Woody Allen sulla cancel culture, che definisce sciocca, e il possibile addio alla regia
Woody Allen è uno dei protagonisti del Festival di Venezia dove interviene per presentare fuori concorso la sua ultima pellicola
Woody Allen è uno dei protagonisti del Festival di Venezia dove interviene per presentare fuori concorso la sua ultima pellicola dal titolo Coup de chance (GUARDA IL TRAILER).
Partendo dal primo di questi due temi, Woody Allen, che a novembre del 2023 spegnerà 88 candeline, spiega di non essere necessariamente intenzionato a smettere di fare film, ma di non avere più la voglia di un tempo di dedicare energie al trovare i soldi necessari a girarne un altro.
Stavo pensando al fatto che questo è il mio 50° film e devo decidere se voglio fare altri film. Ci sono due cose a cui ho pensato. Una è che è sempre una rottura di scatole raccogliere soldi per un film. E mi chiedo se voglio affrontare quest'esperienza ancora una volta. Fare il film è una cosa, ma trovare il budget per farlo è noioso e non propriamente glamour. Se qualcuno uscisse dall'ombra per dirmi "Ti darò i soldi per fare il tuo film" sarebbe sicuramente un fattore influente per fare un altro film. E l'altra cosa riguarda il dove sono finiti i film. Non mi piace l'idea - e non conosco nessun regista che la condivida - di fare un film e dopo due settimane vederlo in televisione o in streaming. Non stiamo vivendo un momento particolarmente elevato dal punto di vista culturale. Nel passato sono stati realizzati molti film meravigliosi, ora non se ne vedono molti. Quando volevo andare al cinema, c'erano solitamente tre o quattro film che non vedevo l'ora di vedere. Ogni settimana c'era un film di Truffaut e Fellini e Ingmar Bergman e Kurosawa. Ora, negli Stati Uniti, si vedono pochissimi film europei. Penso che culturalmente non non ce la stiamo passando bene, specie al cinema [...] Ma se dovessi farne un altro, la mia idea di base è quella di ambientarlo a New York.
La mia reazione è sempre la stessa. La cosa è stata indagata da due importanti organi investigativi, non persone, ma due importanti enti investigativi. E entrambi, dopo lunghe e dettagliate indagini, hanno concluso che non c'era merito in queste accuse, proprio come ho scritto nel mio libro "A proposito di niente". Non c'era nulla di vero. Il fatto che la questione continui a persistere mi fa sempre pensare che forse, alle persone, piaccia l'idea che si continui a discutere di ciò. Chissà, forse c'è qualcosa che attrae le persone. Ma perché? Perché? Non so cosa si possa fare oltre a indagarla, cosa che è stata fatta in modo meticoloso. Una delle indagini è durata meno di un anno e l'altra è durata molti mesi. E hanno parlato con tutte le persone coinvolte e entrambe sono giunte alla stessa conclusione.
Quando la giornalista di Variety gli chiede se si senta in qualche modo "cancellato", Woody Allen aggiunge:
Trovo tutto ciò così sciocco. Non ci penso. Non so cosa significhi essere cancellato. So che nel corso degli anni, è rimasto tutto lo stesso per me. Faccio i miei film. Ciò che è cambiato è la presentazione dei miei film. Sai... lavoro e la mia routine è rimasta grossomodo la stessa. Scrivo la sceneggiatura, cerco i finanziatori per la pellicola, faccio il film, lo giro, lo monto e qualcuno lo distribuisce. La differenza non deriva dalla cultura della cancellazione. La differenza è nel modo in cui vengono presentati i film. Questa è la grande differenza.
COUP DE CHANCE: LA TRAMA
Coup De Chance mette in luce il ruolo che il caso e la fortuna giocano nella nostra vita.
Fanny (Lou de Laâge) e Jean (Melvil Poupaud) sembrano la coppia ideale: sono entrambi professionalmente affermati, vivono in uno splendido appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi e sembrano innamorati esattamente come quando si sono conosciuti. Ma quando Fanny si imbatte per caso in Alain (Niels Schneider), un ex compagno di liceo, viene travolta. I due iniziano a frequentarsi e si avvicinano sempre di più…
In Francia Coup de chance uscirà il 27 settembre, in Italia verrà distribuito da Lucky Red.
FONTE: Variety