Venezia 66: Capitalism: A Love Story annoia
Al Lido, è sbarcato il capitalista che si scaglia contro i capitalisti, Michael Moore, ma il nostro corrispondente-regista Giacomo Cimini si è annoiato decisamente per la lezioncina economica, utile solo per chi negli ultimi due anni è rimasto incollato al Grande fratello...
Fonte: Badtaste.it
Qui trovate il sito ufficiale di Giacomo Cimini, mentre qui sotto vi proponiamo i due primi minuti del suo corto:L'atmosfera che circonda la proiezione di Capitalism: A Love Story, ultima fatica di Michael Moore, è quasi surreale. Intanto, è già un mezzo paradosso che, in un ambiente assolutamente antidemocratico come quello cinematografico, si inneggi alla democrazia. Un concetto vago quando ci vogliono milioni di dollari per fare dei film e anzi si potrebbe dire che il cinema è quasi la forma più degenerata di capitalismo. Poi, ti capita di vedere il film in galleria in mezzo ai 'potenti', mentre di fronte hai Oliver Stone e ai lati Tilda Swinton e Simona Ventura. Ma, soprattutto, sotto di te noti (o perché sono volti noti o per via dei loro vestiti e delle donne che li accompagnano) il gotha del capitalismo italiano che, alla fine della proiezione (incredibilmente, considerando che non si è riso mai), applaude a scena aperta. Mi veniva da gridare, come se fossimo al Fantafestival, "ipocriti".
Alcune cose, va detto, sono da salvare. Per esempio l'analisi delle industrie con gestione cooperativa-democratica, in cui tutti decidono per tutto. O un filmato di repertorio alla fine con una frase di Roosevelt poco prima di morire. Ma, in sostanza, il termine giusto per definire questo lavoro è: noioso. Si tratta di una raccolta di grafici e di dati, al cui confronto Una scomoda verità con Al Gore è una pellicola di Roland Emmerich. Insomma, a metà tra una lezione di economia fatta male e le idee meno riuscite dei film di Moore, cosa che ha portato (prima volta che lo vedo a questo Festival) a gente che dormiva. Certo, se negli ultimi due anni non avete fatto altro che guardare il Grande Fratello, allora la visione di questo film potrebbe esservi utile. ma per tutti gli altri (ossia, il pubblico di Michael Moore) si tratta di cose assolutamente stranote, in cui è sorprendente l'assenza di insider che possano rivelare questioni poco conosciute. Qui c'è solo un insieme di dati che magari servirà per informarsi al contadino dell'Arkansas (ammesso e non concesso che sia interessato), ma per persone come la mia ragazza economista è impossibile non constatare la povertà di idee presentate. A questo punto, erano molto più forti 20 secondi di Up, quando presentava la situazione del vecchietto che veniva sfruttato da una cattiva multinazionale, coinvolgendo molto di più dal punto di vista emotivo.Ma l'attacco al capitalismo non è neanche troppo forte. Basti pensare a interviste strampalate come quella al prete di famiglia (ehh?). Il caso peggiore è sicuramente quello di Tom Geithner, che all'inizio del documentario ci viene presentato come un imbecille che si prende dei rischi folli, senza poi ricordare il 'piccolo' particolare che quest'uomo è diventato ministro del Tesoro per Obama. L'attuale presidente statunitense viene mostrato quando si schiera a favore degli occupanti di una fabbrica, ma di critiche alle sue scelte di appoggiare il megafinanziamento alle banche in crisi non ne sentiamo (anche se verso i democratici in generale Moore non è tenero). Tanto, c'è ancora Bush con cui prendersela.
Il paradosso è che da una parte, chiaramente, Michael Moore si è seduto sugli allori, anche per via dei tanti documentaristi (basti pensare a Morgan Spurlock) che lo imitano, dando così vita a un progetto di chiara natura televisiva. Dall'altra, stranamente la sua presenza in scena non è costante come in passato. Certo, lo si poteva criticare per una certa attività manipolatrice e per il desiderio di conquistare i riflettori, ma è indubbio che funzionava ed era d'impatto. Qui lo vediamo soprattutto in una scena poco convincente (che si vede anche nel trailer) in cui praticamente fa finta di essere un poliziotto che vuole mettere sotto sequesto una banca, luogo "dove è avvenuto un crimine". Ma se negli altri film ci sono comunque sempre soluzioni interessanti (anche solo al montaggio), qui si arriva al punto di presentare un momento critico in ambito finanziario accompagnato dalla musica dei... Carmina Burana. Molto originale. Bello anche quando Moore mostra le ottime costituzioni dei Paesi europei e cita il caso dell'Italia, in cui si è stabilita la parità tra uomini e donne. Affermazione che, ripensando alla situazione del vicino hotel Excelsior dopo le 18, provoca un sottile brivido...
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