Universal HV: Badtaste intervista David Moscato

Abbiamo incontrato l'amministratore delegato di Universal Home video, con il quale abbiamo parlato delle leggi auspicabili sulla pirateria, dell'offerta legale online e della possibile tassazione dei provider Internet...

Condividi

Fonte: Badtaste.it

Iniziamo da una vostra recente iniziativa, far riuscire nelle sale per alcuni giorni Ritorno Al Futuro…
Sì, abbiamo realizzato un’operazione veramente massiccia che ha dato il massimo risalto all’uscita in Blu-ray della trilogia: abbiamo riportato il film nelle sale cinematografiche per un giorno, abbiamo partecipato ad un evento a New York organizzato da Universal Home Entertainment International, abbiamo sviluppando sinergie con le varie iniziative messe in piedi dagli stessi fan come la mobilitazione delle De Lorean in giro per l’Italia. Il tutto è tra l’altro avvenuto in un periodo molto pieno da una parte con molti nostri lanci di film in DVD e Blu-ray sul mercato e dall’altra con un esercizio cinematografico anch’esso molto impegnato con le nuove uscite. Malgrado ciò, nello spazio di sole quattro settimane, abbiamo creato un evento che ha coinvolto esercenti e home video, a dimostrazione che si possono creare grandi sinergie tra i nostri due settori.

Parliamo della pirateria. Cosa vi aspettate nei prossimi mesi a riguardo?
Al di là dei regolamenti e delle leggi che potranno essere adottati, noi fronteggiamo una lotta difficile contro quello che è gratuito. Va anche detto che la pirateria si concentra non tanto sul catalogo, quanto sulle nuove uscite. E’ per questo che noi tentiamo di offrire prodotti ricchi e che non si limitino solo al film, come dimostrerà l’arrivo sugli scaffali di Cattivissimo Me, che ha molti extra e sarà fruibile in diversi formati tra cui quello in  3D e dell’e-copy. Per quanto riguarda le leggi in materia, io non sono convinto che ci si debba concentrare tanto sulla punibilità dell’utente singolo, quanto invece sui siti che offrono questi contenuti, con la chiusura o almeno l’impossibilità di accedervi. Per questo, più che la legge francese, il cosiddetto modello Sarkozy, preferisco quella spagnola, che va in questa direzione. Credo che si possa dire che su questa strada le major stanno facendo un percorso comune, ma la situazione resta grave. E’ vero che il mercato si sta evolvendo  ma è ancor più vero che è nell’interesse di tutti che si trovino delle soluzioni in fretta. Anche i settori come l’editoria, che pensava di non avere problemi, si ritrova a fronteggiare il fenomeno degli e-book.

Comunque, si è molto discusso in questi giorni su chi dovrebbe avere l’incarico di controllo con una legge a riguardo, tra Siae e Agcom. Lei che ne pensa?
Credo che l’Agcom sia il referente ideale, in effetti, ed è decisamente legato al lavoro che svolge. Ma, cosa più importante, mi piacerebbe che i siti che proponessero i contenuti legali si associassero e venissero forniti di una sorta di bollino che ne attesti la qualità. Credo che sarebbe una garanzia anche per i genitori su quello che possono vedere i loro figli. Comunque, sono cose che riguardano soprattutto la nostra divisione Digital.

Ma non crede che l’alternativa legale, anche se esistente, sia ancora a un prezzo troppo alto nel nostro Paese, mentre invece bisognerebbe puntare molto sulla distribuzione digitale?
Intanto, un grosso problema in Italia è che la banda larga non è diffusa come in altre nazioni e questo per forza di cose limita le possibilità di mercato. Io credo che i titoli ci siano e i prezzi siano anche aggressivi, ma è anche ovvio che la possibilità di trovare altrove il contenuto è notevole. Io recentemente ho svolto delle visite ad alcune videoteche e ho notato una grande competenza delle persone che ci lavorano, una strada obbligata se questi spazi vogliono sopravvivere, in modo da essere all’altezza del consumatore. E credo che sia inconcepibile che alcune videoteche vivano solo di noleggio. Come si fa a non proporre titoli in vendita? Comunque, il vero problema dell’home video è che esistono tante altre alternative, soprattutto grazie alla televisione, che portano il pubblico ad avere un’ampia gamma di scelte. Un giorno magari potremo avere direttamente in televisione la possibilità di vedere il catalogo dell’home video premendo su un’icona. Piuttosto, se fossi un negozio on-line, punterei moltissimo sui titoli di catalogo, che sono difficili da trovare nei negozi per ovvie ragioni di spazio e che invece su Internet possono produrre profitti importanti con costi ridotti.

