Natale in Sudafrica - La recensione

Due fratelli si truffano tra di loro, mentre due amici cercano di conquistare la zoologa Angela Ladesse. Quando pensi che non si possa far peggio di Natale a Beverly Hills, il cinepanettone diventa ancora più moscio... Con l'elenco delle frasi più becere e la scheda 'recitativa' di Belen...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Natale in Sudafrica
RegiaNeri Parenti
Cast
Christian De Sica, Max Tortora, Belen Rodriguez, Massimo Ghini, Giorgio Panariello, Barbara Tabita, Serena Autieri, Laura Esquivel

Uscita17-12-2010 

Per tutti quelli che annunciavano cambiamenti e l'evoluzione del cinepanettone, l'inizio non potrebbe essere più tranquillizzante, visto che ci mostra il lato b di un gruppo di elefanti. Possiamo stare sereni, insomma, perché di originalità e innovazioni neanche a parlarne, tra megaruttoni, ippopotami scureggioni, pisciate e facili riferimenti all'attualità (un inno al bunga bunga che è chiaramente stato messo all'ultimo momento). Il punto è che tutto questo potrebbe anche funzionare per dar vita a un prodotto di facile consumo, se non fosse per la poca convinzione di cast e realizzatori.

Christian De Sica, ormai, va col pilota automatico, ma chiaramente pensa ad altro. E' chiaro quanto sia stufo dell'impegno natalizio e di dover fare sempre le stesse cose (qui, nonostante le smentite, l'unica differenza è che non prova a trombarsi tutto il trombabile), ma a questo punto non sarebbe meglio mollare o richiedere svolte che riescano a intrigarlo maggiormente? Comunque, non è certo il peggiore, visto che questo riconoscimento lo concedo volentieri a Giorgio Panariello, che è totalmente incapace di strappare una risata. Se, come si sussurra, sarà lui a prendersi sulle spalle l'eredità di De Sica quando quest'ultimo deciderà di passare a miglior vita (artistica, s'intende), sono cavoli amari. E di sicuro, non è che Massimo Ghini ispiri molta più fiducia.

Piuttosto, sembra sprecata la presenza di Max Tortora, che all'inizio poteva sembrare una figura intrigante e da dark comedy, scelta che ovviamente poi viene abbandonata (non sia mai che si prendano dei rischi, seppur minimi). A questo punto, dopo un inizio imbarazzante (forse perché deve dire una frase leggermente lunga e ha di fronte un Neri Parenti in un cammeo non proprio raffinatissimo?), non è neanche il caso di massacrare troppo Belen Rodriguez (per maggiori dettagli sull'interpretazione, c'è la scheda di approfondimento sotto), che ovviamente fa la sua porca figura (è proprio il caso di dirlo). Una cosa che invece non si sopporta proprio più sono i giovani protagonisti dei cinepanettoni, in questo caso Laura "Il mondo di Patty" Esquivel (doppiata, tanto per cambiare, da schifo) e i suoi due insipidissimi spasimanti.

E la storia (parola grossa)? Siamo nel solito campo della commedia degli equivoci, peccato che anche quei due-tre che potrebbero funzionare vengono mollati sul più bello (come Ghini per sbaglio a letto con Panariello, roba che De Sica e Boldi dieci anni fa avrebbero prodotto una sequenza da stracult). Il ritmo ormai è eccitante come un'orazione funebre, tanto che il rischio sonnolenza si presenta diverse volte in tutta la pellicola. Per non parlare dei soliti, allucinanti, effetti (poco, molto poco) speciali. Così, quando si arriva a copiare pari pari, persino nell'inquadratura, una scena di Un pesce di nome Wanda, non sai neanche più che dire...

Una cosa, però, la possiamo dire. Magari questo film, grazie al culo di Belen, i suoi venti milionozzi li fa pure. Ma il rischio di distruggere il giocattolo che tanto ha dato al cinema italiano (almeno come introiti, tasse e posti di lavoro) inizia a essere forte..

