Zerocalcare presenta Questo mondo non mi renderà cattivo, la sua prima serie animata "completamente originale"
Zerocalcare ha presentato oggi Questo mondo non mi renderà cattivo, la sua prima serie animata "completamente originale"
È stata presentata oggi all'ex mattatoio di Testaccio a Roma, dove si svolgerà in serata un grande evento aperto al pubblico, Questo mondo non mi renderà cattivo, la nuova serie animata di Zerocalcare in sei episodi in uscita venerdì 9 giugno su Netflix.
Zerocalcare - In realtà mi batto sempre per dire che anche Strappare era originale, ma c’erano dei pezzetti basati su opere precedenti. Paradossalmente questa serie era stata scritta prima, qualche anno fa, soltanto che non ero ancora riuscito a farla arrivare a Netflix. Erano i momenti in cui stavo iniziando le prime prove di animazione da solo, mi stavo misurando sul formato breve, e mi sono reso conto che avevo paura a fare qualcosa anche avesse un profilo lungo e orizzontale. Strappare rimaneva più nella mia comfort zone, come primo esperimento da presentare al vasto pubblico. Quell’esperienza mi ha aiutato a capire i miei limiti e a capire in che modo tutte le persone che poi ci hanno lavorato, a partire da Movimenti, avrebbero potuto aiutarmi a colmare questi miei limiti. Quindi ho iniziato a sentirmi più sicuro sulla possibilità di fare questa serie, che tutto sommato va benissimo perché Strappare presenta i personaggi, mentre Questo mondo introduce dei temi più complessi, mi sembra insomma un percorso sensato.
Ci spieghi il titolo?Il titolo nasce dalla canzone, che è una canzone di Path, un cantautore di Anguillara. Non si riferisce direttamente a me: nella serie sono tanti personaggi che vengono messi alla prova dal mondo, prove molto più impegnative o dolorose di quelle che devo passare io, che in quel cast di personaggi sono un privilegiato. È un auspicio rispetto a quello che abbiamo intorno, al tentativo che abbiamo spesso, quando attraversiamo delle crisi del “si salvi chi può”, di scappare sgomitando sopra gli altri. Questa serie racconta sia chi cade in quella tentazione, sia chi invece no.
I personaggi sono gli stessi di Strappare, ma ci sono anche dei personaggi nuovi, a cominciare da Cesare…
Lo dico subito: Cesare non è UNA persona vera, nella mia vita ci sono stati tanti Cesari. Sono cose che purtroppo mi sono capitate spesso, anche di recente. Cesare è un insieme di persone, un amico che è stato assente forzato dal quartiere per 20 anni quasi e che quando ritorna non riesce a trovare dei punti di riferimento anche perché questi che erano i suoi punti di riferimento stanno quasi allo sbando quanto lui. E quindi ne trova altri…
Michele Foschini, segui Zerocalcare da quando ha consolidato la propria presenza editoriale. Ci parli del passaggio dai libri che fate con BAO alla produzione di una serie animata?
Quando Michele ha detto che voleva fare animazione sul serio mi ha chiesto di venire con lui per aiutarlo, in caso di litigate… Quello che posso dire è che in 3 anni nessuno ha litigato, e posso davvero giurarlo. Abbiamo affrontato tutti insieme la curva di apprendimento di quello che gli serviva. Inizialmente voleva fare TUTTO, ma ha imparato che c’erano fasi in cui poteva delegare la manodopera della lavorazione, e quindi abbiamo iniziato a fare un lavoro in cui io mettevo ordine ad alcuni suoi guazzabugli e lui si ispirava da essi per fare cose nuove.
Hai un cameo anche qui?
Interpreto una guardia. Ho infuso umanità a un lavoro ingrato!
Giorgio Scorza. Ci sono stati degli scatti evolutivi nella lavorazione della serie, nel tipo di approccio al lavoro? Avete dovuto settore procedure eccetera? Quanti eravate?
Eravamo circa 300 a lavorare alla serie, a proposito di Questo mondo non mi renderà cattivo e l’andare d’accordo… In una serie come questa tante persone devono collaborare con lo stesso obiettivo. L’animazione è questa magia, che è quella di lavorare in una filiera continuativa che trovo molto affascinante. Se Michele l’avesse fatto da solo ci avrebbe messo 20 anni! Avendo impostato il linguaggio traducendo il fumetto in animazione in Strappare, tipo come trattiamo il segno il colore la luce e l’ombra, con uno stile in continuità col fumetto ma mai identico, qui abbiamo potuto giocare maggiormente sulla qualità e sulla recitazione dei personaggi. È una serie più lineare, ci sono monologhi e dialoghi molto densi e drammatici. Poi ci siamo divertiti a sperimentare con le tecniche, giocando col senso della serie… usando l'animazione stop motion in un momento didascalico cui volevamo dare una dimensione sarcastica e grottesca… La pixel art che richiama l’immaginario della sala giochi… e che qui diventa un argomento narrativo. Insomma ci siamo divertiti di più a livello registico. Grazie alla voce di Michele con Netflix è una serie adult animata fatta interamente in italia, quasi pionieristica per l’Europa, una cosa di un valore immenso che senza un autore così seguito non sarebbe mai successa. Non dico che è proprio made in Italy… ma è stata fatta in Italia.
