Twin Peaks: Mark Frost racconta gli scontri con l'ABC per la stagione 2 e come è nato il revival
Mark Frost racconta gli scontri con l'ABC per la stagione 2 di Twin Peaks e come è nato il revival arrivato nel 2017
In una recente intervista con Variety, Mark Frost, co-creatore di Twin Peaks insieme a David Lynch, ha parlato a ruota libera dell'iconico show, raccontando in particolare i retroscena della sua provvisoria conclusione prima del ritorno a sorpresa nel 2017. Ecco i passaggi più interessanti.
"L'ABC ci ha puntato una pistola alla tempia"
Dopo una prima stagione di grande successo, la seconda annata di Twin Peaks svela nei primi episodi l'identità dell'assassino di Laura Palmer, per poi continuare la storia in un modo che non ha soddisfatto né il pubblico né i suoi creatori, fino alla cancellazione dello show. Frost concorda che il mistero sia stato risolto "decisamente troppo presto", spiegando:
Il network [l'ABC] ci ha letteralmente puntato una pistola alla tempia. Se non ricordo male, avrebbero smesso di mandarci soldi se non avessimo risolto il mistero. Lo volevano subito all'inizio della seconda stagione. Ma David ha sempre detto: "Non dovremmo mai risolvere il mistero, dovrebbe andare avanti per sempre". E c'è una parte di me che pensa che avrebbe potuto avere ragione. Ma farlo quanto meno nel corso della seconda stagione sarebbe stato accettabile. Avremmo potuto facilmente superare almeno il resto di quella stagione impegnandoci con quelle dinamiche narrative. Ma era pur sempre il 1992, ed era pur sempre un network televisivo, e i dirigenti si sono impuntati.
All'epoca l'ABC era di proprietà della Capital Cities, un'azienda di famiglia molto conservatrice, e la cosa li ha profondamente turbati. Ricordo di aver parlato con [Thomas Murphy], l'amministratore delegato dell'azienda, che riteneva che con la storia stessimo scatenando una sorta di Ebola digitale nel mondo. Era davvero sconvolto. Ma l'unica fortuna è che c'era un giovane dirigente come [il futuro amministratore delegato della Disney] Bob Iger che, a suo dire, era un vero e proprio sostenitore dello show. Ho sempre avuto la sensazione che fosse dalla nostra parte.
L'autore è comunque soddisfatto della prima parte della seconda stagione:
Sono molto orgoglioso di tutto il percorso che porta alla soluzione del mistero: questi primi nove episodi credo siano validi come la prima stagione. Avevamo pianificato una trama che non è andata in porto a causa di un problema con un paio di attori e di relazioni delicate. [Secondo un'intervista del 2014 con Sherilyn Fenn, Lara Flynn Boyle, che all'epoca usciva con Kyle MacLachlan, si era lamentata dei piani per esplorare la relazione tra Cooper e il personaggio di Fenn, Audrey Horne]. Così Harley Peyton e io abbiamo dovuto inventare la storia di Windom Earle, e quando l'abbiamo portata sullo schermo non era pienamente sviluppata. Ci sono volute forse un'ora o due in più di quanto, ripensandoci, avrei voluto per metterla a punto.
"Un romanzo di 800 pagine"
Frost racconta poi quando a iniziare a sviluppare con Lynch la terza stagione dello show, denominata Twin Peaks- Il ritorno:
La bozza [per la terza stagione] era semplicemente: "il Cooper cattivo è libero nel mondo e il Cooper buono è in trappola". E quando ci hanno detto di no, non c'era letteralmente alcun motivo per continuare a pensarci. Così è stato fino a quando non è uscito il Gold Box [set di DVD] nel 2007, e siamo arrivati con quel DVD esattamente al momento giusto - un po' come la fortuna che abbiamo avuto quando abbiamo portato lo show in onda per la prima volta. E questo mi ha fatto pensare: "Forse ci stiamo avvicinando al momento in cui lo show potrebbe tornare". Ci sono voluti altri cinque anni, [ma] ho chiamato David e gli ho detto: "Credo di avere un'idea. Andiamo a pranzo e parliamone". Per un anno abbiamo parlato quasi ogni giorno, costruendo un mondo che potesse andare avanti da dove l'avevamo lasciato. Una delle cose che abbiamo fatto è stata tornare indietro e guardare l'ultimo episodio [della seconda stagione]. Nessuno di noi due ricordava esattamente che a un certo punto Laura si avvicina a Cooper nella Red Room e gli dice: "Ci rivedremo tra 25 anni", ma in quel momento siamo partiti e da lì siamo andati avanti a tutta velocità.
Così, i due autori hanno deciso di non rivolgersi più a un network broadcast, per avere pieno controllo sul progetto:
Siamo stati d'accordo fin dal primo momento che l'ultima cosa che volevamo fare era un esercizio di nostalgia. Ecco perché non siamo tornati da una rete televisiva. Abbiamo fatto uscire la notizia, poi abbiamo avuto un incontro con Showtime per dire ai suoi dirigenti: "Siete interessati a qualcosa del genere?". Ci hanno risposto di sì, così abbiamo scritto la sceneggiatura su commissione e siamo tornati per il secondo incontro. L'abbiamo stampata in un unico documento, senza divisione in episodi: era un film di 18 ore. E per scherzo abbiamo chiesto: "Potete farci sapere entro lunedì?". Ma l'hanno fatto e volevano farlo.
Era più costoso di quanto volessero, ma David ha gestito la cosa nel migliore dei modi, minacciando di abbandonare il progetto. Volevano acquistare nove episodi, ma fino a quando non ha finito di girare e di montare non sapevamo che sarebbero stati 18. Ma volevamo andare talmente oltre il vecchio Twin Peaks che sarebbe stato qualcosa di completamente nuovo. Se pensavamo di aver fatto un romanzo nelle prime due stagioni, questo era come un romanzo di 800 pagine.
"Mai dire mai" a una continuazione della storia
Al termine dell'intervista, inevitabile poi una domanda sulla possibilità di una nuova stagione:
Penso che siamo stati soddisfatti della conclusione. Pensavo che avremmo potuto concluderlo un po' prima, inizialmente [volevamo finire] con la sparizione, quando Laura non muore e scopriamo che le cose sono state sistemate. Ma David mi ha ricordato, giustamente, che "non si può tornare indietro e scherzare con la storia. È quasi scolpito nella pietra". E quando ci abbiamo pensato, questo ha in un certo senso rivelato il tragico difetto di Cooper, che è quello di non riuscire a lasciare le cose come stanno. Pensa che ci sia sempre un torto da riparare e qualcuno da salvare.
La verità è che la vita non è così semplice. E immischiarsi in queste forze può avere conseguenze impreviste. Perciò ho pensato che fosse assolutamente il momento giusto per calare il sipario su questa storia. E mai dire mai, ma al momento non abbiamo parlato della possibilità di continuare.
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FONTE: Variety