X-Men: Joss Whedon stava per rendere parenti Ciclope e Buffy l'ammazzavampiri

Quando scriveva Astonishing X-Men, Joss Whedon è stato tentato di suggerire un particolare legame tra Ciclope e Buffy l'Ammazzavampiri

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Joss Whedon, regista di Avengers, Avengers: Age of Ultron e Justice League, è sempre stato un grande appassionato di fumetti. Ancor prima di sceneggiare Runaways e Astonishing X-Men, lo show televisivo che l'ha fatto conoscere al grande pubblico era ricco di riferimenti alla cultura pop e aveva una struttura debitrice di molte serie supereroistiche. Stiamo ovviamente parlando di Buffy l'ammazzavampiri, trasmesso originariamente tra il 1997 e il 2003, uno dei prodotti più apprezzati in un periodo in cui la narrazione seriale per il piccolo schermo stava vivendo un'evoluzione.

All'epoca, il cognome della protagonista Buffy Summers attirò subito l'attenzione dei fan, che conoscendo la passione di Whedon per i fumetti, ipotizzarono un riferimento a Ciclope degli X-Men. Lo sceneggiatore confermò di aver scelto il cognome proprio per omaggiare Scott Summers, ma pare che il collegamento avrebbe potuto essere ancora più stretto...

Durante l'edizione 2013 del San Diego Comic-Con, un fan chiese a Whedon di raccontare qualche retroscena di Di nuovo normale, uno degli episodi più discussi della serie televisiva. La trama vedeva una Buffy schizofrenica svegliarsi in un manicomio, rendendosi conto di aver creato nella sua mente il ruolo di Cacciatrice e i relativi demoni affrontati. Il finale lascia il dubbio su quale delle due realtà sia quella "dominante".

Basandosi su questa particolare avventura, Joss Whedon svelò che la possibile parentela fu vicina a concretizzarsi quando stava scrivendo le storie di Astonishing X-Men:

Whedon - Per me era diventato affascinante perché cercavo di ampliare sempre più il processo creativo. Prendere in considerazione l'idea che lei avesse creato questo mondo significava poter esaminare il nostro universo narrativo parlandone attraverso la quarta parete, ma non in modo onnisciente...

Domandarsi "che senso ha?" in una serie dove molti elementi erano insensati diventava un momento esistenziale, come quando nella vita ci si chiede: "Davvero? Questa è la mia famiglia? Questo è il mio aspetto? Questo è ciò che mangiamo? È tutto così strano e non capisco come siamo arrivati qui."

Quando stavo scrivendo gli X-Men ho cercato di scrivere una battuta di Scott Summers con la quale avrebbe rivelato di avere una cugina in un istituto di sanità mentale, convinta di combattere demoni, ma non riuscivo a giustificarla. Non mi è venuta in mente una conversazione nella quale avesse senso inserirla.

Fonte: Screen Rant

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