Tutti i segreti di Splice
Vincenzo Natali, regista di Splice, si è concesso ad una lunga intervista di STYD. Il film, prodotto da Guillermo Del Toro, è pronto per essere presentato al Sundance, e ora ne scopriamo i segreti...
Fonte: ShockTillYouoDrop
Il regista Vincenzo Natali ha letteralmente aperto le porte al suo ultimo lavoro, Splice, e in una dettagliata intervista a Shock Till You Drop rivela tutta la sua passione per il genere horror, parlando delle idee che sono all’origine del suo ultimo film prodotto da Guillermo Del Toro.Questo film è stato in lavorazione per molto tempo, quindi l’idea che sta alla base del progetto deve essere stata sostenuta con molta forza per arrivare al suo completamento. Da dove è arrivata la volontà di vedere tutto questo lavoto finito?
È da tutta la vita che amo le creature e i film che le contengono. Tutto è stato originariamente ispirato da un vero e proprio esperimento scientifico in cui un topo aveva un orecchio umano sulla schiena. In realtà non era un vero orecchio, la cartilagine è stata artificialmente modificata sotto la pelle del topo, ma il concetto era che possono crescere materie organiche in questo animale, e che successivamente possa capitare anche agli esseri umani. È stata una strana immagine, molto scioccante, sembrava uscire da un dipinto di Salvador Dali. Dopo questo episodio è rinato il mio interesse per l’ingegneria genetica. È stato in quel momento in cui tutto ha avuto inizio e mi ci sono voluti dieci anni per arrivare a questo punto.Parliamo un po’ della creatura, Dren...
Lei è una creatura affascinante perchè è molto versatile. Per quanto possibile ho cercato di essere il più biologicamente plausibile possibile, e la vediamo attraversare tutto l’arco della crescita: dalla nascita all’età adulta. Volevo che Dren fosse una creatura a cui si potesse realmente credere. Questo è il motivo per cui, quando mi è stato possibile, ho preferito usare protesi e attori in carne e ossa, con il digitale che va solamente in loro aiuto.È ovviamente necessario equilibrare la storia con un elemento umano, i personaggi di Sarah [Polley] e Adrien [Brody] rappresentano i diversi lati della personalità di Dren?
Clive [Adrien Brody] e Elsa [Sarah Pollar] sono ugualmente complessi e le loro motivazioni relative alla creazione della creatura sono completamente diverse l’una dall’altra, ma intriganti allo stesso modo. Il concetto alla base del mio film è quello di trovare l’umanità nel mostro e il mostro negli esseri umani. Clive e Elsa sono personaggi spregevoli e compiono gesti molto discutibili, ma non perdi mai la simpatia nei loro confronti, perchè sono molto attraenti e molto umani, siamo sempre in relazione con loro anche quando vediamo il loro lato più oscuro. Esploriamo molti aspetti: da un lato la loro decisione motivata da motivi professionali e scientifici [entrambi lavorano per una compagnia farmaceutica], ma ci sono anche dei motivi personali dietro a tutto questo.I nomi dei personaggi, Clive e Elsa, sono un omaggio a Colin Clive e Elsa Lanchester del film Frankestein di James Whale?
Sì certo. Hai ragione. Sono cresciuto con il film di James Whale e sono un loro grandissimo fan. C’è molto di Frankestein nel tessuto di Splice, ma ero molto consapevole che era necessario adattarlo al ventunesimo secolo. Ho fatto alcuni riferimento ad esso, ma più in segno di rispetto. Solo di recente ho letto il libro di Mary Shelley per provare a capire quante similitudini ci fossero con il mio film.Alle spalle avevi Guillermo Del Torno come produttore, uno che considera i mostri come dei figli, qual è stato il suo coinvolgimento?
È il nostro padrino. È il padrino di Dren. Ha davvero sostenuto il progetto fin dall’inizio e il suo approccio è stato: “Sono qui per aiutarti a fare qualsiasi cosa tu voglia”. Non ha voluto impormi niente. Credo sia il più grande artigiano nel campo sci-fi, horror e fantasy. Credo che per bontà del suo cuore, e per amore verso il genere, abbia aiutato un sacco di registi, me compreso. Sono impressionato dal modo in cui è stato disponibile nei miei confronti; in questi periodi è molto impegnato, ma se gli avessimo chiesto un favore lo avrebbe fatto immediatamente, non so esattamente come faccia. Lui è una persona meravigliosa e siamo stati fortunati ad averlo dalla nostra parte.Per un regista ci vuole molto tempo prima di decidere il giusto character design di una creatura, Dren passa attraverso più fasi che presumo abbiano aumentato il carico di lavoro. Quante incarnazioni della creatura avete fatto in pre-produzione?
Ho avuto quasi un decennio per lavorare su quest’aspetto. Ho lavorato con un gruppo di artisti incredibili in questo processo. Non sapevamo fosse un rompicapo cinese ed è stato tecnicamente molto più difficile di quanto si pensi. Dren passa attraverso quattro o cinque configurazioni molto diverse, eppure vogliamo sentire il tessuto connettivo tra queste configurazioni. Ci deve essere una logica biologica di come si evolve. Questa è la cosa sorprendente dell’era digitale. Non voglio parlare troppo di come abbiamo realizzato Dren perchè potrebbe rovinare l’illusione, ma abbiamo fatto un tentativo di dare un’identità a Dren unica in ogni fase. Abbiamo mantenuto un collegamento tra ogni forma, ma volevamo sorprendere il pubblico in ogni sua trasformazione.Cosa ti aspetti dall’anteprima al Sundance (22 gennaio)?
Mi auguro di mettere inquietudine in un bel po’ di gente. Se non ci riuscirò non avrò fatto bene il mio lavoro. Questo è ciò che il film promette di fare, e questo è quello che un film horror dovrebbe fare. La forza del genere horror è che ci permette di attraversare luoghi che ci fanno paura, che non sono confortevoli se li guardiamo nella vita di tutti i giorni. Si tratta di un film horror edipico, che attinge da argomenti di cui si parla da migliaia di anni.
Nel cast di Splice Sarah Polley e Adrien Brody: distribuito in Italia da VIDEA - CDE, il film uscirà probabilmente nella primavera del 2010.
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