Waid “ritratta” sul fumetto digitale
L’autore torna sul dibattito digitale/cartaceo con una nuova opinione
Ai tempi in cui la Comixology era solo ‘l’ultima arrivata’ e gli iPad erano solo un giocattolo, mi sono espresso con ferocia contro le Antiche Usanze. Non sono stato l’unico a farlo. Annunciai con durezza che dovevamo rivolgere la nostra attenzione al mercato digitale emergente, in quanto come industria non potevamo restare ostaggi del nostro unico distributore cartaceo, nei 1.800 negozi di fumetti americani o giù di lì. Affermavo che i tablet e gli smartphone erano il futuro, lo strumento di massima diffusione. La maggior parte degli editori e dei rivenditori prese posizione contro di me, come se stessi predicando un’eresia, e mi trattarono con condiscendenza, come si fa con un bambino ciccione davanti a una torta di cioccolato. Io insistevo nell’affermare che le Antiche Usanze erano destinate a sparire più rapidamente di quanto potessimo immaginare, e che il futuro del mondo del fumetto dipendesse dalla distribuzione digitale.
E sapete che vi dico?Avevo torto.
In tutta onestà, le Antiche Usanze non erano spacciate. Se mi aveste detto tre anni fa che le vendite dei fumetti in America sarebbero salite in modo rilevante mentre tutte le altre forme di carta stampata perdevano lettori a un ritmo spietato, sarei stato io a chiamarvi eretici. Eppure eccoci qua. I fumetti stampati non sono il colosso commerciale che erano nei giorni di gloria, e forse non lo saranno mai più, ma nessuno può negare che vedano una crescita sostenuta, e che non ci sia traccia di nessun tracollo all’orizzonte. E c’è di più: lo stesso accade con i fumetti digitali. Non solo la loro crescita procede di pari passo con quella del cartaceo, ma a volte la supera anche.
Potete trovare il testo integrale dell’editoriale di Mark Waid a questo link.