WALL-E e C-3PO al centro di una disputa legale sul copyright dei robot
Due aziende tech, in causa per i diritti di copyright sui robot hanno citato Wall-e, C-3PO e Numero 5 nelle loro argomentazioni. Ecco perché.
Non è passato molto tempo dalla storica sentenza della Corte Suprema Usa sul copyright al termine di una causa che ha contrapposto Google e Oracle. Uno scontro da 9 miliardi chiuso in favore del libero utilizzo di alcune linee di codice Java per la creazione, da parte di Google, del celebre sistema operativo Android.
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L’americana Digital Dream Labs LLC ha fatto causa alla cinese Living Technology LTD per avere copiato le forme, alcuni elementi grafici, suoni e animazioni coperti da diritto d’autore. Di fatto sul banco degli imputati è il robot giocattolo EMO. La sua forma ha un cubo come testa, con due occhi quadrati blu, due gambe composte di quattro aste che muovono i piedi su uno skateboard. La forma del “viso” è, a detta della Digital Dream Labs LLC troppo simile a quella dei giocattoli di loro proprietà VECTOR e COZMO.
Ma la questione non è finita qui. L’azienda cinese ha argomentato accusando la rivale di volere mettere un copyright al concetto di robot. Quest’ultima ha ribattuto tirando in ballo proprio gli esempi fatti dalla difesa e rovesciando il punto di vista. Ecco una parte della nota:
Fornendo esempi di vari altri robot, Living.Ai (il marchio dei robot EMO) dimostra che, nonostante l’idea di robot non sia proprietà intellettuale tutelabile, i robot che appaiono nei film - come C- 3PO® e R2-D2® in Star Wars® o quelli in WALL-E® - hanno volti e tratti distintivi e riconoscibili. Living.Ai non fornisce alcuna prova o conferma che LucasFilm® o Disney® abbiano reso di pubblico dominio i loro diritti sui progetti di questi robot.
È importante notare l’enfasi sul simbolo del marchio registrato. Le property citate sono inoltre ottimi esempi di come a partire da quel design siano stati fatti poi profitti dalla vendita di giocattoli, alcuni dei quali anche automatizzati come piccoli robot da casa.
Insomma, l’industria del cinema è entrata indirettamente in questa causa dagli sviluppi decisamente interessanti. Come sottolineato dall’Hollywood Reporter i robot che tanto amiamo e che ben conosciamo potrebbero diventare un caso di studio per i giudici delle corti federali. È probabile che partirà da questo punto, in futuro, le discussioni e le posizioni sulla tutela del copyright della sempre più florida industria robotica.
Cosa ne pensate di questo bizzarro caso? Fatecelo sapere nei commenti!
Fonte: Hollywood Reporter