeno può dare soddisfazioni sul lungo termine. Chiudendo questa occhiata di sbieco sull’E3 più deludente degli ultimi anni, l’unico dato certo che si evince è la lunghezza ormai eccessiva di questa generazione. Wii, Xbox 360 e Playstation 3, sono, per motivi diversi, tre anziani che vorrebbero tantissimo andare in pensione ma una grande Fornero videoludica continua a rimandare di anno in anno la scadenza dei loro contratti. Se quest’anno le conference sono state una farsa fra (tanta) fuffa e pochi contenuti, l’anno prossimo rischiano di essere i requiem di un’industry che abbandonando la rincorsa tecnologica rischia di perdere una delle poche spinte che la facevano veramente progredire.
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