Wolverine: tre mesi per morire

Dopo Peter Parker, anche Logan affronta la morte, ma stavolta non è un colpo di scena inaspettato, bensì una morte annunciata: 3 mesi di vita per Wolverine

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Non è un buon periodo per essere un personaggio iconico della Marvel. Peter Parker è appena reduce da un anno e mezzo passato nel regno dei morti, su cortesia del Dottor Octopus. A dargli il cambio sul fronte delle vittime sacrificali si fa avanti il buon Logan: la Marvel annuncia, senza troppi giri di parole, che a Wolverine rimangono tre mesi di vita a partire da giugno 2014!

L’autore del delitto annunciato è lo scrittore Paul Cornell, l’artista designato per mostrarci la dipartita di Wolvie è Ryan Stegman. Che le cose per Wolverine non si mettessero bene era intuibile già da tempo: privato del suo fattore rigenerante, si era inoltrato in un arco narrativo che difficilmente lasciava presagire qualcosa di buono fin dal nome: Killable. Se c’è una cosa che differenzia la presunta morte di Wolvie da altre che hanno coinvolto i vari supereroi del passato, è che sarà appunto un evento annunciato da lontano: se giugno è il mese di “Three Months to Die” con tanto di apposito logo e campagna pubblicitaria, luglio sarà il mese di “Two Months to Die” e così via, fino al fatidico momento di settembre, quando il tristo mietitore dovrebbe sferrare il suo colpo di falce nel numero 12 della sua testata.

Concediamoci un attimo di smaliziato cinismo e diciamo subito che ne abbiamo viste troppe di morti “definitive” nei fumetti Marvel per credere che quella di un personaggio come Logan possa mettere veramente la parola fine alla sua fortunata carriera. Gli esiti possono essere i più disparati, da uno “scampato pericolo” in extremis, a una morte temporanea, alla sua resurrezione in un ruolo completamente diverso (per esempio come villain al servizio della setta ninja della Mano, un progetto narrativo in circolazione addirittura dai tempi di Chris Claremont). Nella peggiore delle ipotesi, può aspettarci un periodo più o meno prolungato con James Howlett fuori gioco, ma che l’uscita di scena di Wolvie sia tutt’altro che definitiva è una certezza su cui ci sentiamo di scommettere.

Più interessante e innovativo sembra invece il progetto di voler affrontare il tema della scomparsa e della mortalità di Wolverine con largo anticipo; spiega l’editor dei titoli mutanti Mike Marts:

Il titolo non è uno scherzo, non vi stiamo prendendo in giro. Vogliamo esplorare fino in fondo il tema della mortalità di Wolverine: cosa significa per lui, per gli X-Men e per tutto il Marvel Universe. Non saremo timidi e non avremo esitazioni sul genere di trame che intendiamo esplorare.

A prescindere dalla modalità e dagli esiti, la morte annunciata di Wolvie avrà anche un altro effetto, vale a dire quello di portare alla ribalta il personaggio più di quanto non sia: le ripercussioni si sentiranno in tutta la linea editoriale Marvel e il numero 12, il numero della presunta morte, sarà un evento che avrà rilevanza nazionale, al pari dei già analoghi esperimenti tentati con la morte di Superman, Capitan America e dello stesso Spider-Man.

Il conto alla rovescia è iniziato. Meno tre mesi...

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Fonte: Comic Book Resources

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