Woody Allen senza freni: tra serenità, rimorsi e il sogno di artista incompreso
Woody Allen si svela in una lunga intervista al Guardian e parla di vicende personali, della causa con Amazon, di sogni e rimorsi
In occasione dell’uscita del suo nuovo libro A proposito di niente, Allen è tornato a fare parlare di sé. Il volume ha ricevuto recensioni generalmente negative dalla stampa specializzata, ma ha anche rappresentato un’occasione per Allen di raccontare la sua versione dei fatti. In una lunga intervista al Guardian, il regista ha dialogato con la giornalista Hadley Freeman regalando uno scambio senza peli sulla lingua ma, al contempo, cercando di apparire sereno rispetto a ciò che gli è accaduto negli ultimi anni.
All’età di 84 anni, non sembra avere intenzione di fermarsi: la produzione del suo quarantanovesimo film sta infatti già volgendo al termine e, se non fosse stato per l’emergenza Coronavirus, Allen sarebbe già all’opera sul cinquantesimo.
Nel libro sono contenuti però alcuni passaggi decisamente critici rispetto alla faccenda, in particolare rispetto al comportamento di Timothée Chalamet, star di Un giorno di pioggia a New York:
“Timothée ha affermato pubblicamente di essersi pentito di avere lavorato con me e ha dato in beneficenza il suo guadagno. Ma ha giurato a mia sorella che aveva bisogno di farlo per via della sua candidatura agli Oscar per Chiamami con il tuo nome. Lui e il suo agente pensavano di avere migliore possibilità di vincere se mi avesse denunciato pubblicamente. E per questo l’ha fatto”. Sono accuse gravi a cui, ad ora, l’attore non ha ancora ribattuto.
Allen era stato accusato di molestie sessuali nei confronti della figlia Dylan, che all’epoca aveva sette anni. Nonostante gli anni di indagini la vicenda ha ancora i contorni non chiari. Diverse indagini e perizie hanno sempre negato i fatti, ma Mia Farrow e la figlia hanno continuato a denunciare pubblicamente la condotta dell’uomo. A questo si è aggiunta la relazione di Allen con l’allora ventunenne Soon-Yi Farrow Previn, figlia adottiva di Mia Farrow e di suo marito André Previn: “La gente è molto confusa rispetto a questa storia. Pensano che Soon-Yi fosse mia figlia adottiva e che all’epoca vivessi con Mia e quindi nello stesso appartamento di Soon-Yi. Pensavano fossi sposato con Mia e avessi questo tipo di pensieri folli”.
Come fatto notare dall’intervistatrice la questione non rappresenta un crimine, ma agli occhi di molti rappresentò un problema morale. Soon-Yi ha ora 49 anni ed è sposata con Allen da 23 anni, e nel tempo è stata vista sia come vittima sia come carnefice e ha dovuto portare su di sé il peso della cronaca e dei commenti attorno al comportamento del marito. Allen ha così risposto:
Ho realizzato che la relazione con Soon-Yi ha avuto un impatto drammatico e non era ordinaria: si può criticare la rettitudine, la sua appropriatezza. Lo capisco. Ma le false accuse hanno ferito Ronan e Dylan. (…) Non sono arrabbiato per la mia carriera. L’unica cosa che mi fa arrabbiare è non aver potuto vedere i miei figli crescere, sono arrabbiato verso quello che è stato fatto a Ronan e Dylan. Non ho potuto parlare con i miei figli per 25 anni e sono stati cresciuti pensando il peggio di me.
Per quanto riguarda invece la diatriba legale con Amazon ha commentato con ironia:
Questo gioca a favore della mia fantasia di essere un artista il cui lavoro non viene visto nella sua patria ed è costretto, a causa delle ingiustizie, a parlare al pubblico estero. Mi vengono in mente Henry Miller, DH Lawrence, James Joyce. Mi vedo stare vicino a loro con aria di sfida. E in quel momento mia moglie mi sveglia e mi dice che stavo russando.
L’intervista rappresenta un passaggio importante, rispetto all’opinione pubblica, per quanto riguarda le vicende che l’hanno coinvolto, per come amplia il contesto rispetto ai fatti di cronaca e mostrando quanto questi abbiano toccato le vite di molte persone. Sicuramente si tratta di parole che rialimenteranno il dibattito, nonostante il loro intento sia chiaramente quello di “passare e andare avanti” e che, soprattutto, aiuteranno a vedere i protagonisti di queste tristi pagine non come distanti personaggi di un racconto, ma come persone con una vita che viene toccata indelebilmente.
Cosa ne pensate delle parole di Woody Allen? Fatecelo sapere nei commenti.