Venezia 66: la Pixar conquista con Up
Il festival di Venezia celebra con il Leone d'oro alla carriera i magnifici creativi della Pixar e il nostro corrispondente-regista Giacomo Cimini si gode la bellezza di Up. E ci parla anche di Cosmonauta...
Fonte: Badtaste.it
Qui trovate il sito ufficiale di Giacomo Cimini, mentre qui sotto vi proponiamo i due primi minuti del suo corto:E' ufficiale: Il festival di Venezia di quest'anno è il sogno bagnato per gli appassionati che leggono BadTaste. Per ora, non ho ancora sentito nessuno che si sia addormentato di fronte a un film (cosa che invece in tante edizioni passate succedeva spesso). Chi ha scelto il programma, chiaramente, si è scatenato e ha reso questa rassegna un crowdpleaser incredibile.
La proiezione di Up è stato forse l'apice di questo discorso. Più che un clima da Festival, c'era un clima da stadio, con 400 persone che piangevano e ridevano come bambini, mentre i sentimenti del pubblico emergevano di continuo. Alla fine, tutti accalcati a chiedere l'autografo ai registi Pete Docter e Bob Peterson.Siamo di fronte forse al miglior film della Pixar, di sicuro quello più emozionante. Se il precedente Wall-E era meno accessibile (e a mio avviso la seconda parte non funzionava bene come la prima), qui siamo di fronte a un omaggio spassionato a Lucas e Spielberg. Hai l'impressione di vedere un film d'azione di quegli anni, per cui provi le emozioni che hai vissuto la prima volta che hai scoperto I Goonies o Indiana Jones (che qui è presente come personaggio, anche se in forma 'geriatrica').
Ma forse l'aspetto più stupefacente (a parte una fotografia incredibile, con un character design di altissimo livello) è l'enorme lavoro fatto sullo storytelling, uno dei talloni d'Achille del nostro Paese. Qui c'è gente che sviluppa un progetto per cinque anni e si vede tutto. Basti pensare ai primi cinque minuti, in cui ti racconta in maniera muta la storia di due esseri umani e 400 adulti iniziano a singhiozzare come fontane, ma senza scivolare nel patetico, visto che poi si ride spesso.
Altro elemento notevole, mostrare il sangue in un cartone animato (e per ben due volte). In effetti, per essere un prodotto d'animazione, i protagonisti sono sottoposti a una serie di pericoli a cui non siamo abituati. D'altronde, Up è veramente un film sulla vita e l'esistenza, che non cerca assolutamente di nascondere i momenti più dolorosi.
Di fronte a tutto questo, ti verrebbe da consigliare al cinema italiano di chiudere per una decina d'anni. E si rischia di essere eccessivamente critici verso una pellicola come Cosmonauta, che per essere un esordio (quello della regista Susanna Nicchiarelli) n realtà è interessante. Sicuramente, la pellicola punta molto in alto, con le citazioni di due fumetti importanti come Laika e Il grande male. Di spunti bellissimi ce ne sono diversi e il punto di vista femminile è lodevole.
Tuttavia, siamo di fronte ai classici problemi del cinema italiano, che non è supportato da un montaggio e una fotografia adeguati. L'impressione è che la storia ruoti intorno alla Terra come uno Sputnik, ma poi non atterri mai al suolo. E chiaramente la capacità di storytelling in cui la Pixar è maestra, qui non si vede molto. Così, i commenti di amici esteri parlano di un compitino realizzato con sufficienza. Ed è difficile dar loro torto...
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