Che aneddoti ci racconti sulla lavorazione, sono successe cose... imbarazzanti?
La seconda parola della serie è una parolaccia, quindi è difficile avere momenti di imbarazzo assoluto con queste premesse. Momenti divertenti... soprattutto durante il doppiaggio di Mastandrea, che poteva decostruire i dialoghi: abbiamo passato 25 minuti a decidere se dire sangue e merda o merda in petto. Poi quando Michele ha iniziato a doppiare Maddalena, la mamma di Cesare, ha iniziato a mandarci questo doppiaggio abbozzato dicendo “non so fare l'accento sardo, faccio quello che riesco”. Quindi abbiamo deciso di far parlare Maddalena come Yoda in sardo!
Ilaria Castiglioni, che cosa vi aspettate sulla serie a Netflix? Ci saranno polemiche?
Siamo molto scaramantici quindi ci aspettiamo un po’ di tutto. La cosa che mi aspetto, perché mi ha emozionato e stupito con Strappare, è la partecipazione del pubblico. Una partecipazione di pubblico che non diceva “mi è piaciuto / non mi è piaciuto”, ma che si identificava nella serie. Ci siamo letti tutti i commenti, e abbiamo capito che c’era una forte identificazione con le storie che stava raccontando. Come se la serie fosse di tutti, e questo è molto emozionante per noi.
Questa serie sembra più divisiva e complessa. Pensi che creerà delle polemiche?
Zerocalcare: Se sarà divisiva sarà per l'elemento politico che contiene. Ma se il nazismo è considerato in Indiana Jones, allora non vedo perché qui non dovrebbe esserlo… Ma nel nostro paese mi faccio sempre sorprendere. La complessità è soprattutto per la durata: un conto sono episodi da 5 minuti, ma episodi da mezz’ora temevo sarebbero stati troppo lunghi… E invece è andato tutto bene.
Qual è stata la reazione internazionale a Strappare che non ti aspettavi?
Zerocalcare: gli ispanofoni mi hanno stupito un sacco. Sapevo di essere conosciuto in Francia, ma non immaginavo che il mondo spagnolo e sudamericano fosse così ricettivo, anche negli aspetti polemici. Una cosa molto simile all’Italia, e sono molto contento.
Come ti viene in mente di rappresentare i vari personaggi come personaggi pop?
In realtà io lo faccio quando ho poco tempo per presentare un personaggio. All’inizio quando ho cominciato sul blog era per storie brevi: siccome tutti noi condividevamo certi riferimenti su certi personaggi, potevo evitare di raccontare gli aspetti “protettivi e tenaci” mettendo, per esempio, Lady Cocca come mia mamma.
Nella serie usi il termine "nazista" spiegando il motivo per cui lo usi al posto di "fascista". Ma a un certo punto può crearsi l'equivoco che chi è contrario ai migranti sia per forza nazista. Che ne pensi?
No. Non ritengo che chiunque abbia dubbi sulle modalità di accoglienza sia nazista. In realtà nella serie si cerca di fare una grossa distinzione tra persone che si vivono sulla loro pelle tutta una serie di disagi e quindi, come il caso di Cesare, credono a delle soluzioni che per me non sono condivisibili ma per loro evidentemente sì, e persone che invece fanno SPECULAZIONE POLITICA e strumentalizzano quelle persone per il proprio tornaconto elettorale o i propri interessi. Non penso che le persone che stanno nei quartieri siano naziste, anche perché il nostro mondo non è pieno di nazisti.
Scorza, come avete lavorato sulla musica in questa seconda stagione?
Con lo stesso approccio di Strappare. Michele ha delle idee durante la sceneggiatura e ci manda una lista, poi noi aggiungiamo mettendo un commento sonoro molto puntuale, quasi maniacale, nel tentativo di sottolineare tutti i livelli narrativi che ci sono. Inoltre la musica aiuta a capire alcune citazioni, che vanno colte più rapidamente rispetto ai fumetti. Poi c’è una sonorizzazione con un foley da cinema, volevamo infatti evitare di dare una percezione da cartone animato per bimbi: quindi abbiamo messo i rumori di Roma, i fruscii dei vestiti eccetera, in maniera molto realistica.
Michele: che effetto ti fa portare persone in un posto simbolico come questa ambasciata (al Mattatoio si trova l'ambasciata curda, che non è una vera e propria ambasciata vista la situazione politica del Kurdistan, ndr).
