Tunué: gli autori di 7 crimini ci presentano la nuova miniserie a fumetti

Gli autori di 7 crimini ci presentano la nuova miniserie Tunué che vuole raccontare a fumetti il diritto in modo divertente

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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È uscito il primo numero di 7 crimini, la nuova miniserie a fumetti edita da Tunué, scritta da Katia Centomo (Monster Allergy) assieme all'avvocato Emanuele Sciarretta. L'albo d'esordio, intitolato La truffa, è disegnato da Daniele Caluri (Don Zauker) e Marco Caselli (Cassandra).

Grazie alla casa editrice abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a un incontro con gli autori riservato alla stampa, durante il quale hanno raccontato come hanno lavorato a questo progetto.

7CRIMINI, copertina di Marco Caselli

Katja Centomo - "7 crimini" è una collana di sette volumi e nasce da un'idea bizzarra: usare lo strumento della narrazione per introdurre una visione del diritto diversa dal solito, interessante, in grado di aprire una porta verso una dimensione che può essere considerata distante e fredda, ma che in realtà è fondamentale per comprendere la nostra cultura e il pensiero della società. In ogni volume c'è una storia autoconclusiva, disegnata da un autore diverso, ma che va a comporre una trama più ampia.

Non abbiamo voluto creare qualcosa di didattico, ma abbiamo voluto usare il Fumetto alla sua massima potenza, è intrattenimento, divertimento, paradosso. Ogni crimine viene rappresentato in maniera estrema, con casi portati al limite. La seconda parte del volume invece offre a degli esperti la possibilità di usare il coinvolgimento della storia per fare un'analisi del reato più tecnica, più seria, ma mai noiosa. In ogni volume ci sono almeno due disegnatori, da chi ha fatto 64 tavole a chi ne ha disegnate molte meno, ma avremo nomi come Bruno Cannucciari, Bruno Brindisi e tante altre sorprese.

"7 crimini" si caratterizza anche per la folle libertà lasciata ai disegnatori, gli interpreti non hanno avuto alcun paletto stilistico, ne "La truffa" trovate Marco Caselli che ha influenze manga e americane. Nel numero 2 vedrete Mauro De Luca, che ha uno stile più classico, non c'è alcun legame con l'estetica dell'albo precedente.

Emanuele Sciarretta - Noi partiamo con una definizione abbastanza tecnica del reato che prendiamo in considerazione in quel numero. Si deve partire da quello, la definizione che ne dà il codice penale, spiegandolo in termini semplici. I racconti che poi voi leggerete sono paradossali, vanno contro quello che succede più comunemente.

Daniele Caluri - Ormai da anni non conosco sosta e aggiungere troppa carne al fuoco significherebbe lavorare male, non lo potrei sopportare; abbiamo però trovato una formula per la quale non disegnerò tutti gli incipit, ma mi occuperò del primo e dell'ultimo, così da chiudere un cerchio.

7CRIMINI, anteprima 01

Marco Caselli - Katia ed Emanuele mi mandarono due tavole di prova, io le disegnai eccitato e titubante, perché erano anni che non facevo fumetti, lavorando come storyboard artist, sono due mestieri con le loro differenze. Le tavole piacquero molto e per me è stato un piacere lavorare con questa squadra, abbiamo sentito molto sostegno e amore per il progetto anche da parte dell'editore.

In questo episodio si parla più della truffatrice che della truffa e in qualche modo mi ha ricordato i manga; io sono un grande lettore di fumetti giapponesi ed è incredibile come gli autori nipponici riescano a farti seguire un manga sportivo di uno sport che non avresti mai calcolato. A me è successo con la pallavolo, mi sono ritrovato a guardare l'anime di "Haykyu!!" e da quel giorno io seguo la nazionale, so tutte le regole... Hanno questa capacità e consapevolezza per le quali dicono "non parliamo della pallavolo, parliamo dei pallavolisti, i sentimenti che ci sono dietro questo sport, la fatica, l'amore" e così facendo ti fanno appassionare. "7 crimini" fa la stessa cosa: non parla della truffa in modo pesante e pedagogico, ma racconta delle persone che la vivono, la truffatrice e il truffato.

Durante l’incontro abbiamo potuto porre una nostra domanda agli autori.

Negli ultimi dieci anni il Fumetto si è imposto tra gli scaffali delle librerie di varia, sono convinto che lo step successivo possa essere arrivare sui banchi di scuola, sia per quanto riguarda la narrativa ma anche attraverso progetti di edutainment. Negli ultimi anni abbiamo visto un progetto vasto come Comics & Science e questo volume mi ha fatto pensare che 7 crimini potrebbe essere qualcosa di simile per il Diritto; io l'ho studiato alle superiori e l'ho detestato, ma questo fumetto potrebbe appassionare degli studenti e magari indirizzarli verso degli studi di criminologia.
Quando avete pensato alla miniserie, avevate in mente un target preciso?

Centomo - Il nostro target era vario, volevamo interessare l'appassionato di fumetti, chi segue le serie crime su Netflix, chi legge i gialli, ma chiaramente abbiamo pensato anche alla scuola. Inizialmente avevamo considerato il mondo accademico, temevo che sarebbe stato più difficile attirare la scuola superiore, ma abbiamo già trovato dei soggetti interessati.

Sciarretta - Il processo penale in Italia si svolge in maniera diversa dagli Stati Uniti, quello che siete abituati a vedere nei film. Il mio primo obiettivo era di mostrare come si svolge davvero un processo in Italia: per esempio, l'avvocato e il pubblico ministero non usano mai la parola "Obiezione" ma "Mi oppongo", in una maniera molto formale. Può sembrare una stupidaggine, ma quando io vedo i processi nei film italiani dove si usa "Obiezione" storco un po' il naso. L'insegnamento contenuto in "7 crimini" può arrivare al ragazzino come alla persona anziana. Il diritto è composto da una serie di regole che vanno a disciplinare la realtà; può sembrare una cosa noiosa, ma nel momento in cui lo connettiamo a quello che ci succede tutti i giorni allora diventa interessante.

Caluri - Vorrei ricordare il caso di Corpicino, del compianto Tuono Pettinato, che è stato adottato come testo complementare nei corsi di criminologia all'università. Porto poi il mio contributo come insegnante di scuola superiore: sempre più spesso, anno dopo anno si sta cercando di rinnovare l'insegnamento frontale ottocentesco vecchio stampo grazie a nuove strategie e nuovi media, per attirare l'interesse delle nuove generazioni. I ragazzi dai 14 ai 19 anni hanno una fruizione di storie continua, attraverso gli smartphone, il computer e la televisione; non è escluso che si riesca a far scattare quella molla inserendo anche il fumetto, o nella biblioteca scolastica o come testo di studio.

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