Toshio Suzuki spiega perché ha lasciato che Hayao Miyazaki dirigesse Il ragazzo e l'airone

Il presidente di Studio Ghibli, amico di Miyazaki da quasi 50 anni, dice che se Hayao Miyazaki non avesse diretto Il ragazzo e l'airone non sarebbe mai stato in pace con sé stesso...

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Anche se da noi Il ragazzo e l'airone di Hayao Miyazaki è uscito nei cinema il primo gennaio del 2024, in Giappone è arrivato nell'estate del 2023, a dieci anni di distanza da quello che, in teoria, doveva essere l'ultimo film d'animazione diretto dal leggendario regista, Si alza il vento.

Come forse alcuni e alcune di voi ricorderanno, Hayao Miyazaki, dal 1997 in poi, ha dichiarato in ben tre occasioni di voler andare in pensione per poi smentirsi di volta in volta. Va detto che, dopo l'arrivo de Il ragazzo e l'airone, non ha più detto nulla di simile e, anzi, sarebbe già pensando "ossessivamente" al suo prossimo lungometraggio.

In un'intervista con l'Hollywood Reporter, il presidente dello Studio Ghibli Toshio Suzuki ha spiegato perché il Maestro abbia deciso d'interrompere il suo addio alla regia per dare vita a questa nuova creazione che, lo ricordiamo, sarà in corsa agli Oscar per il Miglior film d'animazione.

Perché Hayao Miyazaki ha voluto dirigere Il ragazzo e l'airone

Spiega Suzuki che:

Erano passati solo tre anni dal suo annuncio di ritiro, era il 2016. In quel momento, sinceramente, credevo che non avremmo fatto più film insieme. Mi aveva spiegato che trovava "abbastanza imbarazzante" tornare a dirigere un film dopo aver annunciato che sarebbe andato in pensione e che non voleva mostrarsi in pubblico.

Qualche mese dopo aver avuto la discussione di cui sopra, Toshio Suzuki ha ricevuto i primi storyboard del Ragazzo e l'airone per poi ritrovarsi nella posizione di dover decidere se assecondare il desiderio del collega e amico - i due si conoscono da più di 45 anni - e dare il via libera alla produzione dell'opera:

Sapevo che voleva davvero fare questo film e dovevo decidere se lasciarglielo fare o meno. Alla fine ho esaminato gli storyboard una domenica sera ed erano davvero valide. Erano molto interessanti e avvincenti. Era davvero chiaro ciò che voleva fare. Quello che voleva fare era, fondamentalmente, raccontare la sua vita. E mi pareva già di poter dire che sarebbe stato qualcosa di molto epicamente pessimistico.

Inizialmente però, Suzuki non era intenzionato ad approvare il film:

Avevo deciso che avrei detto di no al progetto. Quando sono arrivato allo studio, ha fatto un gesto davvero raro e insolito. Mi ha aperto la porta e poi mi ha chiesto se volevo bere un caffè. Questa cosa mi ha dimostrato quanto volesse davvero fare questo progetto. Vedendo questo, tutte le mie obiezioni sono volate via. Ed è stato in quel momento che ho deciso, ok, dovremmo andare avanti con questo film. E ora sono davvero contento di non aver detto no. Se non lo avesse girato, non avrebbe avuto modo di poter morire come un uomo felice.

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FONTE: The Hollywood Reporter

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