ZeroCalcare parla di Dimentica il mio nome su Repubblica
In un'intervista a Repubblica, ZeroCalcare racconta della sua infanzia a Rebibbia e del suo nuovo libro Dimentica il mio nome
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Lo stesso fumettista che, in questo incontro/intervista corredato da qualche video, ci racconta a grandi linee i suoi temi preferiti: Rebibbia e il suo strano rapporto con questa periferia di Roma tranquillissima, in cui però l'infanzia è difficile perché c'è un bullismo calloso e ineliminabile che non ti fa passare nemmeno il colore sbagliato delle scarpe; un'adolescenza complessa e ribelle, che rivista oggi non era ribelle per niente, perché la rivolta è un'altra cosa rispetto alle creste rossastre riuscite male; le influenze fumettistiche, da Paperino e Topolino sino alle copie di Dragon Ball acquistate con il fiato corto e il cuore in gola in edicola.
Racconta soprattutto, più nei dettagli di quanto abbia fatto altrove, cosa sia Dimentica il mio nome, il suo nuovo volume in uscita il 16 ottobre. Dalla morte della nonna, nasce la voglia di raccontare la storia della propria famiglia tramite i racconti della madre, la celebre Lady Cocca delle strip. Da qui, la scoperta di una vita molto più avventurosa, complicata e irrisolta di quanto immaginasse, la voglia di rivelarla e di narrarla a modo proprio per risalire il fiume, forse trovare un senso più compiuto e rimetterein prospettiva se stesso attraverso le peripezie della propria mamma e della nonna.
Un fumetto davvero intimo, a cui ha lavorato per oltre due anni e da cui non sappiamo bene cosa aspettarci, che chiude il cerchio, in qualche modo, aperto con Dodici, il libro uscito nell'autunno dell'anno scorso, anch'esso molto personale e pervaso da un senso di identità a cui certamente non può sfuggire un romanzo famigliare come Dimentica il mio nome. Siamo certi che non mancherà il celebrato "stile Zerocalcare", fatto di ironia generazionale e cultura pop rimaneggiata, ma da quel che è trapelato è lecito aspettarsi un cambio di passo, o un tentativo di stupirci anche nei toni e nei modi di raccontare.
Fonte: Repubblica