X-Factor: David Baldeón parla dei nuovi costumi per la serie Dawn of X

Il disegnatore spagnolo David Baldeón ha parlato del suo lavoro di restyling per la nuova serie di X-Factor targata Dawn of X

Condividi

Spoiler Alert
X-Factor #1, copertina di Ivan Shavrin

Che problemi potrebbe avere una razza che ha appena trovato il modo di sconfiggere la morte? Tecnicamente nessuno, ma come spesso accade con i mutanti di casa Marvel, ciò che accade dietro le quinte è più complicato di ciò che appare. Vale anche per i protocolli di resurrezione di Krakoa: non sempre le cose vanno per il verso giusto, e anche se così non fosse, il ritorno in vita è una procedura delicata e complessa che può dare adito a mille inconvenienti di varia gravità. Una procedura che va tenuta d’occhio attentamente, ed è proprio questa la missione che la nazione mutante ha affidato al neonato gruppo di X-Factor, un nome associato a molte incarnazioni passate, ma che stavolta avrà il compito di fungere sia da squadra di sorveglianza che di investigazione su tutto ciò che riguarda le morti e le resurrezioni della razza mutante.

A narrare le gesta noir in più di un senso è il team creativo composto da Leah Williams e David Baldeón. E se la prima è già al lavoro per creare intrighi e misteri a volontà per la nuova squadra mutante, Baldeón si è dato da fare per dotare Northstar, Polaris, Prodigy, Mille Occhi, Daken e Prestige di nuovi aspetti e costumi adatti a questo nuovo ruolo. I suoi studi dei personaggi, rivelati per la prima volta sul sito ufficiale della Casa delle Idee, sono stati anche l’occasione per annunciare l’entrata del gruppo di Aurora, che ha beneficiato a sua volta di un intrigante restyling visivo.

Baldeón ha commentato i character design presentati e il processo creativo che ha scelto di seguire con queste parole:

X-Factor, variant cover di David Baldeon

Baldeón - Mentre tentavo di integrare il simbolo della X nei nuovi costumi ho avuto un’ideuzza: questi non sono tanto super eroi, quanto investigatori alla ricerca dei mutanti scomparsi. “Mutanti scomparsi”, quindi “X mancante”? E così ha preso forma, dopo qualche prova, il concetto della “cornice vuota”, uno logo “senza X” che mi piace molto e che ha funzionato alla perfezione sui costumi, creando un netto contrasto con la classica "X" e la sua reinterpretazione in Dawn of X.

E così l’ho incluso negli studi dei personaggi, suggerendo a Jordan [D. White], Annalise [Bissa] e Leah [Williams] che potesse essere usato, all’interno dell’universo narrativo, come “distintivo” di questa squadra investigativa. Hanno gradito l’idea, fortunatamente per me... dato che avevo già concepito tutta la squadra attorno a quel logo.

In termini di influenze passate, devo dire che ritengo gli studi di Jackson Guice per l’X-Factor originale (e le loro iterazioni successive) le migliori uniformi di squadra nella storia degli X-Men. Quanto al singolo costume, adoro il costume verde di Fenice concepito da Dave Cockrum. Sono tutti esempi di costumi appariscenti, iconici e sgargianti, cose che adoro quando si parla di super eroi.

X-Factor #2, copertina di Ivan Shavrin

Quanto ai miei costumi, sono il frutto di mille influenze, dal mio amore per i modelli di Gareth Pugh alla direzione generale in cui i personaggi si svilupperanno nel corso della serie. Ognuno di questi costumi è frutto di una precisa domanda di partenza: “Lui/lei cosa indosserebbe?” e di come la risposta si tradurrebbe in uniforme. In più c’è qualche piccolo omaggio ai temi classici degli investigatori: l’impermeabile nero o il soprabito in stile FBI.

Inoltre, volevo che apparissero comodi. Uno degli ingredienti della serie, e quindi anche dello studio dei costumi, è il fatto che i membri della squadra non sono tanto super eroi, bensì dei detective, e quindi i loro non sono esattamente dei costumi ma più degli abiti da lavoro. Ho voluto mantenere una certa dose di praticità. E per quanto adori le calzamaglie da super eroi e le loro varianti, la nostra X-Factor aveva bisogno di un altro stile. E questo mi piace molto.

Se dovessi scegliere i miei preferiti, direi che mi piacciono molto quelli di Jean-Paul e Lorna. Il che è un bene, visto che sono i personaggi al centro della serie e della squadra, ed è interessante conoscere e disegnare le dinamiche di gruppo usando quei due come porta d’ingresso. Ho un debole anche per Rachel e adoro quello che abbiamo in serbo per lei in questa serie, visivamente è in sintonia con la sua storia, e spero che appaia fresco e diverso.

X-Factor, character design di David Baldeon

Fonte: Marvel

Continua a leggere su BadTaste