Zack Snyder parla del suo amore per la destrutturazione delle classiche regole cinematografiche

Zack Snyder riflette sulla sua carriera in una lunga intervista con l'IFC Center fatta a 12 anni dall'uscita di Sucker Punch...

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Sono trascorsi ormai dodici anni dall'arrivo nei cinema di Sucker Punch una delle pellicole più discusse fra quelle generalmente molto chiacchierate dell'abitualmente controverso Zack Snyder, un regista che si ama o si odia, senza mezze misure. Ma che di certo difficilmente lascia indifferenti.

Di Sucker Punch - e della sua carriera in genere - ha parlato proprio Zack Snyder nel corso di una lunga intervista fatta insieme all'IFC Center proposta su Letterboxd in cui parla del suo amore per la destrutturazione delle regole.

Lo ha fatto spiegando come il film s'inserisca in un percorso di amore per l'amore per la destrutturazione delle classiche regole del cinema e della narrazione cominciato prima di quella pellicola e proseguito, naturalmente, anche dopo.

Sucker Punch è stato un film molto auto-riflessivo. Era una specie di commento su come mi sembrasse lo stato dei film in quel preciso momento. È stato fatto subito dopo Watchmen, che ho sentito come un film destrutturante. Questo è l'aspetto interessante per me. È come la mia storia professionale tutta all'insegna del "Guarda come ho destrutturato questo film".

Una strada che ha iniziato a battere film dal suo film d'esordio, il remake dell'Alba dei morti viventi:

Penso che L'alba dei morti viventi sia un film destrutturante, destruttura il genere ed è consapevole di ciò. Ero certo che non avrei potuto fare L'alba dei morti viventi come un semplice remake perché il film è una critica sociale e quindi volevo fare un commento sociale sul commento sociale, capisci cosa intendo?

Poi ho fatto 300, nato dal mio essere un grande fan di Frank Miller. Sono un fan de Il ritorno del Cavaliere Oscuro e 300 era il libro su cui potevo mettere le mani (in termini di diritti, ndr.). Volevo fare Sin City, volevo fare Il ritorno del Cavaliere Oscuro e amavo 300, quindi l'ho concepito come una lettera d'amore a Frank Miller.

In sintonia con questo c'era Watchmen. Watchmen per me è il fumetto destrutturante per eccellenza. I supereroi hanno ansie di natura sessuale. Sono tutti agorafobici, incestuosi, pazzi e dipendenti dalla violenza.

Quando stavo girando L'uomo d'acciaio ho sempre sostenuto che "Devi conoscere le regole in modo da poterle infrangere". Bene, io le ho infrante prima, e poi ho fatto un film. È stato l'ordine sbagliato, ma va bene. Ma quando sono andato a fare Sucker Punch, ero così consapevole del genere. Sweetpea si domanda "Che cavolo è questo? È fatto per eccitare la gente?" - che è un riferimento al film stesso [...] Vogliono vedere le ragazze, non vogliono vederle potenziate. Vogliono vederle con addosso degli abiti sexy. Era tutto l'aspetto interessante per me; ho sempre pensato che fosse degno di nota quando le persone recensivano la pellicola dicendo che sfruttava questo aspetto. Come un film anti-guerra che rende la guerra troppo buona.

Vi ricordiamo che il prossimo film di Zack Snyder sarà Rebel Moon realizzato, come Army of the dead, per Netflix. La pellicola sarà divisa in due parti e la prima sarà in streaming sulla piattaforma il prossimo dicembre.

FONTE: Letterboxd

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