Tom Brevoort sul valore artistico di Civil War II e il nuovo rilancio Marvel NOW!

Brevoort sul rapporto tra Civil War II e la prima Guerra Civile, il lavoro del team creativo e l'importanza strategica del crossover nel futuro della Marvel

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Quale componente dell'evento Marvel in arrivo è di maggiore interesse secondo Tom Brevoort, eminenza grigia del comparto editoriale della Casa delle Idee? Proprio da questa domanda su Civil War II inizia l'intervista rilasciata a Comic Book Resources che vi proponiamo di seguito, asciugata degli spoiler più importanti e meno potabili.

[caption id="attachment_107137" align="alignright" width="198"]Civil War II #1, variant cover di David Marquez Civil War II #1, variant cover di David Marquez[/caption]

Si tratta di una storyline perfettamente aderente allo spirito del tempo che viviamo, proprio come la prima Civil War, molto diversa dalla vicenda raccontata allora, ma nata dallo stesso DNA, da simili discussioni riguardo la situazione degli Stati uniti e del mondo. Cosa che apprezzo, come il fatto che sia Brian Michael Bendis al timone questa volta, ovvero qualcun altro rispetto al grandioso Mark Millar, perché si tratta di un autore dal punto di vista ancora diverso.

Inoltre, Brian è un veterano degli eventi Marvel almeno quanto me, quindi abbiamo un rapporto perfettamente oliato. Quando ci siamo preparati a lavorare assieme al crossover, lo abbiamo fatto piuttosto in ritardo, rispetto alle consuete tabelle di marcia, proprio perché ci conosciamo talmente bene da poterci permettere un po' di relax. Brian ha una comprensione del processo creativo di questi grandi eventi molto simile al mio, abbiamo una prospettiva molto vicina sul modo in cui vanno gestite le tante voci dei protagonisti. Questo rende la scrittura molto più semplice.

Settimana prosima vedrete quanto sia bello, anche solo da vedere, questo fumetto. Il nostro colorista, Justin Ponsor merita tutti gli applausi del mondo e quel che ha fatto David Marquez è semplicemente fenomenale. Prende pagine e tavole da 10 e le fa diventare da 10 e lode grazie al suo purissimo talento. Credo davvero che sia al meglio della sua forma e voglio sottolinearlo con forza, perché sarebbe molto facile saottovalutare il suo contributo.

Il rapporto tra la Guerra Civile originale e questa seconda, per Brevoort sta nel modo in cui sono trattati i personaggi. Sin dal primo numero, il ricordo di quel primo, traumatico conflitto si farà sentire in maniera importante, dato che nessuno degli eroi vorrebbe ripetere gli errori del passato e cercheranno inizialmente di aggirare la controversia. Un retropensiero che informerà soprattutto le scelte di Tony Stark, per il forte senso di colpa.

Altre importanti considerazioni riguardano la risposta del pubblico a Civil War II, che, in tandem con il modo in cui esso accoglierà il nuovo rilancio Marvel NOW!, indirizzerà in parte le scelte della Marvel in termini strategici quanto narrativi . L'idea di Brevoort è che, in un mondo in cui l'offerta di intrattenimento è amplissima, i fan non hanno le risorse per comprare tutti i fumetti che vorrebbero leggere in realtà. Ecco pertanto qual è il ruolo e l'importanza delle rinumerazioni delle testate.

Marvel Now 2016Ognuno si fa i conti in tasca. Nessuno vuole consapevolmente abbandonare una serie che sta leggendo, ma ci sono un sacco di prodotti allettanti là fuori e tocca fare delle scelte. Se un fumetto rallenta e perde mordente, rischia di perdere lettori in un attimo, molto più velocemente di un tempo. I nostri lettori di vecchia data si lamentano a volte del fatto che non produciamo più tanti archi narrativi di lungo respiro come un tempo, ma nei fatti questo non è vero, almeno tecnicamente.

Brian Bendis, Jonathan Hickman a altri autori ancora hanno avuto tutto il tempo per progettare storie a lungo termine. Il secondo, addirittura, ha creato un'architettura narrativa che ha coinvolto molte testate diverse e che ha fatto confluire gli eventi nel calderone di Secret Wars. Per noi è importante fare in modo che queste componenti siano integrate con i crossover e i nostri megaeventi al massimo livello possibile, in maniera che si tratti di letture coerenti. Ed è quel che stiamo facendo con Civil War II.

Il modello delle stagioni delle serie TV è un ottimo strumento, già noto ai lettori per via del piccolo schermo, che stiamo integrando nella nostra progettazione delle storie. Io non lo vedo in maniera rigida, sono ancora legato al vecchio concetto di ciclo narrativo e ne faccio un uso fluido, variabile nelle dimensioni. Non serve darsi dei confini particolari né dal punto di vista narrativo, né in senso editoriale.

Un processo che si riflette sulle rinumerazioni, tanto criticate da alcuni, ma in realtà semplicemente strumentali a segnalare nuovi cicli, l'inizio di un nuovo tema o di un nuovo approccio a un certo personaggio. Brevoort fa l'esempio di Silver Surfer #6, in uscita tra poco, che in realtà verrà celebrato come Silver Surfer #200, presso i fan di tutte le generazioni.

Non si può negare che sia più facile, per un nuovo lettore, trovarsi di fronte una bassa numerazione, sapere che c'è una trama che può leggere e apprezzare in maniera coesa senza correre troppo indietro nel tempo, quando salta a bordo di una serie iniziata, per esempio. Ma credo che le rinumerazioni siano utili anche per chi ci segue da tempo. Quando guardate una serie TV, sapete che la diciassettesima puntata è in realtà la prima della seconda stagione, per fare un esempio. Non è molto diverso con quel che succede a fumetti. Il fatto che le nostre testate, probabilmente, non giungano più a una quantità astronomica di numeri vergati in copertina, non significa che non propongano una storia continuativa.

Fonte: Comic Book Resources

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