Appuntamento con l'Amore, la recensione
Da una storia piccolissima e da uno spunto molto banale, Appuntamento con l'amore tira fuori un concept stringente e diventa un film caldissimo
Sebbene quindi Appuntamento con l'Amore (stesso "fantasioso" titolo italiano del brutto film di Gary Marshall del 2010 e molto diverso dall'americano Two Night Stand, una variazione sulla proverbiale "one night stand" che indica l'avventura sessuale occasionale) faccia di tutto per mascherare la propria struttura non siamo lontani dai soliti opposti che a furia di litigare si innamorano fino almeno a tre quarti del film, quando un'incomprensione o una bugia a lungo nascosta li allontanerà in modo che il finale possa ricongiungerli con pathos. Eppure la maniera in cui Miles Teller e Analeigh Tipton incarnano il necessario mix di tenerezza, romanticismo e fasulla disinibizione sessuale è avvincente. Il caldo sprigionato in quelle mura scioglie i personaggi dalla loro rigidità e ne rivela strato dopo strato una natura più tenera e soffice della media. Appuntamento con l'Amore è realmente un film d'atmosfera, di domeniche pomeriggio passate a far niente mentre fuori nevica.
Ci sono poche cose del resto che contano davvero in una commedia sentimentale di questo tipo. Di certo non è l'umorismo e di certo non è nemmeno la possibile sincerità di una storia che, comunque vada, deve seguire un percorso talmente obbligato da perdere in fretta ogni aderenza alla realtà. Allora è semmai la credibilità di un legame tra i due protagonisti a fare la differenza. Non sono i dialoghi a contare ma i silenzi che li condiscono e la maniera in cui la messa in scena crea la concretezza del sentimento. Se nel melodramma sono i tramonti, i colori accessi, la lussuria naturalistica e la grandezza degli spazi a dare la misura della tragedia, nella commedia sentimentale urbana (se non proprio newyorkese, che è un genere a sè), sono gli spazi angusti, la modernità degli interni, la capacità di rappresentare lo zeitgeist contemporaneo e il rapporto che si stringe con la città a battere il tempo.Il segreto della riuscita di questo adorabile piccolo film sta quindi nel modo in cui Max Nichols coordina tutte le componenti del film per dare dignità alla materia più frivola in assoluto o anche nel modo in cui culla i due protagonisti nella bambagia di un caldo appartamento durante un'iperbolica e paradossale nevicata o ancora l'assoluta mancanza di insistenza nel fare una morale. Sono questi tutti piccoli segreti della trasformazione di una sceneggiatura carina in film pienamente riuscito.