This Is Us: il creatore della serie parla di "Memphis" e di ciò che vedremo

Il creatore di This Is Us, Dan Fogelman, parla dello straziante finale di "Memphis" e di ciò che vedremo nei prossimi due episodi che chiuderanno la stagione

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Sin dal primo momento in cui Randall (Sterling K. Brown) ha bussato alla porta del suo padre biologico e scoperto del suo cancro incurabile, il destino di William (Ron Cephas Jones) non è mai stato un segreto per nessuno. Nell'ultimo episodio andato Randall accompagna suo padre verso Memphis, un tragitto che ha permesso al pubblico di conoscere ancor di più William e il suo passato. Alla fine del viaggio, quando tutti i conti in sospeso sono stati saldati, William muore e lascia a suo figlio un libro di poesie scritto negli anni e un consiglio che sicuramente Randall terrà stretto per sempre. Dan Fogelman, il creatore della serie, ha risposto alle domande dell'Hollywood Reporter - che abbiamo tradotto per voi qui sotto.

Questo episodio è stato sempre parte dei piani della prima stagione? 

Sì assolutamente. Non eravamo sicuri di una cosa, ossia se sarebbero stati 16 o 18 episodi, ma quello che sapevamo è che a priori del numero totale questo episodio ci sarebbe stato. È più o meno già tutto pianificato. L'unica cosa che è realmente cambiata è che all'inizio dello show, quando ancora tutto si stava formando, avevamo ragionato sul fatto che William fosse originario di New Orleans e che quindi inevitabilmente saremmo dovuti andare lì a girare. Poi con il passare del tempo abbiamo ragionato su Memphis. A noi tutti è piaciuta l'idea e abbiamo pensato che fosse giusto per William.

Quali sono gli show a cui ti ispiri?

Se ci pensi bene This Is Us è un insieme di quei drama che vanno in onda sui via cavo. Non è solo un episodio autonomo, ma un episodio che si concentra prevalentemente su un personaggio o una storyline e questa non è una cosa inedita nei via cavo. Se prendete per esempio una serie come Fargo di Noah Hawley o anche il modo in cui Aaron Sorkin è solito strutturare gli episodi in The West Wing. [...]

Hai approcciato al giovane e al vecchio William come se fossero due personaggi differenti?

Ho sempre saputo che la storia avrebbe dovuto in un momento o in un altro far vedere il passato di William e quindi il viaggio con Randall. I flashback si sono principalmente focalizzati sul giovane William, sul suo rapporto con la madre e sui punti chiave della sua vita. Sono sicuramente due storie differenti ma che si completano l'una con l'altra. Vedo lui come un unico personaggio, ma per capirlo bisogna avere bene in mente tutto il suo passato. È facile ipoteticamente pensare a lui come il ragazzo prima delle droghe e il ragazzo dopo. Ma abbiamo sempre parlato di tutti i nostri personaggi - specialmente quelli vecchi - nel modo più completo possibile. Noi non ci approcciamo al personaggio pensando a come è arrivato al punto in cui è e cosa lo ha ispirato. Noi ci approcciamo come se avessimo due diverse trame: come il passato si fonde con il presente, proprio come quando William cammina dentro quel bar 40 anni dopo verso un Rick invecchiato, lì in quel momento le storie si fondono.

Rivedremo ancora Ron, l'attore che interpreta William. C'è un potenziale con lui proprio come successo con Jack (Milo Ventimiglia) ?

In un certo senso. È un pochettino diverso anche perché coinvolgere William in ogni trama sarebbe molto complicato specialmente perché è arrivato nella vita di questa famiglia solo l'anno prima. Mentre Jack, ogni volta che vedi il suo passato, lui è nella storia anche nel presente. Se vai nel passato di William torni a quando Randall non c'era. Il che rende la cosa più complessa anche se è lo stesso tipo di idea. Tutti quanti parlando della morte di Jack, un personaggio che è stato morto per l'intera serie. Ma nonostante questo è una parte fondamentale. Il personaggio di William in un modo o nell'altro sarà presente nello stesso modo.

C'è un momento nell'episodio in cui Randall descrive Jack e la sua risata. È il modo in cui hai sempre visto Jack o l'ispirazione ti è venuta grazie a Milo Ventimiglia e alla sua interpretazione? 

Viene da Milo e da ciò che ha portato a Jack. Ha una grossa risata che è semplicemente magnetica, e l'ho sempre notato, ogni volta che l'ho visto in televisione. E ho sempre pensato che è quello che realmente caratterizza Jack. Tutto questo lo ha creato Milo e non è mai stato nel mio cervello finché non è arrivato lui.

Cosa puoi dire degli ultimi due episodi della stagione?

Sono molto fiero di come stiamo concludendo la stagione, a partire dall'ultimo episodio in cui abbiamo visto Kevin (Justin Hartley) correre da Randall in ufficio e ora con questo episodio ambientato a Memphis. Il prossimo sarà concentrato maggiormente sui problemi nati dopo la prima di Kevin e ovviamente sul funerale di William. Tutti quanti saranno coinvolti in maniera differente nel finale, ma in qualche modo è un episodio incentrato maggiormente su Rebecca e Jack.

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