X Factor 12: si alza il sipario sul primo live
Ecco cosa è successo nella serata di ieri di X Factor
Partiti in 40.000, solo in dodici sono arrivati all’X Factor Arena e la partenza è veramente col botto. Per l’esordio, un lungo mash-up con tutti i concorrenti protagonisti, una grande festa d’inizio scintillante e travolgente e un conduttore, Alessandro Cattelan, in giacca dorata come la carta dei cioccolatini che, tra mille luci, dà il via allo show. E si apre il televoto.
Mara Maionchi, a capo degli Under Uomini, sceglie un celeberrimo pezzo di James Morrison come “Broken Strings” per Leo Gassman e presa dalla presentazione del suo concorrente, si fa scappare la prima parolaccia della serata. Per lei Leo è diminutivo di Leonardo, ma quando viene contraddetta, ribatte “Non mi rompete i co****ni, tanto vi chiamo tutti per cognome”. L’assegnazione è azzeccata, ma per Agnelli il ragazzo è troppo impostato e deve lavorare su se stesso parecchio per essere meno teatrale, anche Fedez gli consiglia di lasciarsi andare sul palco, mente Lodo, già dal suo secondo intervento si aggiudica il primato di giudice più prolisso e logorroico di sempre con argomentazioni arzigogolate che già dopo dieci minuti di programma ci fanno rimpiangere amaramente Asia Argento.
I Red Bricks Foundation suonano a modo loro “No rules” di Dua Lipa, in versione forse po’ estrema, dato che Lorenzo, prendendo troppo alla lettera il concetto di rendere la canzone punk, più che cantare interpreta una rockstar fattona e stona dall’inizio alla fine. L’impatto è forte, “Mick Jagger dei poveri”, lo definisce la Maionchi in modo bonario e si riserva di risentire il gruppo perché al momento i ragazzi non l’hanno convinta del tutto. Per Fedez va bene stravolgere un pezzo, ma così hanno esagerato, Agnelli apprezza il mood della band ma invita i ragazzi a liberarsi dei clichè del rock’n’roll e ad essere più “veri”.
La prima fase dello show si completa con Anastasio, della squadra Under Uomini. “Il suo punto di forza è la sua scrittura” così lo introduce la Maionchi, sua mentore e rivolge al pubblico un appello: non cercate di capire, ascoltatelo. Il rapper ha riscritto il brano di Ivano Fossati che gli è stato affidato, “C’è tempo”, facendolo suo e rendendolo irriconoscibile al pubblico. Fedez si emoziona, per Agnelli è la migliore assegnazione che si potesse fare e considera il concorrente semplicemente fantastico, Lodo si lascia andare, perdonateci il gioco di parole, in lodi sperticate parlando addirittura di pura magia.
E per dimostrare ai ragazzi che il sogno di diventare una popstar può trasformarsi in realtà, in veste di ospiti, arrivano a invadere l’Arena, i Maneskin, vera rivelazione dello scorso X Factor, che presentano “Torna a casa”, il loro singolo appena uscito e già ai primi posti delle classifiche. Damiano e il resto della band sono delle star, parlano uno per volta, si dividono le parti, imparate a memoria, equamente, ma sono cresciuti e perfettamente consci del loro successo.
Intanto il pubblico da casa ha votato e decide di mandare al ballottaggio finale i Red Bricks Foundation. Si entra quindi nella seconda parte della gara con Naomi, cantante proveniente dalla musica lirica, ora convertita al pop e che Fedez vuole mettere alla prova con pezzo molto complesso di Beyoncé come “Love on top”. La ragazza improbabile, ma genuina, delle Audition è già scomparsa e ora ci ritroviamo un’artista con un nuovo taglio e colore di capelli, un abito sexy ed accattivante, goffa, ma con grande voce, una bomba atomica, come la definisce Lodo. “Vocalmente sei un mostro, hai fatto quattro passaggi di semitono che avevo sentito fare solo a Mango”, il giudizio tecnico della Maionchi è insindacabile, Naomi è una fuoriclasse.
