WonderCon: Ed Brubaker tra Fade Out e le origini di Winter Soldier

Ed Brubaker ha parlato del proprio processo creativo a un attentissimo pubblico in occasione della WonderCon

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Fade Out BrubakerEd Brubaker ha incontrato i presenti alla WonderCon di Anaheim per discutere a ruota libera del passato, presente e futuro della propria carriera, spaziando dai progetti attualmente in corso con Image Comics e rispondendo a qualche domanda sui suoi lavori passati, soprattutto il suo importantissimo ciclo di storie per il Capitan America della Marvel.

L'incontro si è aperto con una bomba e con una velocissima ritirata: Brubaker ha annunciato di essere al lavoro nientemeno che su una serie TV per HBO. Dopo aver infiammato l'entusiasmo del pubblico, l'ha raggelato dicendo che ancora non può rivelare assolutamente nulla di questo progetto, deviando su questioni più generali e fornendo qualche particolare sul suo procedimento di scrittura.

Ora come ora le mie giornate sono una follia. Mi alzo prestissimo la mattina e inizio a scrivere molto prima di arrivare allo studio. Mi annoto di tutto su di un taccuino, che è il principale strumento che uso per fissare i miei pensieri e le idee che mi vengono in mente. Non credo che sarei altrettanto creativo se mi mettessi semplicemente al computer e alla tastiera. Ogni volta che inizio una nuova storia o una nuova serie, il primo passo è riempire un taccuino intero, possibilmente molto in fretta.

Velvet BrubakerMalefico come pochi, l'autore è tornato sui suoi progetti extra-fumettistici, dando notizia che uno di essi dovrebbe iniziare le riprese il prossimo autunno. Quale? Ne abbiamo già sentito parlare? Brubaker è una sfinge e, con uno scarto da campione suggerito dal moderatore dell'incontro, parla del suo differente stile narrativo tra comics e altri media.

Se avete letto i miei fumetti, sapete che c'è molta narrazione, a volte in prima e a volte in terza persona. Nei film e negli show, tranne in rari casi, non puoi permetterti tutta quella componente verbale. Ci ho provato un sacco di volte, ma immancabilmente arriva l'indicazione dalla produzione di diminuire l'impatto della narrazione fuori campo. Io, però, non credo molto nel motto "mostra, non raccontare." Soprattutto nei fumetti non è necessariamente così che funziona.

Lo sceneggiatore ha spiegato di prediligere le opere creator-owned, in quanto molto geloso del proprio controllo sulle storie e anche perché questo gli dà l'opportunità di lavorare più frequentemente con artisti che conosce, con cui ha già collaborato. Una condizione che gli permette di alleggerire almeno in parte la sua verbosità, dato che il feeling con il disegnatore di una storia rende meno necessarie le spiegazioni sia per il lettore che per il disegnatore stesso. Anche perché ragiona sempre in termini visivi, quando scrive una sceneggiatura, adattandola alla persona con cui lavora e che si occuperà delle matite.

Con Sean Phillips, ad esempio, sulla loro nuova serie The Fade Out ha lavorato moltissimo per riprodurre la Hollywood degli anni Quaranta, integrando parecchie foto per scovare i dettagli fondamentali dell'ambientazione, dai vestiti alle automobili, e di un'estetica che non esiste più.

Cap BrubakerAltra componente interessante: Brubaker parte sempre dalla creazione dei protagonisti per costruire una storia. The Fade Out è nata con l'idea del personaggio di Charlie (che, l'autore ha voluto chiarire, non è basato su suo zio). Da lì parte un processo di scrittura che procede regolarmente pagina per pagina, con sceneggiature dettagliate in cui spiega ogni cosa necessaria al disegnatore e anche qualche extra che non dovrà essere incluso nel disegno, ma che è importante per il proseguire della storia. Generalmente, una pagina di sceneggiatura corrisponde a una pagina disegnata.

Grazie a una domanda del pubblico, si è passati a discutere la creazione del personaggio di Winter Soldier, oggi noto anche ai fan dell'Universo Cinematografico della Marvel.

L'idea in realtà risale alla mia adolescenza, anche perché Bucky Barnes era uno dei miei personaggi preferiti in assoluto. Credo che Stan Lee abbia sempre voluto riportarlo in vita, qualora le vendite fossero calate troppo. Io sono capitato alla Marvel in un momento in cui... le vendite erano calate abbastanza. Ecco perché mi hanno permesso di scrivere la storia che volevo, come la volevo.

L'ultima domanda verte sulle attuali letture. Quali sono i fumetti ora come ora sul comodino di Ed Brubaker? Leggete Southern Bastards, The Wicked + The Divine e Sex Criminals, se volete condividere i volumetti preferiti con uno dei migliori autori americani contemporanei.

Fonte: Comic Book Resources

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