Wonder Woman: Azzarello e Chiang fanno un bilancio del loro ciclo

Brian Azzarello e Cliff Chiang parlano di Wonder Woman al termine del loro storico e apprezzatissimo ciclo sul personaggio

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Wonder Woman 2Le hanno dato nuove origini, nuovi nemici e un nuovo aspetto. L'hanno resa un personaggio decisamente più epico e mitologico di quanto non sia stata negli ultimi trent'anni. Sotto la loro guida, la principessa delle Amazzoni ha goduto di un rinnovamento assoluto, che ha saputo regalarci atmosfere avventurose, forti emozioni e anche una discreta quantità di violenza non proprio prevista. Eppure, dopo averla realmente riportata allo status di dea ed eroina classica da mito greco, Brian Azzarello e Cliff Chiang devono abbandonare Wonder Woman. Tre anni di storie sostanzialmente isolate, per lo più, dal resto dell'Universo DC, il che ha dato alle vicende di Diana una coesione un tempo sconosciuta, rendendole ancora più godibili fidelizzando la sua fanbase e rendendole un prodotto fresco e immediatamente riconoscibile. Dice Azzarello:

Be', io e Cliff non siamo bravi a collaborare con gli altri. Prima di iniziare ho detto a Dan DiDio che ci sarebbero serviti tre anni di autonomia e abbiamo ottenuto il via libera. L'abbiamo guadagnata perché abbiamo proposto la nostra idea ancor prima di iniziare.

Non solo Azzarello e Chiang al lavoro su questo ciclo di 35 storie ormai al tramonto, ma tanti altri: Tony Adkins e Goran Sudzuka come guest-cartoonist, Matt Wilson ai colori e Jared Flatcher al lettering. Un team ben assemblato dalla coppia creativa principale, selezionato tra gli artisti che potessero condividere la visione del personaggio. Cliff Chiang ha disegnato tutte le copertine, oltre che la maggior parte degli interni: una notevole serie di cover che potete vedere nella gallery sottostante.

Le copertine sono state realizzate tutte in anticipo per poter essere utilizzate come immagini promozionali. Hanno contribuito ad unificare lo stile degli albi e sono state uno strumento importante per comunicare l'atmosfera della serie. Se gli interni sono la storia, le copertine sono una pubblicità, un'opportunità ulteriore di far capire la nostra visione del personaggio e mostrare Wonder Woman sotto un'altra luce. Mi sono anche occupato della maggior parte del character design, ma ogni artista ha avuto un margine di autonomia. Ad esempio Tony è stato libero di disegnare qualunque dio volesse nella sua run e ha realizzato dei personaggi fantastici, alcuni dei preferiti dai fan. Poseidone reso come una balena gingante, o il suo meraviglioso Ade. Rispetto agli altri dei della serie sembrano davvero creature di un altro mondo.

Wonder Woman 3I due hanno anche parlato delle differenze che la loro Wonder Woman ha presentato al pubblico: una mitologia quasi del tutto nuova rispetto a quella classica dei fumetti e un personaggio con un atteggiamento, degli abiti, addirittura dei movimenti e un'immagine inedita rispetto a quella ben nota ai lettori DC.

Ci siamo documentati moltissimo per rifondare il pantheon di Wonder Woman, e non volevamo essere troppo legati alla mitologia greca classica. Volevamo in qualche modo aggiornarla e modernizzarla. Siamo stati criticati da alcuni, ma credo che fosse davvero una minoranza dei lettori. L'immagine di Diana, invece è stata influenzata direttamente dalle sceneggiature di Brian: una donna molto sicura di sé, non necessariamente appariscente ma che certamente colpisce. Una vera guerriera amazzone che, ogni volta che entra in una stanza, attira gli sguardi di tutti. Si comporta con regalità e sicurezza. E una persona di questo tipo tende a essere più silenziosa di quanto ci si aspetti.

La coppia creativa ha confermato che la serie ha avuto un impianto narrativo e una trama progettati sin dall'inizio, con qualche cambiamento qui e là durante la collaborazione, ma con moltissimi punti fermi perfettamente conservati, dall'inizio al finale della storia. Soprattutto l'immagine di Wonder Woman, che abbraccia il suo ruolo di Dea della Guerra rimanendo una donna e un'eroina motivata dall'amore e dalla compassione, era l'intento sin dal debutto.

Quando abbiamo avuto l'idea di farla diventare la Dea della Guerra ci siamo domandati cosa avrebbe fatto se avesse assunto quel ruolo. Ci piaceva l'idea di raccontare il suo contrasto, la sua anima amorevole e quella guerriera, di incarnazione della guerra, il modo in cui avrebbe gestito il proprio ruolo e la propria identità. Non era un'idea campata per aria e non l'avremmo portata avanti se non avessimo avuto qualcosa da raccontare tramite essa, per reinventare il personaggio. Del resto è per questo che i personaggi più efficaci sono così importanti. Come Batman: viene reinventato in continuazione. E ci sono moltissime storie diverse che si possono raccontare anche tramite Wonder Woman: ecco qual era il nostro orizzonte.

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Wonder Woman 1

Fonte: Comics Alliance

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