Ai BowLand, senza dubbio la realtà più originale di questa edizione, viene affidato un classico come “Sweet Dreams” che forse li penalizza un po’, perché tutti amiamo a tal punto questo brano che sentirlo così destrutturato ci crea smarrimento e qualche difficoltà a recepire in pieno la bravura di questo trio che invece ai Bootcamp ci aveva letteralmente rapiti. Il loro fascino rischia di coprire le loro capacità. Per Agnelli sono un progetto musicale già a fuoco, la Maionchi li critica leggermente perché non ama il cambiamento di melodia, ma è solo un dettaglio, però già che c’è Mara ne approfitta per dare vita al primo battibecco con Lodo, che continua a riferirsi a loro che stanno dietro il bancone chiamandoli esimi colleghi . “Basta con questi esimi, hai rotto i maroni”, dice Mara, Guenzi, con la stessa espressione che ha dal primo istante della sua comparsa risponde “Ah, pensavo fosse un complimento”. Ma non fa ridere nessuno, neppure con le battute preconfezionate che ogni tanto recita simulando spontaneità.
Ma tornando alla gara “Basta ballata strappamutande”, dice Agnelli parlando della sua Sherol, che lui vuole vedere più contemporanea affidandola “Can’t feel my face” dei The Weeknd. Tutti si aspettano molto da lei, che è stata definita dai giudici una delle voci più belle di tutti gli X Factor di sempre. Sembra che il suo destino di vincitrice sia già scritto. “Ti preferivo di più alla viva il parroco “, commenta la Maionchi, spiegando che si tratta di un modo desueto di dire che la preferiva in versione più “popolare”, la segue a ruota Fedez che osserva “ Manuel ti ha disinnescata”. A quel punto interviene proprio Agnelli spiegando che Sherol deve confrontarsi con tutti i generi musicali, e non si deve sedere su cose che sa già fare. E aggiunge per incoraggiarla “Comunque hai spaccato il c**o”.
Per la categoria dei giovanissimi sale sul palco il gigante buono Emanuele, solo col suo al pianoforte, e canta “Impossible” di James Arthur. Altro brano già assegnato nel talent anni fa anche a Lorenzo Fragola, e che forse si può considerare un portafortuna. Questo sedicenne con il viso da bambino e la voce da uomo è davvero particolare e i giudici da lui pretendono molto, ha bisogno di trovare la sua strada ma il talento c’è.
Ma poi c’è anche chi invece, come Matteo Costanzo, bazzica in ambito musicale, in questo caso come producer, da anni ed ora, attirato dalle luci dei riflettori, si mette in gioco come cantante nella squadra di Fedez. Matteo si presenta con un brano di Kanye West, di cui riscrive la parte rappata in italiano e l’assegnazione del suo giudice ci pare un azzardo poco riuscito, non tanto perché il ragazzo non sia capace, ma perché la canzone non gli calza di certo a pennello. Manuel Agnelli trova la performance ottima, ma lo vede carente di personalità, l’effetto finale è strano per tutti, Mara si immaginava qualcosa di diverso e quindi il suo giudizio rimane sospeso.
Atmosfera invernale con tanto di fiocchi di neve per la coreografia pensata per “Castle in the snow” dei Kadebostany qui interpretata da Martina, l’ultima concorrente della serata, che è un’adolescente particolare, con un atteggiamento unico per una ragazzina di sedici anni, ma gli applausi del pubblico sono tiepidi, c’è qualcosa che lascia perplessi, non si capisce ancora se ci è o ci fa.
Dopo l’esibizione di una star internazionale come Rita Ora, che in un primo momento pareva dovesse prendere il posto di Asia Argento, ma poi evidentemente ha preferito rinunciare all’offerta e girare il mondo per promuovere il suo nuovo disco, arriva il momento di sapere chi è il meno votato di questo secondo gruppo di concorrenti che deve quindi andare allo scontro con i Red Bricks Foundation. Il televoto castiga Matteo, la giuria deve decidere chi eliminare tra un Over ed una band. Guenzi e Fedez perorano le loro rispettive cause, la Maionchi e Agnelli eliminano Matteo senza molte titubanze. Buona la prima, ma noi, dopo anni di X Factor, stavolta non abbiamo ancora individuato un preferito su cui puntare. E forse, questa cosa, ci deve fare riflettere.