Per me emotivamente è abbastanza impressionante, avevo molta paura ad affiancare Netflix ai martiri curdi. Ma quando ne ho parlato coi curdi loro erano contentissimi. Per quanto mi riguarda, se stasera delle persone, transitando in questo posto, arrivassero a farsi delle domande, a interrogarsi e a informarsi, sarebbe bellissimo.
Sei già al lavoro su una terza serie? E cosa ti piacerebbe raccontare?
No non ne abbiamo mai parlato, ovviamente voglio vedere come va questa. Io ho un sacco di cose che mi andrebbe di raccontare, ho una bozza di mail in cui ho un mucchio di inizi di cose, cose che i sono successe e che potrebbero diventare qualcosa. Ma non ho le idee molto chiare.
E Netflix ci ha pensato a una terza serie?
Castiglioni: La nostra porta è sempre aperta, aspettiamo di vedere come va questa. Hanno iniziato a lavorare a questa serie una settimana dopo l’uscita di Strappare…
Nella serie si dice che il mercato ti premia quando hai una cosa importante da dire mano la dici. Tu come ti stai trovando?
Zerocalcare: Tante volte mi hanno cercato perché gli piaceva il mio profilo ma non erano MAI interessati a cosa dicevo. Una schizofrenia. La quadra non so se la sto trovando, ovviamente l’ho trovata in una nicchia di mercato a livello editoriale. Ovviamente sono contento di quanto vendono i libri, ma un libro mio che va bene non si paragona agli abbonati di Netflix o a Bruno Vespa… Non ho idea se questa serie verrà accolta bene o no. Peraltro vorrei sottolineare che questa storia racconta vicende che hanno attraversato me, le persone con cui sono cresciuto, le amicizie che non sono state all’altezza di quello che mia spettavo, di gente con cui ho litigato. Questa serie non parla della mia battaglia politica, questa è una cosa della mia biografia, è la mia vita.
Puoi entrare nel dettaglio del perché il fascismo, secondo te, oggi non fa più abbastanza paura?
Zerocalcare: lo sottoscrivo, nel nostro paese è un dato di fatto che non sia più un ostacolo venire da quella storia e rivendicare una continuità ideale. Anzi, mi sembra che non ci sia alcuna posizione preclusa a chi fa riferimento a quella storia là. Per fortuna che per il nazismo gli ebrei tengono più il punto...
Come vivi oggi la popolarità? È davvero una vita invivibile?
Non ho mai detto che la mia vita è invivibile. Quando hanno travisato le mie parole mi ha chiamato mia madre dicendo “ma che cazzo dici?!”. Questa serie, per contro, potrebbe ridurre la mia popolarità quindi va bene! Dopo Strappare è indubbio che ci sia stato un grosso boom di popolarità, ma la fase molto impegnativa è stata quelle due settimane, i social erano ingolfati. Insomma non faccio il calciatore quindi posso girare per strada tranquillo…
Nella serie c'è una scena in cui spieghi di non voler più usare la N word, tuttavia in un'altra scena c'è un produttore omofobo che utilizza la F word. Come mai questa scelta differente tra le due parole?
La F word la metto in bocca a personaggi omofobi, oggettivamente negativi e deprecabili. Perché una sì e una no? In realtà credo ci sia una grossa confusione in generale. Secondo me ci sono delle cose che sono battaglie molto giuste all’interno della società. Per altre, dovremmo sviscerare meglio il tema riguardo ai prodotti di fiction. Ho paura che sterilizzare il linguaggio possa essere un problema. Intanto sostengo che tutti dovremmo fare un lavoro sulla nostra vita di tutti i giorni per cancellare queste parole dal nostro linguaggio. Ma la fiction che interessa a me è quella che mette in scena dei conflitti: capisco che l'uso delle parole sia doloroso, ma non lo è altrettanto una scena in cui si vede un pestaggio o una situazione violenta di discriminazione? Rispetto il concetto dei safe space, ma nella fiction dobbiamo immaginarci che sia tutto safe?
Ilaria Castiglioni: Noi ne abbiamo dibattuto e discusso. La serie parla anche di migranti, e c’è una sensibilità che riguarda quella sfera. Il fatto di aver inserito un dibattito è stato intelligente, perché in questo modo permette di parlarne.
Michele Foschini: Anche il turpiloquio nei dialoghi di Zerocalcare non è fine a se stesso, ma racconta la società che lo circonda. Nel parlato comune c’è un peso diverso tra una parola e un’altra. Penso che sia legato anche all’uso attuale che se ne fa. Per la N word, ormai, ci sono più persone che si mordono la lingua, la F word è di uso molto più comune purtroppo. È quindi una scelta legata al realismo dell'utilizzo, all’uso che la società fa delle parole.
Trovate tutte le informazioni su Questo mondo non mi renderà cattivo nella nostra scheda.