Il caso di Chris Stuckmann: dalle recensioni nella cameretta a un film prodotto da Mike Flanagan

Shelby Oaks, il film di Chris Stuckmann arriva nelle sale statunitensi grazie a Neon. La sua produzione è sostenuta da Mike Flanagan

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La faccenda del film di Chris Stuckmann facendo molto parlare di sé. Quando un critico cinematografico che recensisce film su YouTube decide di fare un film, è difficile prenderlo sul serio. Anche se ha più di due milioni di iscritti. Stuckmann è uno dei pionieri della disciplina, con un canale che risale a 13 anni fa, è diventato a partire dalla sua cameretta (i primi video erano girati con lui seduto sul letto) un critico credibile, citato e influente. Ora ha esordito in regia. Il suo primo lungometraggio, Shelby Oaks, ha avuto una produzione dal basso che man mano è cresciuta di ambizione e importanza. Rappresenta oggi, insieme al caso di Hundreds of Beavers, il segno del riemergere nel 2024 delle produzioni Do It Yourself e della capacità dell’industria cinematografica di assorbire e valorizzare nuove voci anche al di fuori del circuito streaming, ma trovando uno spazio direttamente in sala. 

Shelby Oaks nasce come un piccolo horror. Quello che si sa della trama è che Stuckmann non si è allontanato molto dal suo mondo: il film racconta infatti di una donna alla ricerca della sorella, una YouTuber investigatrice del paranormale, scomparsa in circostanze misteriose. Il regista sul suo canale ha spesso trattato di opere horror, anche di nicchia. In una di queste recensioni parlò in maniera entusiasta di Oculus, il film di svolta della carriera di Mike Flanagan. Quest’ultimo raggiunse Stuckmann via mail, iniziando una corrispondenza che divenne sostegno quando si iniziò a delineare la sceneggiatura di Shelby Oaks

Mike Flanagan si aggiunge al progetto

Flanagan si offrì di leggere e supervisionare la sceneggiatura. Il film, nel frattempo, veniva sostenuto da un’imponente campagna Kickstarter. L’obiettivo non era trovare i soldi per far partire la produzione, ma fare in modo che la produzione rispettasse le ambizioni del film. L’esposizione mediatica dello Stuckmann YouTuber comportava che l’intero progetto non potesse venire considerato come un’opera prima “amatoriale”. La pressione sull'intera operazione era maggiore rispetto ad opere analoghe di sconosciuti, ma la sua popolarità ha permesso anche di trovare $1,390,845 finanziati da 14,720 utenti.

Fu proprio la raccolta fondi ad affascinare Flanagan. Il suo primo film, Absentia, era stato finanziato nello stesso modo. Quando è stato annunciato che il creatore di The Haunting of Hill House sarebbe comparso nei crediti di Shelby Oaks come produttore esecutivo, si è sbloccata “la serie A” per il film. In poco infatti lo studio Neon (quello dietro al successo di Longlegs) ha acquisito i diritti del film garantendogli una distribuzione theatrical. Non certo una consuetudine per lungometraggi come questo. 

Se reggerà le aspettative, se riuscirà a camminare bene nel complicato mercato della sala è ancora tutto da vedere. Il fatto che ci sia anche solo una possibilità di farsi valere, è già un buon segno. Stuckmann ha studiato regia grazie ai proventi del canale. Ha sperimentato con dei cortometraggi girati con la moglie e pubblicati prima delle recensioni speciali di Halloween. Ora si trova a un bivio della carriera. Ha dichiarato a Variety di voler continuare fare entrambe le cose, continuando a recensire film e a raccontare il dietro le quinte delle produzioni sul suo canale. Un po’ come fatto da David F. Sandberg, il regista di Shazam! che si è fatto conoscere ad Hollywood proprio grazie ai video caricati sul social network.

Shelby Oaks potrebbe dall'altro lato rivelarsi un buco nell’acqua. Stuckmann ha subito molte critiche recentemente per avere deciso di non parlare più male dei film, da quando è diventato regista. Una scelta di rispetto per i colleghi che, per forza di cose, gli ha impedito di continuare ad essere un critico cinematografico (le sue recensioni fanno tutt’ora punteggio su Rotten Tomatoes). L’appoggio del pubblico di YouTube potrebbe non riversarsi allo stesso modo in sala.

Quello che conta da questa storia è però, ancora una volta, la dimostrazione che il consiglio migliore per i giovani aspiranti filmaker è solo uno: iniziare a fare sin da subito, anche senza mezzi, anche dalla propria cameretta.

Fonte: Variety

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