X-Corp: Tini Howard presenta la nuova serie Marvel targata Reign of X
La sceneggiatrice Tini Howard parla di X-Corp, la sua nuova serie mutante per la Marvel, parte del variegato progetto Reign of X
Il team creativo composto da Tini Howard (già ai testi di Excalibur) e di Alberto Foche ci mostrerà la dimensione imprenditoriale e corporativa dell'isola, attraverso figure come Angelo e Monet, ma la dimensione dell’alta finanza farà da sottofondo anche per storie e approfondimenti di tutt’altra natura.
Howard - I temi principali della serie sono il comando, il potere e il controllo: perché acquisiamo potere e cosa ne facciamo, l'etica del come. Cosa significa entrare in un'economia basata sulla scarsità quando le tue risorse non sono più limitate. Mettiamola così: le medicine sono ricavate dai fiori, ma i mutanti non sono più limitati alle tradizionali coltivazioni. Hanno spezzato la ruota. Possono accedere a cose che agli umani sono precluse. Sono diventati più che ricchi. In un certo senso, ormai sono fuori dai parametri economici. E tutti quelli a cui piace usare la scarsità per sopprimere gli altri li odieranno.
Cosa distingue X-Corp da altre serie potenzialmente simili come Marauders, che affronta a sua volta certi aspetti economici? Questa era una parte del motivo per cui ci è voluto così tanto tempo per realizzare questa serie: assicurarci che il suo punto di vista fosse qualcosa di unico. Non voglio fare spoiler, ma nella serie faremo leva su queste aspettative, sul divario tra quello che i lettori pensano X-Corp abbia da offrire e cosa offrirà veramente. Ovviamente non vi faremo leggere venti pagine al mese di riunioni e non tratteremo le stesse cose che vengono trattate in Marauders.Credo che uno dei doni dell'era di Krakoa sia quello di aver portato un po’ di pace a certi personaggi che non la conoscevano da tempo... o a quelli che sembrano avere diritto a una storia solo quando sono in crisi, no? Non abbiamo molte storie moderne in cui Warren riesca a essere Angelo, l'Eroe. Quando invece è un eroe perfetto. Ha il portamento, l'intelligenza, l'aspetto e il know-how per fare strage in una sala riunioni, ed è uno dei buoni. È Don Draper se Don avesse le ali e un buon cuore. Come resistere a scrivere la sua storia? Ovviamente non ho resistito.
Nel caso di Monet abbiamo invece una Superman, ma a livello mentale, e con la differenza che quando entra in un ufficio non cerca l’anonimato e non si nasconde dietro una falsa identità umana. Alcuni membri della squadra (come per esempio Monet, ma me ne viene in mente anche un altro) sono praticamente dei Robin Hood aziendali. Anzi, l'intera squadra potrebbe esserlo. C'è un piacere del tutto particolare nel concludere un affare non perché tu lo voglia, ma semplicemente perché non vuoi che ci metta mano qualcuno di veramente malvagio. Monet ama il brivido della caccia e dell'uccisione, e in questa squadra trova un buon modo per sfogare quegli impulsi. Nella speranza che si tratti solo di uno sfogo.
Insieme, Angelo e Monet sono due facce della stessa medaglia. Sono una coppia fantastica, tra loro c'è un'armonia che è impossibile ignorare. Entrambi sono giovani ricchi che sono cresciuti per distinguersi nel campo corporativo, entrambi hanno qualcosa del dottor Jekyll e Mr. Hyde e ci ricordano che dietro la facciata sono qualcosa di diverso. Si distinguono però nel loro approccio: Warren è più disciplinato, mentre Monet pensa che sia un bene lasciare la bestia libera di scatenarsi.
Sono due dei miei personaggi preferiti e le somiglianze e le differenze tra loro sono una benedizione. Anche se ci provassi, non potrei resistere a sviscerarli a fondo. Detto questo, so che sono due personaggi molto complicati, ma sarà possibile conoscerli per la prima volta qui in X-Corp e seguirli senza difficoltà. Non complicheremo le cose. L’idea è di esplorare il loro futuro, non il loro passato. Aggiungo anche che vedremo il ritorno di Madrox dopo Empyre: X-Men, e anche con lui ci scateneremo. Faremo qualcosa di molto divertente e molto strano.
Lavorare nell'X-Office significa sempre incrociarsi con le altre testate: Krakoa è qualcosa di vivo, quando accade qualcosa in un posto, ci sono delle ripercussioni altrove e credo che questa sia in parte la ragione del nostro successo. Diciamo che non sento l’urgenza di creare un crossover con Excalibur, ma sono ben consapevole di come le azioni di una serie influenzino e si riflettano nelle altre. Detto questo, c’è indubbiamente la tentazione di invitare qualche creatura magica a un consiglio d’amministrazione e cose del genere. Vedremo se cederò a questa tentazione.
Fonte: AIPT