Tomb Raider - La culla della vita, Jan de Bont dà voce alla sua frustrazione per la lavorazione
Lavorare a Lara Croft: Tomb Raider - La culla della vita per Jan de Bont non è stata affatto una bella esperienza
Non è stata una bella esperienza, e non solo per l'interferenza dello studio, ma anche per il coinvolgimento degli sviluppatori del videogioco. Non mi avevano detto che avrebbero potuto dire la loro sulla storia. A un certo punto mi ritrovai con così tanti cambiamenti, chi doveva fare cosa, quali attori scegliere. Prestò diventò tutta una farsa.
Il primo giorno di riprese, in Grecia, ricevemmo una chiamata: "Oh, complimenti per il primo giorno di riprese. Ah, comunque, devi togliere 12 milioni di dollari al budget". Era il primo giorno! E all'epoca 12 milioni significava dover togliere quattro scene intere.
Il regista ha ammesso di essere andato in crisi perché temeva che tutte le sue esperienze sarebbero state altrettanto infernali. Quello fu il suo ultimo film da regista.
Questa la sinossi del film:
L'archeologa Lara Croft è sulle tracce del vaso di Pandora, nascoso in una zona chiamata "La culla della vita" e deve trovare l'oggetto prima che cada nelle mani dello scienziato Jonathan Reiss, che intende usarlo per dominare il mondo.
Cosa ne pensate? Avevate apprezzato la pellicola di Tomb Raider?