Toni Servillo chiarisce dopo le polemiche: Il Fumetto non è un'arte di seconda categoria

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il celebre attore Toni Servillo ha voluto chiarire il suo punto di vista in merito al valore del medium Fumetto

Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.


Condividi

A seguito delle polemiche dei giorni scorsi relative all'erronea distinzione tra Fumetto e graphic novel - sulla quale ci siamo espressi anche noi - il celebre attore Toni Servillo ha voluto chiarire il suo punto di vista in merito al valore del medium, sottolineando in un comunicato di essersi espresso in maniera imprecisa nel tentativo di elevare l'opera omonima da cui è tratto il film di cui è protagonista, 5 è il numero perfetto, diretto dallo stesso autore Igort.

Di seguito vi riportiamo le parole di Servillo, che certamente gli rendono onore e siamo sicuri faranno piacere a tutti i cultori della Nona Arte:

5 è il numero perfetto, copertina di Igort

Negli ultimi giorni, nel contesto della 76esima Mostra Del Cinema di Venezia, tra il chaos delle interviste e la promozione del film 5 è il numero perfetto di Igort, una mia dichiarazione ha suscitato una polemica non indifferente. Vorrei provare a chiarire.

In questi giorni mi è stata fatta innumerevoli volte la stessa domanda, postami in maniera differente ogni volta, ma il succo era questo: come è stato recitare la parte di un personaggio di un fumetto? Il mio primo pensiero è sempre stato: mi verrebbe domandata la stessa cosa se il personaggio in questione fosse quello di un romanzo? Personalmente, ne dubito. Dunque tutte le volte ho provato a rispondere con cortesia, descrivendo il mio rapporto col ruolo, in qualità di attore, cercando di tralasciare il fatto che il film è basato su un fumetto, perché a mio avviso irrilevante. Di certo non mi relaziono al personaggio di un adattamento cinematografico in base al tipo di espressione artistica da cui proviene.

All’ennesima domanda del genere, ho deciso di provare a rivendicare la dignità, il valore letterario e il potenziale drammaturgico della nona arte, ma ho sbagliato. Ho senz’altro sbagliato. Nella concitazione del momento le parole che ho proferito sono state da me scelte ed usate erroneamente, impedendomi di esprimere efficacemente ciò che in realtà avrei voluto intendere. Ammetto senza nessuna remora che le mie dichiarazioni sono forse state il frutto di confusione e sbadataggine, e che quindi potevano facilmente essere oggetto di fraintendimento.

Ci tenevo dunque a chiarire che riconosco pari dignità artistica e letteraria a tutti i tipi di espressione fumettistica, e pari dignità a tutte le forme di espressione artistica. Ho sempre riconosciuto il profondo valore della nona arte (tutta la nona arte, che purtroppo ancora oggi viene spesso trattata come un’arte di seconda categoria) e continuerò sempre a riconoscerlo e a promuoverlo.

Continua a leggere su BadTaste