Undiscovered Country: Camuncoli ci parla della sua collaborazione con Snyder e Soule
Giuseppe Camuncoli ha risposto alle domande della stampa su Undiscovered Country, il successone scritto da Scott Snyder e Charles Soule
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Camuncoli ha spiegato ai giornalisti come questa serie dal tema fortemente post apocalittico, che immagina un mondo diviso tra grani potenze intercontinentali e, soprattutto, un'America separata da tutto il resto da un colossale muro e dominata da una guerra tra bande, gruppi di mutanti violenti e intrighi politici ancora tutti da scoprire sia in realtà una sorta di dichiarazione d'amore di Soule e Snyder agli Stati Uniti, non meno che una vicenda in grado di metterne in luce le contraddizioni, la durezza della lotta per il successo, i terribili squilibri interni e le frizioni tra i gruppi etnici. Una storia, quella di Undiscovered Country, che fotografa il meglio e il peggio dell'America di oggi e di ieri, nel contesto di un domani fantascientifico e distopico.
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Proprio perché Undiscovered Country parla dell'America in maniera così accorata, gli sceneggiatori hanno confessato a Camuncoli di averlo scelto anche perché portatore di un punta di visto esterno. Per quanto ci siano evidenti e interessanti accenni alla politica statunitense, a quella parte di America che vorrebbe rinchiudersi su se stessa, forte della propria posizione ancora oggi dominante dal punto di vista economico e militare, l'opera in sé rimane soprattutto una grande narrazione avventurosa.
Un progetto narrativo che, pur essendo ricchissimo di dialoghi, gode di una sceneggiatura molto agile e che ha lasciato al Cammo grandissima libertà creativa. Lui stesso ci ha infatti rivelato, su nostra domanda specifica, che solo il primo numero è realmente scritto a quattro mani dagli autori, che si sono invece alternati come sceneggiatori degli altri albi, dopo aver realizzato assieme i soggetti. Dopo il primo, dettagliato in ogni battuta di dialogo, Camuncoli si è trovato di fronte sempre e solo sceneggiature che a volte non facevano molto più che segnalare i momenti chiave, lasciando ampissimo spazio al suo estro creativo e narrativo, cosa che gli ha consentito e gli consente di intervenire frequentemente anche su scelte del racconto molto importanti.
Un aspetto di grande soddisfazione per l'artista italiano, al secondo impegno nell'editoria indipendente dei comics americani, dopo aver firmato Green Valley. Lavorare direttamente su un progetto Image, tuttavia, senza la mediazione dell'etichetta Skybound, è un'esperienza nuova per lui, poiché significa essere responsabile del proprio lavoro, del successo e dell'insuccesso della serie, di ogni scelta artistica relativa alla storia in modo totalizzante. Camuncoli non nega di avere la sensazione di essere tornato ai tempi di Bonerest, l'opera autoprodotta che lo ha fatto conoscere ai fan di Fumetto italiani, scritta da Matteo Casali. Ovviamente, su scala molto più ampia.
Anche perché Undiscovered Country, come dovreste sapere, è già oggi un successo di critica e di pubblico negli Stati Uniti. Un riconoscimento in cui lui e i suoi illustri colleghi speravano fortemente, ma che non era certamente previsto. Infatti, Cammo ci ha raccontato che inizialmente gli era stata proposta una miniserie di sei numeri e che proprio per la ridotta entità dell'impegno era saltato a bordo del carro con entusiasmo fin dall'inizio. Dopodiché, Scott Snyder e Charles Soule si sono rapidamente resi conto di avere per le mani molto più materiale narrativo del previsto e gli albi preventivati sono prima diventati ventiquattro, poi i cinquanta che fanno ad oggi da obiettivo per il team creativo.
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Una squadra che, oltre che dei tre grandi nomi che abbiamo fatto sinora, si fa forte della collaborazione di Leonardo Marcello Grassi, finisher delle tavole dettagliatissime di Undiscovered Country, per cui Giuseppe Camuncoli si occupa principalmente dei layout. L'artista ci ha tenuto moltissimo a sottolineare i contributo fondamentale di Grassi, e prima di lui di Daniele Orlandini che ha dovuto purtroppo abbandonare in fretta il progetto. Entrambi sono suoi ex-allievi e hanno svolto e svolgono un lavoro egregio.
Solo con questa organizzazione dello sforzo produttivo, infatti, Camuncoli avrebbe potuto mantenere l'impegno di disegnare tutti i dieci numeri all'anno di Undiscovered Country, opera di cui avrete modo di apprezzare la varietà visiva e il disegno estremamente particolareggiato. Il Cammo ci teneva molto alla coerenza visiva di questo progetto creator-owned, per ragioni strategiche di marketing e anche di orgoglio personale da co-creatore della serie, ed è per questo che sin da subito ha chiarito di aver bisogno di collaboratori all'altezza e che gli consentissero di rispettare una scaletta piuttosto impegnativa.
Fondamentale anche il lavoro del colorista Matt Wilson, uno dei migliori nel suo settore, al giorno d'oggi, di cui il disegnatore ha sottolineato lo stile non esattamente allineato a quel che ci si aspetta da un professionista americano. Wilson ha una vibrazione fortemente europea nella gestione della propria palette, che a sua volta ha iniziato ad influenzare il tratto dell'artista italiano, che si è via via ripulito dopo aver apprezzato le scelte del colorista. Cammo ha commentato dicendo di aver lasciato scivolare un po' di Moebius nel proprio stile, per Undiscovered Country.
Uno stile che vedremo dispiegarsi in tutto il proprio splendore, dato che Scott Snyder e Charles Soule hanno scritto una storia che si sviluppa visivamente soprattutto in orizzontale e che, nel primo volume che abbiamo avuto modo di leggere in anteprima, non lesina certamente sulle immagini molto ampie e sulle doppie splash page. Un tratto che caratterizza le sceneggiature di Soule e Snyder in generale e che Camuncoli ha apprezzato molto, poiché Undiscovered Country è un'opera dall'estetica bizzarra e immaginativa, in cui non mancano creature abbastanza folli e immaginario fantascientifico imprevedibile. Nonché paesaggi molto ampi che colpiscono il lettore per le loro proporzioni colossali. Avere a disposizione una sceneggiatura che amplia lo sguardo dello spettatore è stata una risorsa importante e un gran divertimento per l'artista, che non fa mistero di essere davvero felice di questo progetto, di cui in generale si sente molto partecipe e soddisfatto.