I tweet di J.K. Rowling non sono "crimini d'odio", il responso della polizia scozzese dopo la nuova legge in Scozia

J.K. Rowling torna per l'ennesima volta nell'occhio del ciclone dopo una serie di tweet legati alle nuove misure del governo scozzese

Redattore per badtaste.


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J.K. Rowling torna per l'ennesima volta nell'occhio del ciclone dopo una serie di tweet legati alle nuove misure del governo scozzese per combattere le discriminazioni.

Hate Crime Act: cosa prevede la nuova legge in Scozia

Dal 1 aprile è diventata esecutiva l'Hate Crime and Public Order (Scotland) Act, una legge mirata a fornire maggiore protezione per le vittime e le comunità, che rafforza le leggi sull'incitamento all'odio già in atto, ma che criminalizza, oltre alle discriminazioni razziali già tutelate nel Regno Unito sin dal 1986, anche i comportamenti "minacciosi o abusivi" che incitano all'odio sulla base di età, disabilità, religione, orientamento sessuale, identità transgender e variazioni di caratteristiche sessuali.

Prima che entrasse in vigore, la proposta di legge era stata criticata, come riportato dal Guardian, perché non prevedeva discriminazioni per misoginia. Per un periodo si era valutata la possibilità di creare una legge apposita per contrastare le molestie in strada e la misoginia online, ma da allora non ci sono stati ulteriori riscontri.

La reazione di J.K. Rowling

Il 1 aprile J.K. Rowling ha commentato l'entrata in vigore della legge pubblicando una serie di immagini ritraenti alcune persone trans incriminate principalmente per stupro, oltre alle foto di alcune attiviste trans e di India Willoughby, conduttrice e partecipante del Grande Fratello VIP, con cui è impegnata in una faida da diversi anni.

"India Willoughby dimostra che noi donne possiamo chiamare una conduttrice nera 'brutta putta*na che non sarebbe andata da nessuna parte senza il woke', definire uomini delle donne lesbiche, insultare l'aspetto di una nuotatrice olimpionica e 'scherzare' sul rapimento delle femministe e CONTINUARE ad andare in onda! Che donna!" ha scritto l'autrice con ironia.

"Ovviamente scherzavo, le persone menzionate nei tweet qui sopra non sono affatto donne, ma uomini, tutti loro" ha poi aggiunto.

Le posizioni di J.K. Rowling sulla nuova legge

La scrittrice ha spiegato che con la nuova legge i "legislatori sembrano aver dato più peso ai sentimenti degli uomini che mettono in atto la loro idea di femminilità, pur se con intenti misogini o opportunistici, che ai diritti e alle libertà di donne e ragazze effettive".

Ha poi aggiunto:

La nuova legge si concede all'abuso di attivisti che vogliono mettere a tacere tutti noi che parliamo dei pericoli legati all'eliminazione degli spazi riservati esclusivamente alle donne, dell'insensatezza dei dati sui crimini quando le aggressioni violente e sessuali commesse da uomini sono registrate come crimini femminili, della grottesca ingiustizia del permettere ai maschi di gareggiare negli sport femminili, delle ingiustizie legate agli impieghi, alle onorificenze e alle opportunità che vengono colte da uomini che si identificano come trans, e della realtà e dell'immutabilità del sesso biologico.

"La ridefinizione della parola 'donne', includendo anche ogni uomo che si dichiara tale, ha già avuto serie conseguenze sui diritti e sulla sicurezza delle donne in Scozia" ha spiegato. "L'impatto più forte si è avvertito sulle più vulnerabili, tra cui le carcerate e le sopravvissute allo stupro. È impossibile descrivere accuratamente o affrontare la realtà della violenza e della violenza sessuale commessa contro le donne, o commentare l'attuale affronto dei diritti delle donne, se non ci è permesso chiamare uomini gli uomini".

Ha così concluso:

La libertà di pensiero e di opinioni sono al tramonto in Scozia se la descrizione accurata del sesso biologico è considerata criminale. Al momento sono fuori dal paese, ma se quello che ho scritto qui è considerato reato secondo i termini della nuova legge, non vedo l'ora di essere arrestata quando tornerò nel luogo di nascita dell'Illuminismo scozzese.

J.K. Rowling denunciata per incitamento all'odio: il responso della polizia

Con l'entrata in vigore della legge, la polizia scozzese ha ricevuto in 48 ore più di 3.000 denunce. Tra queste, anche delle contestazioni sulle parole di J.K. Rowling ritenute discriminatorie.

Alla luce di ciò, la polizia ha aperto un fascicolo sul caso, ma ha dichiarato alla stampa che "i commenti [della scrittrice] non rappresentano un crimine d'odio e pertanto non si prenderanno ulteriori provvedimenti".

La notizia è stata accolta con favore dall'autrice, che ha così commentato:

Spero che ogni donna in Scozia che desidera parlare apertamente della realtà e dell'importanza del sesso biologico venga rassicurata da questo annuncio, e confido che tutte le donne - di qualunque profilo o possibilità economiche - vengano trattate ugualmente dalla legge.

"Parole offensive": il commento del primo ministro inglese

Il primo ministro scozzese Humza Yousaf ha commentato i tweet della scrittrice di Harry Potter definendoli "offensivi".

Ha prima di tutto contestualizzato l'area di competenza della nuova legge, spiegando che "i nuovi reati previsti dalla legge hanno una soglia molto alta per essere ritenuti criminali. Il comportamento deve essere minaccioso, abusivo e con un'intenzione mirata di seminare odio. Perciò non riguarda le persone che si sentono offese, scosse o insultate".

I tweet di J.K. Rowling - ha aggiunto - ne sono "un perfetto esempio":

Chiunque abbia letto la legge non sarà sorpreso di scoprire dell'assenza di un arresto. I tweet di J.K. Rowling potranno anche essere stati offensivi, fastidiosi e oltraggiosi nei confronti delle persone trans, ma non significa che aderiscano al requisito di incriminazione.

Il commento della scrittrice non si è fatto attendere:

Gran parte della Scozia è già offesa e scossa dall'incompetenza maldestra e dall'autoritarismo illiberale di Yousaf, ma la gente non sta facendo pressioni per chiuderlo in gattabuia.

Dall'altro lato, invece, c'è stato il sostegno del primo ministro inglese, Rishi Sunak, che ha difeso l'autrice rilasciando una dichiarazione al Daily Telegraph. “La gente non dovrebbe essere incriminata per aver semplicemente espresso fatti biologici. Crediamo nella libertà di parola e i conservatori si batteranno sempre per proteggerla".

Dopo pressioni da parte di giornalisti e politici, la polizia scozzese ha inoltre dichiarato che non inseriranno nel fascicolo di J.K. Rowling quanto accaduto come "episodio di odio non criminale".

La scrittrice ha così commentato:

Ripeto, confido che tutti vengano trattati allo stesso modo se si esprimeranno in maniera simile. Nessuno dovrebbe essere associato a un "episodio di odio non criminale" per aver descritto o aver precisato l'importanza e la realtà del sesso biologico. Dovremmo essere tutti uguali davanti alla legge.

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