La scheda critica di Belen - minuto per minuto
Visto che uno dei punti di forza del nuovo cinepanettone sono le straordinarie doti artistiche di Belen, conviene analizzare bene la sua prova. Si comincia dalla foto di un calendario (chiaro riferimento a chi è partito così per arrivare a diventare ministro, con una critica sociale forte quasi come quella di Nanni Moretti e del suo Il Caimano). Poi, in aereo, un Massimo Ghini senza lenti a contatto per sbaglio le strappa la gonna e la lascia in mutande (ovviamente, un'analisi della crisi economica che colpisce le famiglie). In seguito, tanta coscia mostrata grazie ai pantaloncini corti e pose da calendario per conquistare un posto in jeep (ossia, i sacrifici che devono fare le donne per portare a termine il loro lavoro).
Ci sono poi due chiari riferimenti a Meryl Streep. Il primo è una citazione de La mia Africa, quando Belen dice che "Io la Savana la conosco come le mie tasche" e si dà una pacca sul culo, esattamente lo stesso che faceva il personaggio di Karen Blixen in quel film (o sbaglio?). La seconda è quando parla coi selvaggi nella loro lingua e viene naturale pensare alla Streep che si esprime benissimo in polacco ne La scelta di Sophie. In generale, si sprecano le scene in cui ride senza ragione e si sistema i capelli (cinema sperimentale anni sessanta, ovvio), così come i primi piani del suo lato B (che sorpresa). Ma il momento clou è quando dà vita a uno spogliarello sconclusionato, con una scusa narrativa che rende le storiche docce di Edwige assolutamente giustificate e intellettuali.
Purtroppo, nonostante le promesse ("troverò il modo di sdebitarmi"), l'attrice non si impegna fino in fondo e il risultato è fin troppo casto e poco diverso dagli spot Tim. Considerando la concorrenza delle foto delle riviste di gossip che la ritraggono continuamente, Belen Rodriguez dovrà impegnarsi ancora molto per raggiungere i livelli sperati (dal pubblico), mettendo a nudo la sua anima...

L'elenco delle frasi più becere

  • Ma come cazzo parlate?

  • Un caffè lo posso pure offrire, tanto qui lo fanno de merda

  • A quest'ora c'avevo il culo che sbadigliava

  • "Che vordi?" "E che vordi, che è una zoccola..."

  • Tanto il mio figliolo prima o poi te la tromba

  • Pace all'anima de li mortacci sua

  • "Sono poliglotta". "No, lei e' una polignocca"

  • Tesoro, vai su questo sito, pijatelanderculo.com

  • Chi è, il cocchiere de dracula?

  • A volte la natura fa brutti scherzi, ma con te figlia mia, t'ha proprio presa per il culo

  • Ripijate sto cesso alla turca

  • Ladesse? Se lei la desse, io la prenderei molto volentieri

  • Omo di lombo, è sicuro che trombo

  • 192, scopo io e non scopa bue

  • Al mio socio, gli facciamounculocosi.com

  • Non era un cammellino, era una pecorina

  • "Sto con due ragazzi contemporaneamente. E mi sento... mi sento..." "Un po' troia"

  • "Mandaje na lettera di Natale" "E che scrivo?" "A cornuti"

  • "Vitelozzo?". "Si, e' un nome toscano". "Un nome del cazzo..."

  • Vattela a pija nderculo

  • Già che ci siamo, gli si butta anche due petardi nel culo e ci si diverte di più

  • La merda der culo de merda

  • "Ma che mi lascia cosi, senza dirmi una parola?". "Ma vaffanculo"

  • "Sono portato a immortalare le maiale". "Più che altro le immortadella"

  • Sai cos'è, un mamba frocio?

  • L'hai ammazzato col piscio?

  • Ma che è, uno tsunami de merda?

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