Un ultimo saluto a Pino Rinaldi, disegnatore Bonelli e Marvel

Si è spento a soli sessant'anni Pino Rinaldi, artista che ha lavorato per Sergio Bonelli Editore e Marvel

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Clandestine #10, copertina di Pino Rinaldi

Questa notte, a soli sessant'anni, si è spento l'artista Pino Rinaldi. Ne ha dato notizia la figlia sul profilo Facebook del padre in un post che vi proponiamo in calce.

Nato nel 1957, a Gravina di Puglia (Bari), a soli diciotto anni Rinaldi vinse il Premio Ostia per Giovani Autori di fumetti. Dopo un inizio di carriera come grafico pubblicitario, cominciò a collaborare con le testate Eura, Corrier Boy e la rivista 1984.

Per Sergio Bonelli Editore illustrò alcune storie di Martin Mystère e Nathan Never, ma, appassionato da sempre di super eroi americani e grande estimatore di John Buscema e Neal Adams, passò a lavorare a metà degli anni 90 per Marvel UK e poi per la casa madre statunitense, per la quale firmò titoli quali ClandestineFantastic Force – spin-off della serie dedicata ai Fantastici Quattro - Capitan America e Thor.

Tornato a collaborare con la casa editrice romana Eura Editoriale, ideò la serie Agenzia X.

La Redazione di BadComics.it esprime alla famiglia e agli amici di Pino il più sentito cordoglio.

Addio a Pino Rinaldi

Mio papà, tra le tante cose che mi ha insegnato, una è sicuramente quella di lottare sempre, contro tutto, tutti.

Di essere sempre se stessi, di sorridere in ogni circostanza e di saper scherzare.

Un mese e mezzo fa gli è stato diagnosticato un tumore al pancreas e lui ha perseverato nel dimostrarmi ogni giorno quello che si era premurato di insegnarmi da quando sono nata. Senza perdersi d'animo neanche un secondo.

Questa notte se n'è andato.

E vi posso assicurare, non perché io sia la figlia, ma è stato e continuerà ad essere il padre migliore tra tutte le galassie esistenti e non (perché per lui, come per me, la fantasia non è mai abbastanza).

Ti voglio bene e anche se ormai sono troppo grande vorrei poter avere almeno un giorno nel quale sedermi sulle tue gambe e osservarti mentre disegni magie, come quando ero piccola.

Ciao Papà

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