Venezia 73: ecco perché secondo molti il Festival ha superato Toronto
Ad oggi Venezia è l'evento principale della stagione autunnale. Ce ne accorgiamo quest'anno anche dal programma ma è almeno un trienno che sta cambiando
Qualcosa è cambiato alla Mostra del Cinema di Venezia. Lo abbiamo visto nel programma e poi ne abbiamo avuto conferma nella nostra intervista ad Alberto Barbera, in cui il direttore ha spiegato per filo e per segno come mai quest’anno la selezione sia forse la migliore di tutta la sua gestione (e non solo per la parte statunitense).
Questo, in poche parole, ha cambiato la parte autunnale di quello che viene chiamato “il sistema dei festival” e l'ha notato anche l'Hollywood Reporter.
Quella che sta per partire è la Venezia più americana di sempre e questo senza certo aver ceduto al cinema di incasso scriteriatoIn molti si sono chiesti come sia stato possibile per Venezia infilare una simile tripletta, un’impresa che qualunque festival desidererebbe. Di certo esiste un margine di fortuna, lo ammette sempre lo stesso Barbera, perché nessuno davvero può sapere se un certo film andrà o meno agli Oscar (figuriamoci vincere!), in più la parte del comitato di selezione veneziano più vicina al cinema americano non è cambiata rispetto alle gestioni precedenti. Di certo il desiderio di Barbera di ridurre i titoli della mostra rispetto a Mueller (quindi non prendere di tutto ma fare una selezione più elevata) e lavorare su un terreno ibrido tra autorialismo spinto e cinema popolare (un film come Philomena in concorso non sarebbe mai capitato solo 10 anni fa) ha aiutato. Se Birdman sarebbe stato preso in qualunque gestione, forse Il Caso Spotlight avrebbe faticato di più e Gravity sarebbe stato trattato con maggiore sufficienza. Inoltre bisogna ricordare che non sempre è facile comprendere quando un film popolare possa aspirare a grandi domani, è noto che il Festival del Film di Roma rifiutò di prendere in considerazione la selezione di Il Discorso del Re. Decisioni così fanno la differenza.
La vera domanda a questo punto è se ciò che è successo abbia una qualche influenza sulla “competizione” con il festival di Cannes.
Di certo nessuno compete con Cannes ora come ora, il festival francese è la sede del mercato più importante dell’anno, è un appuntamento fondamentale per il business del cinema di tutto il mondo. Soprattutto per la sua collocazione è fuori dalla questione Oscar, Mad Max: Fury Road è uno dei pochi casi di film passato a Cannes e poi finito a prendere statuette, di solito chi vuole competere esce in patria in autunno e non a Maggio.
Quello che però si può immaginare (c’è bisogno però di qualche anno in più di successi) è che i film di livello medio pensino Venezia come un luogo la cui luce può illuminarli con un’intensità molto molto buona (venite per il film da Oscar, rimanete per gli altri) e senza quella foga folle e quella competizione animale che esiste nel festival francese, dove il meglio del meglio è in corsa per l’attenzione di tutti e spesso chi è anche solo poco più piccolo finisce in un angolo, dimenticato.
Ad ogni modo secondo Barbera il film di quest’anno con maggiori possibilità per una statuetta è La La Land. Segnatevelo.