X-Men: Jordan D. White e il ruolo della famiglia Summers su Krakoa

Il capo supervisore delle testate degli X-Men Jordan D. White parla dell'evoluzione della famiglia Summers da quando vive su Krakoa

Condividi

Spoiler Alert
Summers alla ribalta! Una delle innovazioni portate nell’universo mutante dalla fondazione di Krakoa è stata la riedificazione della famiglia Summers. Da Scott Summers a Jean Grey, passando per Cable, Rachel e perfino accettando Wolverine come membro onorario, i Summers hanno preso ad agire come una famiglia compatta e un gruppo, al punto che l’inossidabile due di Jean e Scott ha anche preso l’iniziativa di distaccarsi dal Concilio Silente per formare una squadra di veri "eroi", di X-Men che agissero in nome del popolo e non dell’organo di governo, con tanto di elezione per determinare i membri che ne faranno parte.

L’editor delle X-testate, Jordan D. White, nel corso di una chat con i fan, fa il punto della situazione scavando nel passato e nel futuro di Scott e Jean e definendo il loro rapporto con i Summers della generazione successiva:

X-Men #17, variant cover di Russell Dauterman

White - Jean e Scott al momento non sono solo una famiglia, ma anche un’unità. Non è iniziata così, perché Jean prima era parte di X-Force, ma ora che non lo è più, si sono riuniti per dichiarare che vogliono veramente che esista una squadra di X-Men, e che siano gli eroi di Krakoa. È stato il passo successivo naturale considerando quanto Jonathan [Hickman] e anche Gerry [Duggan] li hanno interpretati come una famiglia. Fin da X-Men #1, la famiglia Summers è stata una presenza di primo piano. Non voglio dire che non si sia mai visto prima, perché ovviamente c'era la vecchia serie di X-Factor, dove agivano insieme. Ma diciamo che è come se fosse passato molto tempo, e che se ne sentiva la mancanza. Quindi penso che Jonathan abbia fatto centro presentandoli in quel modo. Poi, come dicevo, Gerry si è agganciato a questo tema con Cable e, tramite Cable, ci ha mostrato quella famiglia. Da lì è diventato naturale, visto che non fanno più parte di squadre separate, unirsi e guidare la fase successiva.

Nei fumetti di super eroi, c'e spesso la preoccupazione che un personaggio come Spider-Man, sposandosi o avendo figli, invecchi e abbia più difficoltà a relazionarsi con i lettori più giovani. C'è questa preoccupazione riguardo al nuovo status quo di Scott e Jean? È un rischio presente negli X-Men, soprattutto nel caso ci siano dei figli, secondo me, perché quando hai un bambino, le tue priorità cambiano. Non puoi fare cose incredibili e pericolose per salvare il mondo ogni giorno, perché devi prenderti cura di quel bambino.

X-Men Legends #3, copertina di Walter Simonson

In X-Factor avevano tentato di farlo, e il passo successivo fu: come possiamo sbarazzarci di questo bambino? Uno dei motivi principali per cui ora possiamo lavorare su un’intera famiglia Summers è proprio a causa di quel trucco: i bambini nella famiglia Summers non sono bambini. Sono adulti a causa di bizzarri viaggio nel tempo che non hanno alcun senso nella vita reale. Quindi possiamo eludere la parte più grande di quel problema, vale a dire i cambiamenti essenziali che l’arrivo di un bambino porta nella tua vita. Anche il matrimonio è un problema per i personaggi solitari, ma anche in questo caso gli X-Men non funzionano quasi mai come personaggi solitari. Ci sono alcune eccezioni degne di nota, ma la maggior parte delle volte funzionano meglio in una dinamica di squadra.

Penso che Ciclope senta il peso della leadership. È una cosa che lo opprime, ma qualcuno deve farlo e sa di essere stato preparato a questo lavoro per tutta la vita. Sente questa responsabilità e si opporrà e farà ciò che gli viene chiesto di fare. Ho invece la sensazione che Jean guidi con ottimismo, vuole fare la differenza e migliorare le cose. Quindi prende l'iniziativa per farlo.

X-Men #13, variant cover di Alex Ross

Il viaggio di Ciclope per diventare il leader che è oggi è stato più denso di angoscia e trepidazione. In varie occasioni non voleva più guidare gli X-Men. Se n'è andato perché era troppo per lui, ma poi è sempre tornato perché sente quella responsabilità. Anche in questo caso, segue un’etica vicina a quella di Peter Parker: "Ho questa responsabilità perché sono stato messo in questa posizione, quindi devo fare il mio dovere".

Nel caso di Jean, invece, non credo che sia stata cresciuta per essere una leader com’è accaduto a lui. Nei primi tempi, Xavier le raccontava molti segreti dietro le quinte. Cose che non diceva a nessun altro, a quanto pare, ma non voleva opprimerla con questo fardello come faceva Scott, forse è anche dovuto al fatto che quelle erano storie scritte negli anni '60. Quindi la crescita di Jean nel ruolo di leader è stata più naturale per il suo personaggio, perché era una crescita, non una cosa che le era veniva imposta. Di conseguenza, credo che sia anche per questo che Jean è stata in grado di mantenere una visione più positiva al riguardo.

X-Men: Red, illustrazione di Mahmud AsrarIn termini di dinamiche familiari, un rapporto particolare è quello che abbiamo tra Jean e Rachel. L'ultima volta che le abbiamo viste agire insieme credo sia stato durante X-Men Red. Quindi è passato un po' di tempo. Vivono insieme, e penso che abbiano una buona interazione familiare. Ma il contesto in cui abbiamo visto Rachel più frequentemente in questo periodo era secondario, almeno fino a quando non si è unita a X-Factor, una squadra dove non c’è nessun altro Summers. Quindi non credo si possa dire che non vanno d’accordo. È solo che non le vediamo interagire...

Ciò non toglie che la loro sia è anche una situazione strana. Per Jean, è più come una situazione del tipo "la figlia che non ho mai avuto", piuttosto che la sua vera figlia nel senso "ho cresciuto io questa ragazza", perché in effetti non l'ha cresciuta. Ma sono comunque vicine e si considerano ancora una famiglia. Sai, quando Scott ha ceduto per un periodo al lato oscuro, Rachel ha reagito in modo negativo e ha cambiato il suo nome in Grey perché si sentiva più vicina a sua madre.

Infine abbiamo Nate Grey, il figlio minore della famiglia, e non solo perché proviene da un'altra dimensione, ma anche perché nell'altra dimensione era una persona creata geneticamente attraverso esperimenti scientifici e non attraverso metodi normali. Quindi nessuno dei due sapeva che lui esisteva. Non che vogliano invalidare il loro legame genetico qualcosa del genere, ma l’impressione è che sia diventato un membro della famiglia soprattutto grazie al fatto che conosciamo Cable, di cui lui è una versione alternativa.

E non credo che nessuno di loro pensi al legame che hanno con lui come a un legame familiare simile a quello di Cable o Rachel. Detto questo, penso anche che se la stia cavando bene, nel senso che non credo fosse infelice in quell'altro mondo. Aveva creato quel mondo, un mondo molto imperfetto, e i nostri personaggi erano infelici lì. Gli X-Men erano molto infelici e se ne sono andati, ma lui è ancora lì e ci sta provando di nuovo. Quindi laggiù succede qualcosa che prima o poi bisognerà raccontare, ma penso che Scott e Jean sappiano che voleva restare in quel mondo, quindi non lo tireranno fuori da un posto in cui ha scelto di vivere.

Fonte: AIPT

Continua a leggere su BadTaste