True Detective: Night Country, la showrunner Issa López commenta l'episodio finale
La creatrice di True Detective: Night Country, Issa López, ha commentato l'episodio finale, spiegando gli eventi al centro della trama
La storia di True Detective: Night Country si è conclusa con l'episodio 6, andato in onda su Sky e NOW, e la creatrice e showrunner Issa López ha commentato quanto accaduto nel finale.
Il destino di Navarro
Issa, intervistata da Deadline, ha parlato della scelta presa da Navarro spiegando:
Non sto dicendo che sia viva e certamente non sto dicendo che sia morta. Ho delineato questo elemento come un test per scoprire voi stessi come membro del pubblico. Amo il fatto che Navarro dichiari molto presto nella serie che ha questo impulso di andarsene e lasciarsi tutto alle spalle. E d'altro canto, l'intera serie è un'esplorazione del fatto che sente un richiamo verso quello che c'è oltre. Nel climax del finale, invece che lottare e avere dolore e paura, si abbandona a quello che prova e, facendolo, riceve un pezzo di se stessa.
Quel momento aiuta Navarro e López ha ricordato che gli aborigeni in Australia si allontanano e compiono un cammino, ritrovandosi e poi tornando indietro. La showrunner non ha però escluso che la detective se ne vada per compiere una visita alle donne che considera importanti e non sono più in vita.
Gli elementi sovrannaturali
López ha quindi parlato degli elementi sovrannaturali della storia sottolineando che Annie K. è stata uccisa per motivi orribili e questo porta a delle conseguenze per i colpevoli:
Le donne decidono di farsi giustizia da sole perché la giustizia non sta arrivando dall'esterno, come sappiamo accade nel mondo reale. Mettono gli uomini fuori al freddo ed è davvero semplice pensare e ipotizzare che siano morti per l'esposizione al gelo, sono andati in uno stato di panico e hanno delirato, come si spiega nella serie. Quindi è perfettamente reale, c'è una spiegazione razionale. Ma c'è anche un'altra spiegazione che questi uomini hanno camminato nel ghiaccio. I loro vestiti erano lì per loro per farli tornare in modo che provassero a sopravvivere. Non sono mai tornati indietro per riprendersi i vestiti. Hanno incontrato qualcosa lì fuori che hanno svegliato quando stavano scavando dove non avrebbero dovuto? Quando stavano togliendo la vita alle donne a causa del posto dove stavano scavando? C'è un'altra visione di quella situazione e, ancora una volta, è la vostra missione decidere a quale versione credere.
Issa ha raccontato che ha ideato la storia perché è stata sposata con uno scienziato, ama la scienza, è stata archeologa e ha studiato antropologia:
Quella è la bellezza della tv: hai realmente lo spazio per esplorare le tue ossessioni. E, invece di considerarla una sfida, l'ho pensata come un'opportunità per delineare ed esplorare molti percorsi, avere così tanti modi per spiegare un singolo evento.
L'importanza dei luoghi
La showrunner ha ricordato che True Detective è legata in modo importante ai luoghi, che diventano a loro volta dei personaggi: dopo la Louisiana, Los Angeles e l'Arkansas, questa storia è quindi stata ambientata in Alaska. López ha sottolineato che il 70% delle popolazioni dell'area è di origine Iñupiaq e ha quindi provato a imparare il più possibile sulle loro tradizioni e sulla loro vita, coinvolgendo gli anziani della tribù per controllare ogni script e mantenere realistica la storia, non usando la comunità solo come un background interessante, ma rendendola centrale nella narrazione.
La showrunner, che è messicana, ha scherzato spiegando che ogni notte si è chiesta perché ha scelto di girare gli episodi in quella zona, dovendo fare i conti con delle situazioni meteo molto dure.
La differenza tra Jodie Foster e Kali Reis
Issa ha poi parlato dell'esperienza di lavorare con le due protagoniste, sottolineando che è molto interessante collaborare con le donne perché è piuttosto semplice accedere alle motivazioni alle base della loro rabbia, avendo affrontato tutte delle situazioni difficili nella propria vita:
Ed è divertente accedere a quelle emozioni e usarle per creare qualcosa di positivo. Non è uno show su donne arrabbiate, anche se lo è in parte. Parla anche di solitudine, perdita, tristezza e del voler essere con qualcuno e condividere le cose che portiamo con noi, e non poterlo fare finché non risolviamo i nostri problemi. Ma parla anche della rabbia che proviamo e che portiamo con noi.
La showrunner di True detective: Night Country ha sottolineato:
Kali e Jodie non potrebbero essere più diverse e loro due non potrebbero essere più diverse da me. Ma si scopre che ci sono delle esperienze comuni e la tecnica che usano è differente. Con Jodie, tutto viene dalla mente. E se sei chiara nei motivi per cui un personaggio accede a un'emozione, lei raggiungerà quella situazione. Io e Kali, invece, proveniamo maggiormente dal mondo delle emozioni. Per questo motivo usavo un'analisi verbale con Jodie, mentre andavo da Kali e dicevo 'Questo è quello che provi'. Poi le lasciavo andare e raggiungevano lo stesso tono in modo meraviglioso. Vederle lavorare è stato splendido.
Il ruolo di Peter Prior nella storia
La creatrice della stagione ha poi parlato da Peter Prior, interpretato da Finn Bennett, spiegando che rappresenta la bussola morale della storia e all'inizio è quello non corrotto, ma essendo una storia di poliziotti e dovendo fare giustizia non può essere privo di sfumature. Il giovane sta cercando di fare le domande giuste e diventare un vero detective, riuscendoci solo con "un battesimo del sangue" che, in questo caso, è il proprio a causa della morte del padre. Issa ha ricordato che, dalla prospettiva della tragedia greca e quella legata a Freud, è una tradizione molto umana diventare adulto uccidendo i propri genitori, rappresentando così un'immagine davvero primordiale, ma alla base di molti conflitti moderni.
La showrunner ha spiegato:
Deve spezzare la catena di dolore e corruzione, le emozioni oscure con cui Hank (John Hawkes) gli chiede di entrare in connessione. Lui non è quella persona. Peter prende una decisione prima di sparare e Hank capisce che la sua vita è finita, tutto peggiorerà da quel momento. Tutto quello che ha fatto verrà alla luce. Sa che ha perso suo figlio. Quindi alza la pistola. Se guardate con attenzione quell'inquadratura, Hank non ha il dito sul grilletto. Non avrebbe sparato a Danvers, ma compie il gesto sapendo che deve morire.
Il numero di episodi
Issa ha infine parlato del numero di episodi che compongono la stagione:
HBO continuava a dire: 'Per favore, realizzane otto, per favore. Okay, sette'. E io ho risposto no, sei. Sono stata io. Ho pensato che rimanere troppo a lungo sarebbe stato un errore. Devi andartene quando stai vincendo. Ogni storia usa lo spazio di cui ha bisogno. Sei era l'obiettivo e sei è dove l'abbiamo conclusa.
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Fonte: Deadline