Non pensa che si possa valutare una doppia strada per l’home video, quella tradizionale per le uscite forti e invece una distribuzione digitale per i titoli più deboli, magari le opere prime, in modo da contenere i costi?
Certo, è proprio quello che siamo intenzionati a fare. Ci sono film come Schindler’s List che bisogna costantemente reimmettere sul mercato, mentre in altri casi la distribuzione digitale permetterebbe di supportare tante opere prime che al momento non trovano grandi sbocchi. Internet, in questo senso, potrebbe fornirci una grossa mano.

E per quanto riguarda le window, cosa verrà fatto?
Noi siamo un po’ stretti tra il theatrical e la televisione, ma credo che dovremo evolverci in questo senso. Io, per certi film, non capisco neanche la ragione di una window rigida. Se la pellicola va bene al cinema, allora è normale tenerla in esclusiva nelle sale, ma se viene smontata dopo due settimane, perché lasciare un vuoto di diversi mesi, che può essere coperto soltanto dalla pirateria? In questa situazione, ci perdiamo tutti, perché noi abbiamo dei tempi tecnici di uscita e non possiamo improvvisare le cose al volo. Per questo, sono completamente d’accordo con la dichiarazione di Richard Borg (AD di Universal e Paramount, Ndr), che sostiene che le uscite debbano variare a seconda degli incassi.

E cosa pensa di chi vuole ‘tassare’ i provider Internet, perché questi soggetti beneficiano della pirateria, che ovviamente necessita di una connessione a banda larga?
E’ una discussione non facile e potenzialmente pericolosa. La mia paura è che chiedendo una percentuale sul canone, si rischia di far passare il messaggio che lo scaricamento di film e musica diventa legale. Di sicuro, posso dire che nella nostra battaglia i provider non fanno molto per aiutarci. Peraltro, io mi auguro di vedere presto un’offerta legale di contenuti da parte loro.

Non crede che abbiano fatto molti danni i famigerati DRM, che impedivano ai clienti di contenuti legali di poter fruire del loro acquisto su tutti i formati?
Personalmente, credo sia più che altro una scusa, io non ho mai avuto problemi con i miei acquisti digitali. E’ un po’ come chi invoca sempre la tutela della privacy per opporsi ai controlli su Internet e poi sul proprio profilo Facebook comunica a tutti ogni particolare della propria vita.

In questa situazione di ricavi minori per l’home video, cos’è che funziona ancora bene e cosa meno?
Intanto, va precisato che nell’ultimo anno la flessione si è interrotta, abbiamo quindi in questo senso dei segnali positivi dovuto anche grazie al nuovo formato del Blu-ray che ha stimolato comunque il consumatore all’acquisto. Nel 2010 abbiamo poi ovviamente, tutti noi abbiamo beneficiato del fenomeno Avatar e ora sotto il Natale anche delle uscite di titoli di animazione per famiglie. Ma, in generale, se hai un bel film interessante, questo continua a vendere e a tenere il mercato, anche quando diventa di catalogo.

E cosa pensa del 3D domestico? Crede veramente che possa prendere piede? E come vanno i titoli in 3D, c’è una flessione rispetto al theatrical, considerando che pochissimi hanno dei televisori adeguati?
Intanto, va precisata una cosa. Per continuare ad avere successo, il 3D deve essere un vero 3D, non un frutto di un lavoro in post-produzione di basso livello. Per ora, il Blu-ray è il 3D televisivo, ossia il mezzo che ti permette di vedere ad alto livello quello che è uno spettacolo notevole sul grande schermo. In effetti, con l’home theater sempre migliore, anche l’esperienza a casa è diventata di ottima qualità. Diciamo che in questi anni c’è stato il salto enorme da VHS a DVD per poi arrivare al passaggio al Blu-ray e magari in futuro al 3D domestico.

Quali sono i titoli più forti del vostro catalogo al momento?
Avremo nei prossimi mesi cose importanti, come Un altro mondo, Fast 5, Adjustement Bureau e il documentario su Senna. Sicuramente, abbiamo grandissime attese per Cattivissimo Me, anche per la carica mostruosa che ci stanno dando i nostri clienti. Peraltro, noi cerchiamo sempre di interagire con la grande distribuzione realizzando delle anteprime, in modo da far vedere a queste aziende il prodotto, ma soprattutto per decidere insieme a loro le campagne promozionali più adeguate. Così, sono direttamente i grandi punti vendita a dirci quali iniziative prendere per offrire ai clienti il prodotto nel modo migliore.

Discutiamone sul Forum Cinema

Continua a leggere su BadTaste