Westworld, Jeffrey Wright sui temi della serie e i pericoli delle AI
Westworld è al momento in onda con la seconda stagione
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Uno dei partecipanti al panel parlava di una AI in grado di poter guardare in una folla e identificare una minaccia. Mi sono girato verso la persona accanto a me e le ho detto che questo poteva creare dei problemi. Perché non si tratta della tecnologia, ma della mano dietro di essa. In questo caso sono i pregiudizi nella programmazione ad essere il risultato dei pregiudizi che potrebbero essere inaccurati o che potrebbero mal interpretare dei connotati culturali o fisici, così come il colore della pelle.
In qualche modo questo ha a che fare con lo stato in cui si trova Bernard. Si è preso un proiettile e questo ha avuto conseguenze sulla sua salute. Deve farci i conti, le sue facoltà sono diminuite, e lui stesso si trova in una situazione confusa, una ribellione caotica in atto nel parco. Come chiunque altro cerca di sopravvivere in questo nuovo scenario, ma lo fa con delle facoltà ridotte. Il fatto di avere meno informazioni mi ha permesso di sentirmi più vicino al personaggio.
L'attore ha quindi evidenziato i cambiamenti più importanti rispetto al Westworld del 1973:
La tecnologia ora è più importante. Le tecnologie e le implicazioni che esploriamo sono più accessibili per la comprensione degli spettatori. Non ci innamoriamo dei robot, ma siamo praticamente sposati ai nostri smartphone, che ci portiamo dietro giorno e notte. Siamo arrivati ad un punto in cui le persone certamente non erano alla metà degli anni '70.
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Fonte: IW