La storia dietro all’ultimo secondo di The Avengers | Un film in una scena

The Avengers di Joss Whedon fu lo spartiacque nella storia del cinecomic. Un’opera che ha rappresentato qualcosa di più di un film ben riuscito. È stata la consacrazione di un esperimento che ha reintrodotto un nuovo genere cinematografico nel filone più redditizio di Hollywood: il crossover.  

Ma, come nelle grandi storie, per ogni successo c’è un rischio da correre. Dalla riuscita del film sarebbe derivato infatti il futuro dell’MCU. Le riprese del film dell’anno successivo, Iron Man 3, sarebbero iniziate -cautamente- pochi giorni prima della premiere. Gli occhi erano tutti puntati su questo scalcagnato gruppo di supereroi, in una storia impossibile da far funzionare sulla carta. Si può solo immaginare il grado di pressione a cui venne sottoposto il regista (sappiamo però che, dopo Age of Ultron, non si trovò più così a suo agio con le tonnellate di aspettative da portare sulle sue spalle, insieme alle logiche corporate). Fatto sta che The Avengers fu un film calcolato al millimetro, costantemente analizzato e perfezionato. Tutto doveva essere perfetto. Tutto poteva essere migliorato. Anche all’ultimo momento.

“Partita finisce quando arbitro fischia” diceva Vujadin Boškov.

“Il film non è finito fino a ché non viene visto dal pubblico pagante” ha probabilmente pensato Joss Whedon quando, appena finita la premiere mondiale, ha convocato "gli Avengers" per girare un’ultima inquadratura. Una ciliegina sulla torta all’ultimo secondo della produzione e del film: la scena post credit in cui gli eroi mangiano shawarma.

Ve la linkiamo di seguito, dal momento che non tutti potrebbero ricordarla. Per vederla infatti occorreva aspettare fino alla fine di tutti i titoli di coda in un'epoca in cui il pubblico non era ancora pronto a sorprese dell'ultimissimo secondo.

Ma perché Joss Whedon ha avuto questo bisogno di aggiungere un’inquadratura a fine film? La storia è… non breve.

Nella sceneggiatura originale Tony Stark portava la bomba nel portale aperto da Loki e cadeva a terra. Salvato da Hulk perdeva conoscenza sembrando morto, esattamente come abbiamo visto nel film. Una volta risvegliato avrebbe dovuto chiedere ai compagni “e ora cosa succede?”. Fine della scena, via con la successiva.

Ma Robert Downey Jr, che sul set aveva mantenuto un atteggiamento produttivo e da padrone di casa non era soddisfatto della battuta. Ha quindi espresso i suoi dubbi e chiesto a Whedon di riscrivere la scena. Da una battuta diventarono tre pagine di sceneggiatura, contenenti diverse variazioni delle battute che seguono il risveglio di Tony. L’unica che entrò nel film finito fu “ditemi che nessuno ha provato a baciarmi”. Gli altri dialoghi in cui Tony si congratula con gli Avengers per avere vinto la battaglia e riflette su quanto tempo gli servirà per riprendersi, sono rimasti su carta.

Quello che conta però è che le riscritture hanno dato spessore al momento. In quel frangente Iron Man realizza infatti che ci saranno ancora molte battaglie da combattere in futuro. Allora perché non fermarsi un attimo e provare il nuovo ristorante appena aperto? Quest’ultima proposta è finita nel montaggio che abbiamo visto in sala.

Ma come gli è venuta in mente?

L’ispirazione per la battuta e per la scena è venuta da momento particolare della vita del regista. L’attrice Amy Acker, nota per avere interpretato Illyria nella serie Angel, creata da Whedon, ha raccontato un curioso aneddoto a riguardo. Alla fine delle riprese di A Hole in the World, episodio della serie in cui il personaggio di Fred trova la morte, Joss e il cast di Angel erano talmente coinvolti nella storia da essere rimasti sotto shock. Quel giorno si ritrovarono a mangiare intorno a un tavolo, senza dire una parola e guardando nel vuoto. Vi ricorda qualcosa?

Che sia ispirata a quel momento del dietro le quinte di Angel, o che sia stata un’idea totalmente originale, la “scena shawarma” ha dato non pochi problemi alla produzione.

A quel punto della lavorazione tutti gli Avengers avevano terminato i loro impegni e si stavano dedicando ad altri progetti, oltre alla promozione del film. Chris Evans si era fatto crescere la barba per la parte nel film Snowpiercer. Un dettaglio incompatibile con lo stato della mandibola di Captain America in quel punto di continuità del film. Quello che poteva essere un nuovo “baffogate" è stato abilmente risolto con una copertura prostetica alla barba. Purtroppo però la finta pelle faticava a restare attaccata. Evans fu quindi costretto ad essere l’unico Avengers inappetente, con il gomito sul tavolo e la guancia appoggiata alla mano. Ovviamente tutto questo per coprire la barba e tenere su il pezzo di volto cadente.

Vedere gli Avengers stremati a fine delle loro avventure è un simpatico regalo ai fan che aiuta il film umanizzando i personaggi. La battuta dello shawarma, che ricordiamo è stata inserita ben prima di girare la scena post credit, ha trovato così la quadra. Un momento che, altrimenti, sarebbe rimasto in sospeso (e, francamente, neanche troppo riuscito) nel film.

La presenza di Thor a quel tavolo rappresenta però un problema. Quando si colloca la scena? Se fosse subito dopo avere catturato Loki significherebbe che il dio di Asgard ha lasciato incustodito il fratellastro per andare a mangiare un panino. Se fosse dopo, significherebbe che Odino ha concesso un bel viaggio attraverso il bifrost, con un bel dispendio di potere ed energie, solamente per un panino.

Ma si sa, per un buon shawarma, e per un successo internazionale che ha lanciato una delle stagioni più incredibili del cinema popolare, questo ed altro!

I secondi finali di The Avengers sono così diventati iconici, simbolo di uno stile Marvel unico e inconfondibile. Anni dopo, mentre l’universo raggiungeva il suo culmine, Robert Downey Jr si concedeva una pausa con il cast femminile durante la ripresa della saga del Guanto dell’Infinito.

Possiamo vedere le immagini sul profilo Instagram dell'attore. Nuove leve intorno a un tavolo vicino all’attore che ha iniziato il viaggio, stanchi da una giornata di riprese, ma circondati da buon cibo.

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