Fuori di testa, rivisto oggi
Fuori di testa non è solo il perfetto prototipo della commedia adolescenziale, è anche un film progressista
Questo articolo fa parte della rubrica Rivisti oggi
Fuori di testa, la sessualità femminile...
Fuori di testa, facciamo un rapido riassunto nel caso non ve lo ricordaste, è un film corale, come capita spesso alle commedie adolescenziali. Segue almeno tre sottotrame diverse, più o meno equamente divise tra personaggi maschili e femminili: c’è chi vuole mollare la sua fidanzata per arrivare single all’ultimo anno di liceo, chi è sempre fatto (Sean Penn) e litiga costantemente con il suo professore, e c’è una quindicenne (interpretata da una ventenne Jennifer Jason Leigh) che vuole perdere la verginità perché invidia il fatto che le sue amiche più grandi abbiano già fatto quell’esperienza. Ed è proprio quest’ultima che ci interessa.
Pur essendo stato scritto da un uomo (Cameron Crowe), che per un anno si infiltrò in un vero liceo per studiare la vita e il linguaggio degli adolescenti e avere materiale di prima mano per raccontare la sua esperienza, Fuori di testa è diretto da una donna – e si vede. Dove nella maggior parte delle commedie sexy, anni Ottanta e non solo, i personaggi femminili sono tendenzialmente oggettificati o comunque trattati come bersaglio e oggetto del desiderio dei protagonisti, Stacy è dotata di quella che viene definita agency. È lei che decide che vuole scoprire le gioie del sesso, è lei che controlla le sue esperienze ed è lei che guarda ai maschi con occhi bramosi. Non è una cosa da poco per un film uscito nel 1982, ed è incredibile che la critica all’epoca abbia fatto fatica ad accorgersene.
... e l’aborto
In questo senso, la sequenza dell’aborto è clamorosamente avanti: quando finalmente Stacy riesce a ottenere quello che vuole, scopre che non è tutto rose e fiori. Viene ignorata e abbandonata dal maschio che è riuscita a conquistare, e scopre di essere incinta. È qui che Fuori di testa si dimostra più che una semplice commedia sexy con gli adolescenti, prendendo una netta posizione che oggi definiremmo pro-choice – una scelta che peraltro, secondo Cameron Crowe, oggi sarebbe “estremamente controversa”. Non siamo del tutto d’accordo con quest’idea, anzi: semmai è sorprendente che un film degli anni Ottanta riesca a mettere in scena una situazione del genere senza esasperarla, ma presentandola come un normale evento nella vita di una ragazza adolescente. Non piacevole, certo, né auspicabile, ma qualcosa che succede e con il quale può capitare di dover fare i conti. “La vita va così”, secondo Amy Heckerling: il fatto che Fuori di testa racconti questo episodio senza giudicarlo, anzi con piglio quasi cronachistico, è uno dei motivi per cui il film spicca ancora oggi nel panorama del genere.
D’altra parte stiamo parlando di un film coraggioso da moltissimi punti di vista: inizialmente venne addirittura catalogato con il temuto X-rating, perché nella scena di sesso che coinvolge Stacy e Mike si vedeva, nel montaggio iniziale, il pene di lui – qualcosa di inaccettabile per la Hollywood di allora, per la quale la nudità coincideva esclusivamente con quella femminile. L’inquadratura venne tagliata, ma il tentativo di infrangere anche questa barriera rimane, ed è uno dei tanti motivi per cui Fuori di testa è molto di più che una commediola sexy adolescenziale.
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