YouTube-Viacom, una sentenza storica
Grande vittoria per Youtube nel conflitto che la vedeva impegnata con il gigante dei mass media Viacom, che la riteneva responsabile dei contenuti illegali postati dai propri utenti...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
I fatti. Il colosso Viacom aveva citato in giudizio Google e più precisamente YouTube. I motivi sono semplici e in discussione in molte parti del mondo, ossia il fatto che su YouTube, tra tanti contenuti autoprodotti dagli utenti, ce ne siano anche molti coperti da copyright. Viacom, in sostanza, vorrebbe che piattaforme come YouTube venissero giudicate responsabili per il materiale inserito dai propri utenti.
Ed è stato proprio questo uno dei punti fondamentali che hanno permesso a Google di vincere la battaglia. In effetti, la corte ha citato il fatto che Viacom a febbraio del 2007 ha inviato un elenco di 100.000 video considerati 'illegali', che sono stati prontamente rimossi da YouTube. Il tutto secondo le regole dettate dal DMCA, il Digital Millennium Copyright Act del 1998, che giudica i provider responsabili solo se non rimuovono prontamente i contenuti segnalati.
Peraltro, da esperienze che mi sono state riportare, YouTube è fin troppo solerte in questa attività, essendo arrivata a cancellare video e account di una società di distribuzione italiana, che aveva semplicemente messo sui server i propri contenuti. Insomma, impossibile dire che non collabori con i proprietari dei contenuti, forse fin troppo.
Inoltre, un altro elemento a sfavore di Viacom, è stata una mail di un dirigente della società, che affermava tranquillamente che YouTube si comportasse in maniera ben diversa da Grokster, sito che era stato condannato per i suoi comportamenti. Insomma, sembra proprio che non ci credessero veramente neanche quelli di Viacom, che peraltro in passato avevano provato a comprarsi YouTube quando era ancora indipendente.
E ora? Viacom ha già annunciato che andrà in appello, mentre Google ha ovviamente espresso la propria soddisfazione per la sentenza. Soddisfazione che non possiamo che condividere, assieme a centinaia di milioni di persone per cui questi strumenti sono ormai fondamentali nella loro vita professionale e sociale...
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