X Factor Italia 12: seconda fase dei Bootcamp

Ecco cosa è successo nella serata di ieri di X Factor

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Seconda fase dei Bootcamp per questo sesto appuntamento con X Factor 12. Ed entra in gioco il giudice più esperto tra tutti, la discografica, colei che per lavoro ha deciso le sorti di tanti cantanti e musicisti che si sono affidati al suo intuito. A Mara Maionchi questa volta tocca la categoria Under Uomini, e fin dalle prime battute si capisce subito che lei, più dei suoi colleghi e anche per lunga esperienza maturata sul campo, sa già cosa sta cercando. Le sue sedie infatti faticano a riempirsi, a lei non piace regalare illusioni per poi distruggerle un attimo dopo. Il suo compito è di valutare e decidere se l’artista che ha di fronte è meritevole di continuare il percorso con lei.

Dal pubblico qualcuno le grida “Mara sei fighissima”, lei si volta sorridendo e risponde “Grazie, non è vero però fa bene all’anima” e a noi fa altrettanto piacere vedere questa professionista all’opera.

La prima sedia la concede a Pietro che porta un brano di Beyoncè, ma mette subito in guardia perché il posto potrebbe non essere duraturo. Un no secco, anche se giustificato, va ad Alex Cliff, il rapper con la maschera e al sedicenne Riccardo, ritenuto, a ragione, troppo giovane per questa esperienza. Si siedono invece, e non mollano più il loro posto, due giovani con chitarra, Pierfrancesco e Leonardo, quest’ultimo grazie ad un bel timbro di voce convincente nonostante privo di grande estensione vocale. Dopo di loro, posto fisso anche per Leo Gassman, già votato a diventare il prossimo idolo delle ragazzine e musicalmente dotato a tal punto da scatenare la prima standing ovation della puntata. Per Matteo Arua, che poco prima è salito sul palco con una cover rivisitata di Guè Pequeno e per Pietro, come previsto prima, le sedie sono provvisorie, lo switch li attende al varco.

Niente sedia neppure per il trapper Federico che nella prima fase di audizioni aveva intrattenuto con il suo rap e gamberetti, ma per Fedez è uguale ad altri mille mentre Agnelli non trova interessante ciò che dice. Il ragazzo ci rimane malissimo, prova a ribattere giustificando la scelta del suo brano con la precisa volontà di non portare un pezzo che fosse peso, ma Mara concorda con gli altri giudici e lo saluta. Una sedia attende il rapper Anastasio che pur ricordando molto il più noto collega Clementino, ha una forte personalità e la sfacciataggine di riscrivere un pezzo sacro come “Generale” di De Gregori, senza snaturarlo ma interpretandolo in una maniera che travolge e fa balzare ancora una volta in piedi tutta la platea. E come prevedibile fin dalla prima puntata di Audition, va dritto agli Home Visit anche il sedicenne Emanuele, voce adulta e piena che piace tanto alla giuria e al pubblico.

Non rimane che selezionare coloro che accederanno agli Home Visit tra gli artisti dell’ultima categoria rimasta in lizza. Al modesto grido di “Ora inizia il meglio”, Asia Argento si prepara a scegliere i suoi cinque gruppi da condurre allo step successivo. I Dequivers cantano “Because of you” degli Skunk Anansie, il frontman ha una voce femminile ed un falsetto spiazzante, ma la loro giudice non intravede possibilità di lavoro perché il gruppo sembra già inquadrato, quindi per iniziare con benevolenza il suo lavoro, per loro niente sedia.

La band dall’aria molto british con tanto di frontman stralunato dei Red Bricks Foundation si aggiudica il posto a sedere e non lo molla più. In the loop, duo elettronico che nelle ultime fasi delle audizioni aveva incantato con una cover di Modugno riproposta in chiave elettronica, ritenta il colpaccio con una rilettura di “Black hole sun” dei Soundgarden, pezzo che in un primo momento soddisfa ma che poi non regge il confronto con l’esibizione molto affascinante dei Bowman e della cantante Leyla che seduce tutti regalando al terzetto un posto tutto loro che li porta già ad un passo dal live show. I Kafka Sui Pattini con un rifacimento “rabbioso” di un pezzo di Jovanotti, per un attimo sembrano avercela fatta, ma poi devono definitivamente cedere la sedia ai Moka Stone, quelli con il cantante biondo che per Fedez è identico a Salmo.

E dev’essere dura, come succede ai Carousel 47 sapere che l’ultima parola ora ce l’ha lo stesso giudice che nella fase precedente ti ha scartato senza riserve.

“I pregiudizi non fanno parte di me, sono pronta a cambiare idea” dice Asia, ma poi non si ricrede, questi ragazzi non la convincono, quindi “peace&love”, ma per loro, X Factor termina qui.

Scarso successo anche per i Bagles and Wine, nome improbabile a parte, per Manuel Agnelli i due non hanno presenza sul palco, Asia cerca carisma e capacità di tenere la scena e questi ragazzi non fanno al caso suo.

È il turno dei Moinè che osano presentarsi con una cover di “Amore che vieni, amore che vai”, evidentemente senza immaginare che la loro scelta possa urtare, e non poco, la giuria. Asia li ascolta senza riuscire a mascherare un’espressione schifata, la Maionchi alza gli occhi al cielo in segno di rassegnazione perché la versione elettro milonga e il canto disperato della frontwoman poco c’azzeccano con la leggerezza con cui De Andrè interpretava i suoi brani. La Maionchi sbotta “Perché questa roba da buttarsi sotto il treno?” e si dà anche una risposta “Perché non ascoltate l’autore”. Agnelli si sente magnanimo e spiega a questa band esordiente che quando un testo è intenso, aggiungere intensità all’ interpretazione, sortisce l’esatto effetto contrario. Auguriamoci che facciano tutti tesoro di questo prezioso consiglio per il futuro.

Alla domanda rivolta ai Seveso Casino Palace “Qual è il vostro obiettivo in questa fase del talent?” la cantante prontamente risponde “Vogliamo alzare il livello e fare venire giù il palazzetto (n.d.r. il Forum ) che ci ospita”. Non si può dire che non abbiano le idee e che non raggiungano il loro intento. La voce graffiante della leader della band assicura una standing ovation, l’applauso di Agnelli e un posto sulla sedia, che nessuno potrà levare. La fortunata cinquina si completa con gli Inquietude e la loro originalissima versione di Anna di Lucio Battisti, che sorprende piacevolmente la Maionchi, manda in confusione Agnelli ma ha la totale approvazione della giudice dei gruppi. Gli Inquietude prendono il posto degli Akira Manera, duo simpatico e divertente ma evidentemente non adatto al live show.

Gli Home Visit potrebbero riservare sorprese, di certo sarà l’ultima volta che vedremo Asia Argento all’opera perché poi dalla settimana successiva il terzetto di band da lei scelto per il live passerà nelle mani di Lodo Guenzi, neo designato quarto giudice, un nome che girava da tempo e che solo qualche giorno fa è stato ufficializzato da Sky. A lui l’arduo compito di non fare rimpiangere giudice Asia, la prima, ma sfortunata, vera rivelazione di questo anno.

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