Find Me Falling, la recensione
Su un'isola greca, luogo di amore e recupero dei veri valori, Find Me Falling vuole fare una commedia e un dramma ma sbaglia le dosi
La recensione di Find Me Falling, il film di Netflix ambientato in grecia tra romanticismo e suicidi
Non c’è nessuna vera volontà di fare un film diverso dal solito in Find Me Falling. E va bene. I film di Netflix sono ancora più basati sulla premessa di quanto già non siano i film per il cinema (ma sempre meno di quanto non lo sono le serie tv), lo sviluppo della premessa è totalmente secondario e nella maggior parte dei casi va proprio contro lo spirito di “originalità” che ha motivato il soggetto. Quello che importa è che lo spunto abbia una caratteristica “unica”, non che poi la storia ne segua l’esempio. Quindi va bene. Meno bene va il fatto che Stelana Kliris (regista e sceneggiatrice) sembri davvero non divertirsi per niente con il suo stesso film. Anzi!
È evidente che vorrebbe essere un film che mette insieme il drammatico e la commedia con una certa forza, o almeno più del solito, ed è evidente anche come vuole farlo, proprio affiancando le storie tristi con la linea romantica. Ma sembra scambiare l’associazione del montaggio (quando metti due cose una dopo l’altra) con la mescolanza. In Find Me Falling i toni non sono mai mescolati (ciò che rende davvero un film agrodolce, quando qualcosa di triste scaturisce da qualcosa di divertente e viceversa) semmai sono messi in fila, che è quel che fanno le commedie italiane scritte male: colonna sonora triste, faccia del protagonista aggrottata, rivelazione amara, e poi stacco, linea comica entra in scena con qualcosa di leggero e una musica allegra. Non proprio il punto di riferimento migliore.