Twisters: il produttore Steven Spielberg ha usato il "metodo Marvel” per guidare il regista

Il regista di Twisters, Lee Isaac Chung, ha ricevuto un consiglio da Spielberg sul non preoccuparsi degli effetti speciali

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Per molto tempo Hollywood ha suddiviso mentalmente due tipi di registi: gli autori che lavorano su progetti personali (spesso in ristrettezze) e i registi di blockbuster, specializzati nel gestire budget alti, nel dirigere l’azione e gli effetti speciali. I Marvel Studios, tra mille polemiche, hanno creato una figura intermedia: un autore che si affida e che ubbidisce. Hanno fatto campagna acquisti sul mondo della televisione (i fratelli Russo, ad esempio) o del cinema da festival e da premi (Chloe Zhao fu il caso più clamoroso). Il fatto che un regista come Lee Isaac Chung sia potuto approdare alla regia di Twisters viene da questa rivoluzione nel pensiero che ormai da anni guida nuovi metodi di produzione. 

A 45 anni Lee Isaac Chung ha appena iniziato la sua nuova vita da cineasta. Dopo tre piccoli film indipendenti, è riuscito con Minari a guadagnarsi sei candidature agli Oscar (vinse il premio come miglior attrice non protagonista Youn Yuh-jung). È passato dalla voglia di ritirarsi, ad avere un posto al centro dell’industria in un solo film. Il salto fu scioccante per il regista. Racconta in un’intervista all’ Hollywood Reporter che il passaggio dall'arthouse a Twisters ha senso, una volta visto il film, ma che la rapidità con cui è avvenuto gli ha anche lasciato una grande ingenuità. 

Pensando a tutti i giorni di riprese che abbiamo avuto non mi rendevo conto che il lavoro sarebbe stato intenso come un film indipendente girato in soli 25 giorni. Minari è stato girato in 25 giorni, e ho dato tutta la mia energia, ogni momento. Pensavo che per un film più grande, un regista non si sentisse così — che avresti avuto il tempo di riflettere. No, sono solo più giorni di corsa.

Man mano che si entrava nel vivo della produzione tutti gli artisti coinvolti si sono resi conto di quanto Twisters fosse praticamente un road movie. C’erano così tante macchine che per imparare a gestirle si sono studiati i lavori di George Miller su Mad Max. È riuscito però a girare vicino a casa, scelta insolita per le grandi produzioni che tendono a spostarsi dove ci sono i migliori incentivi fiscali, Twisters si doveva girare ad Atlanta, ma il regista riuscì a convincere la produzione a concedergli alcuni giorni di riprese in Oklahoma. Conoscendo bene il posto, dice, è riuscito a risparmiare alcuni giorni di riprese muovendosi velocemente per ottenere il risultato desiderato sin da subito. 

I consigli del produttore esecutivo Steven Spielberg

Ma come finisce un regista di piccoli film riflessivi a girare uno dei blockbuster più spettacolari della stagione? Fu Steven Spielberg, che figura tra i produttori grazie alla sua Amblin Entertainment, a guidarlo verso Twisters. Le parole che ha usato per rassicurarlo possono stupire, perché appartengono proprio a quello che potremmo definire il “metodo Marvel Studios”. 

Lee Isaac Chung ha infatti imparato come ragionare sulla messa in scena di sequenze con effetti speciali lavorando sul set di The Mandalorian. Appresi i rudimenti non c’era altro da fare che affidarsi agli esperti e concentrarsi sulla caratterizzazione stilistica, emotiva, di scrittura dei personaggi di Twisters. Qui le sue parole:

Ho parlato molto di come realizzare gli aspetti tecnici, ma anche dei personaggi e dei temi e di come raccontare questa storia. Quella parte della discussione ha risuonato di più con Steven Spielberg, che è stato determinante nel portarmi a bordo. Mi ha detto che con gli aspetti tecnici me la sarei cavata, che li avrei capiti. Ciò che gli premeva davvero era che gestissi tutto quello che riguardava i personaggi.

Che piaccia o meno quello dei Marvel Studios è diventato un metodo produttivo ormai entrato nella memoria muscolare di molti studi. Lucrecia Martel aveva molto criticato la Marvel svelando alcuni retroscena del colloquio dove le era stato detto “Non preoccuparti per le scene d’azione, ce ne occuperemo noi”. La stessa cosa che Spielberg ha detto al regista di Twisters.

L’idea è che questi film ad alto investimento e ad alto rischio debbano essere il lavoro collettivo di reparti estremamente specializzati. L’one man band, il creativo che ha esperienza gestire ogni aspetto della lavorazione è rarissimo e non è nemmeno richiesto dagli studi. Con la compartimentazione i registi possono dedicarsi soprattutto a dare forma alla storia e ai temi del film, lasciando ad altri il peso degli aspetti più tecnici.

Cosa ne pensare di quanto detto da Steven Spielberg al regista di Twisters? Scrivetecelo nei commenti.

Fonte: Hollywoodreporter

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