Venom: Devin Lewis e le grandi ambizioni di King in Black

L'editor delle testate dedicate a Venom parla della genesi di King in Black e delle ambizioni delle storie di Donny Cates e Ryan Stegman

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Devin Lewis, editor di Venom, la serie che ha riportato al grande successo di pubblica e critica il personaggio nato come nemesi e versione corrotta di Spider-Man, risponde alle domande di Games Radar sull'acclamata run di Donny Cates e Ryan Stegman, nonché sull'evento intitolato King in Black che sta per debuttare negli Stati Uniti.

Ecco le principali dichiarazioni di Lewis, che parla della serie e del crossover riguardante Knull, ancestrale dio dell'oscurità e antico tiranno dei simbionti, dalla prospettica di chi lavora dietro le quinte, alle spalle dello stellare team creativo che realizza le storie a fumetti.

King in Black #1, variant cover di Shannon Maer

Lewis - Tutto quel che abbiamo raccontato nell'attuale arco narrativo di Venom era presente sin dall'inizio nei soggetti che Donny Cates ci ha proposto originariamente. Absolute Carnage, Venom Island, persino King in Black erano presenti in forma di scheletro già allora. Lo diciamo spesso, ma poche volte tanto vero: ogni cosa che è stata narrata ha contribuito ad arrivare a questo punto e vedere i puntini che si uniscono è entusiasmante.

Inoltre, siamo davvero fortunatissimi ad essere giunti fino a questo punto. Ogni serie è una scommessa, un investimento, e raggiungere King in Black, o anche solo Absolute Carnage, non era assolutamente scontato. Ma lasciatemelo dire: i fan di Venom sono davvero i migliori del mondo dei comics. Abbiamo sempre dichiarato di volervi presentare il personaggio di Knull e Donny e Ryan, assieme ai lettori, hanno affrontato ogni difficoltà pur di renderlo possibile. Vedere questo progetto arrivare ben oltre i confini della serie di Venom è qualcosa di speciale.

Dopo Absolute Carnage, sapevamo che King in Black era in arrivo. Lo abbiamo sviluppato sin da prima della fine di quell'evento e dell'uscita dell'ultimo numero. Il nostro obiettivo è sempre stato coinvolgere il maggior numero possibile di testate regolari. Arrivare ad abbracciare Black Cat, Daredevil e Spider-Woman è la dimostrazione non solo del lavoro del nostro team editoriale, ma anche dell'entusiasmo di Donny, Ryan e tutti gli autori e artisti che hanno partecipato al progetto, lavorando su Venom e Web of Venom nel corso del tempo. Il livello di coinvolgimento di King in Black dei team creativi e dell'intera famiglia Marvel è ciò che ci spinge in alto.

Sono convinto che questi grandi eventi siano al loro meglio proprio quanto parecchie serie vi partecipano. I fumettisti che lavorano alla Marvel non sono secondi a nessuno e alla riunione dei creativi dell'anno scorso Donny e Ryan sono riusciti a convincerli tutti riguardo King in Black. La loro reazione è stata pressoché immediata. In poche ore abbiamo iniziato a ricevere proposte di idee per le storie tie-in, suggerimenti dagli autori delle testate sul coinvolgimento delle loro storie nell'evento. Tutti sono saltati a bordo e lo potete vedere nelle storie che raccontano.

Quel che succede su Doctor Doom e Iron Man è una delle mie cose preferite. Chris Cantwell mi ha mandato una mail il giorno stesso della riunione in cui si è parlato di King in Black, proponendo un'idea bizzarra che è al 100% quel che voglio leggere su di un fumetto. A uno sguardo superficiale sembra una storia ridicola, ma una volta che si legge davvero quel che racconta risulta intensa, spaventosa, d'atmosfera.

Gwenom vs. Carnage è una perla che credo nessuno abbia previsto, che vi stenderà. Seanan McGuire aveva questa storia riguardo i simbionti in serbo sin da quando ha mandato il suo primo soggetto di proposta durante Spider-Geddon e finalmente ha l'occasione di raccontarla. Non posso dire troppo, ma è una vicenda tagliente, personale, che corre dei rischi notevoli sin dal primo numero. Flaviano la disegna in maniera pazzesca e le copertine di Ken Lashley sono una gioia per gli occhi.

Il segreto del successo di Venom negli ultimi anni? Secondo Lewis risiede soprattutto nel rapporto speciale che si è creato tra Donny Cates e Ryan Stegman, entrambi al massimo della forma e con una visione naturalmente sincrona di cosa renda interessante e divertente una storia a fumetti. Oltre, ovviamente, alla dedizione di tutti coloro che collaborano alla serie, da JP Mayer alle chine, fino a Frank Martin ai colori, passando per il Clayton Cowles, che l'edito considera uno dei migliori letteristi del panorama.

King in Black #1, variant cover di Todd Nauck

Lewis - Donny e Ryan hanno ancora in serbo cose folli per Venom, ma avete già visto nei loro cicli di storie che non hanno paura di correre rischi. King in Black ridefinirà totalmente la natura del personaggio. Siamo su un enorme palcoscenico, quindi certamente la situazione ci intimidisce. Absolute Carnage è stata una storia speciale e assolutamente entusiasmante, ma era anche il primo tentativo di raccontare un grande evento per questo team creativo. Sono stati all'altezza e hanno fatto un fuoricampo.

Ma ora tutti hanno imparato moltissimo e conoscere i rischi ha permesso a King in Black di essere ancora più grande ed ambizioso di quanto fosse Absolute Carnage. Il nucleo narrativo di questa avventura è così forte che le ha consentito di essere più focalizzata dal punto di vista emotivo. Ogni singolo tie-in spinge il proprio protagonista un po' più in là, mentre contribuisce al grande arazzo dell'evento.

Credo che il successo di Eddie Brock sia legato a quanto sia umano il personaggio. Per quanto arrabbiato e psicotico sia sempre stato, Eddie ha percorso, come Venom, la via dell'umiliazione. Qualcosa che rende un uomo assetato di sangue come lui incredibilmente vulnerabile. E poi, Eddie è davvero un duro. Quando Peter Parker ha un problema, si chiude in laboratorio e fa esperimenti. Eddie va in sala pesi. Eppure non è affatto un ottuso: è un giornalista, è andato al college, ha una testa che funziona sulle spalle, solo che sceglie di non usarla. E questa volontà è incredibilmente interessante.

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Fonte: Games Radar

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