Una tassa a sorpresa scatena nuove tensioni tra Hollywood e la Cina

Proprio mentre in Cina sta uscendo Iron Man 3 una improvvisa tassa sugli incassi scatena nuove tensioni tra Hollywood e la potenza orientale...

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Negli ultimi mesi stiamo seguendo con voi l'espansione di Hollywood nel mercato cinematografico cinese, un mercato in incredibile espansione la cui apertura, negli ultimi anni, ai film occidentali ha prodotto un enorme incremento negli incassi cinematografici.

Le maglie della censura e del protezionismo da parte del governo Cinese si sono via via allargate, pur costringendo le major americane a scendere a compromessi (il modo migliore per ottenere la distribuzione in Cina è co-produrre il film con una major locale, inserire attori cinesi nel cast e ambientare alcune scene in una città cinese, come avvenuto recentemente con Iron Man 3, co-finanziato dalla cinese DMG e in uscita oggi in una versione realizzata appositamente per il mercato cinese con alcune scene non presenti nella versione occidentale, o come avverrà con Transformers 4), e nonostante incidenti anche recenti come la censura di Django Unchained (che alla fine uscirà in una versione ulteriormente modificata).

Ma una tassa a sorpresa potrebbe cambiare tutto.

L'Hollywood Reporter svela infatti che proprio mentre Iron Man 3 esce in Cina, la 20th Century Fox ha deciso di NON accettare i 23 milioni di dollari di pagamento dovuti per gli incassi di Vita di Pi.

Andiamo con ordine: fino a qualche tempo fa le case di distribuzione americane ottenevano solo il 13-17% degli incassi dei film Hollywoodiani per i quali riuscivano a ottenere il permesso di distribuzione in Cina: una percentuale decisamente magra. L'anno scorso il vicepresidente Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping hanno firmato un accordo secondo cui gli studios stranieri ottengono il 25% degli incassi cinematografici sui loro film, e senza che ulteriori pagamenti - tasse incluse - andassero a intaccare quella percentuale.

Ora però il governo cinese ha introdotto una nuova tassa, e pretende che alcuni studios americani contribuiscano con una porzione della loro percentuale. Il Wall Street Journal rivela quindi che la 20th Century Fox non ha accettato il pagamento degli incassi che le sono dovuti per Vita di Pi: si tratterebbe di 23 milioni di dollari meno 2 milioni di dollari che verrebbero trattenuti per il pagamento di tale tassa. Se la Fox accettasse i 21 milioni di dollari, inevitabilmente accetterebbe questa tassa.

Secondo l'Hollywood Reporter, se non si trovasse un accordo, il ministro dell'economia americano potrebbe fare appello all'Organizzazione Mondiale del Commercio.

Fox, Disney e Sony, le tre major che stanno distribuendo il maggior numero di titoli in Cina in questo momento, hanno preferito non commentare la notizia, tuttavia sembra che siano tutti e tre intenzionati a opporre resistenza a tale tassa. Il vero problema è che in questo modo la Cina potrebbe avviare ritorsioni spostando le date di uscita in periodi non favorevoli o "chiudendo" i confini per alcuni studios.

La situazione è decisamente delicata, soprattutto con l'uscita di un film importante come Iron Man 3, per il quale la Disney ha spinto moltissimo anche dal punto di vista del marketing: qualsiasi pressione da parte dell'MPAA e dell'ufficio di rappresentanza del commercio americano potrebbe inasprire i toni e mettere a repentaglio una fonte di incassi sempre più importante per Hollywood. E scendere a compromessi con un Paese in cui il libero mercato è ancora un sogno potrebbe creare pericolosi precedenti...

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