Tintin: il tribunale respinge le accuse al pittore dei dipinti in stile Hopper
Il tribunale ha respinto le accuse di Moulinsart al pittore che aveva rappresentato Tintin all'interno di dipinti in stile Hopper
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
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Qualche mese fa vi abbiamo riportato la vicenda del pittore francese Xavier Marabout, chiamato in tribunale dalla società Moulinsart - che detiene i diritti di Tintin - per aver raffigurato il personaggio all'interno di dipinti ispirati alle opere di Edward Hopper. L'oggetto della discordia non è un'accusa di plagio o di utilizzo non autorizzato, ma il fatto che in queste illustrazioni il giovane reporter belga sia mostrato alle prese con giovani ragazze avvenenti, mentre chiacchiera con una birra in mano o a torso nudo. È stata questa rappresentazione differente dall'originale a infastidire Moulinsart, che ha citato in giudizio Marabout per violazione dei diritti morali.
La società aveva richiesto dai 10.000 ai 15.000 Euro di danni al pittore, sottolineando che Hergé aveva dichiarato in numerose interviste di non voler coinvolgere personaggi femminili nelle sue opere perché raramente riuscivano a essere fonte di comicità.
Questo conflitto tra il diritto d'autore e la libertà d'espressione artistica si è risolta a favore di Marabout: il tribunale ha riconosciuto la natura parodica dei dipinti, nei quali è evidente l'intento umoristico dell'artista e non c'è alcun rischio di confondere i suoi lavori con quelli di Hergé.
Fonte: Ouest France
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Questo conflitto tra il diritto d'autore e la libertà d'espressione artistica si è risolta a favore di Marabout: il tribunale ha riconosciuto la natura parodica dei dipinti, nei quali è evidente l'intento umoristico dell'artista e non c'è alcun rischio di confondere i suoi lavori con quelli di Hergé.
I giudici hanno imposto a Moulinsart di pagare 10.000 Euro di danni a Xavier Marabout, ai quali si aggiungono 20.000 Euro di spese legali, per aver diffamato ingiustamente il pittore: la società aveva infatti contattato la galleria d'arte che esponeva le sue opere, intimandola di rimuoverle per non incorrere in grane legali.