Woody Allen sugli scandali, il voltafaccia di Timothée Chalamet e il successo di Un Giorno di Pioggia a New York
A margine dell'uscita inglese in Pvod della sua ultima pellicola, Woody Allen ha rilasciato una nuova intervista in cui ha parlato di svariati argomenti
Il suo ultimo lungometraggio, Un Giorno di Pioggia a New York, il film finito al centro del ben noto contenzioso fra il regista e Amazon, alla fine è uscito in svariati mercati e ha incassato più di 20 milioni di dollari ed è ora arrivato (o sta per) anche sulle piattaforme digitali.
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Sul successo commerciale della sua ultima pellicola, malgrado le polemiche che hanno accompagnato la sua travagliata release, spiega:
Non mi sento "vendicato" perché significherebbe implicare che fossi in qualche modo preoccupato e - non vorrei sembrare insensibile - ma non lo sono. Chiaramente so bene di essere oggetto di gossip e scandalo, ma non posso lasciarmi disturbare da queste cose. Vivo la mia vita. Lavoro. Suono il jazz. Guardo lo sport. Vedo gli amici. Non alzo lo sguardo e non leggo nulla. Anche perché poi erano tutte delle accuse false che sono state un bel dramma da tabloid.
E riferendosi al prossimo protagonista di Dune, l'autore ripete quanto già raccontato nel suo libro autobiografico:
Timothée disse a mia sorella [la produttrice Letty Aronson, ndr.] che era fondamentale per lui dissociarsi da me perché concorreva all'Oscar con Chiamami col tuo Nome. È stata una mossa tattica. Cosa posso fare? Anche se Dylan dicesse di essersi inventata tutto e chiedesse scusa, ci sarebbe comunque qualcuno che crederebbe ancora alla sua storia. Posso solo ignorare tutto. Lavorare. Andare avanti. Sono circondato da persone che conosco da tantissimo tempo, persone che conoscono la verità.
Sul suo essere sempre stato visto come un intellettuale spiega:
In realtà penso di essere, per molti versi, una persona normalissima. La gente mi ha sempre visto come un intellettuale, cosa che non sono. Ho letto solo fumetti fino all'età di 18 anni. Ma ho sempre portato gli occhiali e quando i direttori del casting guardano qualcuno come me e poi qualcuno come Sylvester Stallone, io finisco sempre a fare i ruoli del professore così poi tutti pensano che io sia un intellettuale. Funziona così.
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