La guerra del tempo: le piattaforme streaming non temono la sala, ma i social network

Il principale rivale delle piattaforme streaming nel prossimo futuro non sarà la sala cinematografica, ma le piattaforme di video social

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Nel 2017 un video di TikTok poteva durare 60 secondi massimo. Nel 2021 i minuti sono diventati 3. Ora la piattaforma sta lavorando per implementare video fino ai 60 minuti. L’obiettivo è aumentare il tasso di permanenza degli utenti sull’applicazione. Questa è la minaccia principale che le piattaforme streaming, di film e serie tv, dovranno affrontare. 

Non c’è mai stata partita: i rivali di Netflix non sono mai state le sale, ma il sonno, come ha più volte detto Reed Hastings. In altre parole: il numero che conta è il tempo potenziale che gli utenti possono trascorrere di fronte ai contenuti proposti. Secondo uno studio di Hub Entertainment Research, i consumatori al di sopra dei 35 anni passano il 59% del tempo trascorso con i media guardando la TV e i film. Questa percentuale è scesa al 32% nella fascia tra i 13 e i 24 anni. La maggior parte del tempo viene speso altrove. Lo schermo del cellulare è diventato il primo schermo per qualsiasi tipo di contenuto. 

Tablet e telefono stanno rimpiazzando la TV per le nuove generazioni. Anche nelle case dove è presente una smart TV, sono in aumento le ore trascorse a fruire contenuti video-social su quel dispositivo invece che i film e i programmi delle emittenti. 

Streaming: una fruizione in solitaria e a portata di mano

La dieta mediatica delle nuove generazioni è più diversificata di quella che li ha preceduti. Oltre ai social media l’attenzione viene catturata dal gaming. Questa è una delle ragioni per cui Netflix sta spingendo ormai da tempo verso nuove funzioni interne alla sua applicazione, come appunto la presenza di videogiochi. Le piattaforme streaming devono trovare un modo per sottrarre utenti ai contenuti video non premium, quelli cioè gratuiti che non necessitano nemmeno di un abbonamento. 

Cambia la fruizione: più in solitaria e in mobilità. Aumentano nella dieta mediatica i contenuti generati da altri utenti (la cui qualità produttiva ormai non dovrebbe nemmeno essere più oggetto di discussione), considerati un intrattenimento valido quanto le produzioni delle piattaforme. Una ricerca di Deloitte ha aggiunto dati: è emerso infatti che sia la generazione Z che i millennials tendono a preferire i live stream e i video social alle forme di intrattenimento classiche della televisione. 

I video sono il linguaggio principale dei social

TikTok è la piattaforma con il maggiore tempo di visione, con gli utenti che passano una media di 2.48 ore al giorno sull’app. Il formato video è ormai il principale linguaggio social, il 58.8% del tempo trascorso in media da tutti gli utenti fruendo contenuti dei social network è sui video. Nel 2021, come rivela eMarketer, era il 48.0%.

L’evoluzione del consumo dei media è di difficile previsione. Basta una nuova tecnologia, o un nuovo sistema di fruizione, per cambiare gli equilibri. Quello che sta accadendo è però una sempre più rapida diversificazione dei luoghi di fruizione. Se un tempo infatti il timore dichiarato delle sale era che il pubblico trovasse un equivalente della visione collettiva a casa, oggi con il successo dei formati premium la sala si sta affermando come un luogo per film-evento, una scelta meno casuale, ma ancora valutata dal pubblico (come dimostrano i numeri di un’industria in ripresa e i recenti successi al botteghino). Il marketing stesso dei film sta cercando nuovi luoghi di promozione, ritornando su campagne virali (quella di Longlegs è l'ultima notevole) o spostandosi nell’ambiente virtuale, sociale e ludico (come abbiamo raccontato nel caso Roblox).

Le piattaforme streaming stanno uscendo da una battaglia per guadagnarsi una fetta di torta del mercato, dopo anni di assestamento, con cambiamento di prezzi e di strategie produttive, si preparano ad affrontare un rivale diverso. La sfida non porterà solo a una nuova divisione dell’attenzione dedicata all’intrattenimento, ma potrebbe dare origini a nuove identità, più definite anche rispetto al luogo di fruizione, dei player. 

Se quindi volete aumentare i dati statistici di fruizione dei contenuti video social sappiate che BadTaste è anche su TikTok e Twitch!

Fonte: Variety

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